«Ad oggi risultano ufficialmente concesse alle nostre scuole elementari, per quanto riguarda le prime, 73 classi a tempo pieno, contro 97 richieste, con un taglio di 24 unità, pari al 25%». E’ quanto ha dichiarato l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi in una comunicazione, questo pomeriggio, al consiglio comunale. «I dati – ha spiegato l’assessore – sono relativi ai tagli del tempo pieno per le prime elementari, nell’anno scolastico 2010/2011 e la fonte è l’ufficio provinciale della direzione scolastica che fa capo al Ministero.
Gli stessi dati sono stati confermati anche dalle singole scuole». «Rispetto al dato fornito dell’ufficio provinciale – ha sottolineato Rosa Maria Di Giorgi - si può notare come le classi di tempo pieno tagliate non fossero 24, ma bensì 28. Infatti, questo numero deriva dalla domanda iniziale formulata dalle istituzioni scolastiche sulla base delle richieste pervenute al momento delle iscrizioni, cifra che era stata oggetto di un primo ridimensionamento». «La valutazione sulle misure di razionalizzazione del personale o sulla riduzione delle dotazioni organiche – ha ricordato l’assessore - viene effettuata dallo stesso Ministero, sulla base del decreto Gelmini, che ha introdotto il maestro unico.
Il Ministero comunica successivamente le dotazioni organiche per ciascuna Regione, che vengono poi scorporate dall’ufficio scolastico per Provincia e Comune su base del dato storico, ovvero sulla base delle dotazioni degli anni precedenti. Sulla base degli organici che vengono loro riconosciuti, sono le singole direzioni scolastiche a dover applicare i tagli, riducendo in questo caso le classi di tempo pieno». «Quanto all’anno scolastico in corso – ha proseguito – rispetto alle previsioni iniziali è stato possibile attivare tutte le classi di tempo pieno richieste.
All’inizio era previsto un taglio di 20 classi a tempo pieno e solo per le dure proteste dei genitori, dell’amministrazione comunale e dei dirigenti scolastici, e grazie al sostegno dell’ufficio scolastico regionale è stato possibile soddisfare le richieste». «La speranza – ha concluso l’assessore Rosa Maria Di Giorgi – è che non si debba dar vita a una vera e propria sollevazione popolare all’inizio di ogni anno scolastico e che il Ministero si dimostri una volta tanto all’altezza del compito che assolve, permettendo di ottenere alle nostre scuole quanto dovuto.
La scuola è un investimento sul futuro, non un costo da tagliare». “Tutte le critiche avanzate oggi in aula dalla sinistra sulla riforma della scuola del Ministro Gelmini, accusata di avere in programma tagli drammatici a fondi e personale, sono in realtà critiche che la sinistra rivolge a sé stessa. L’esubero del personale insegnante, le classi poco numerose, i docenti a contratto che in realtà non insegnano e tutti quei punti che la riforma Gelmini prevede di riassestare, nel tentativo di riallineare l’Italia al resto dei paesi OCSE, altro non sono che i punti di criticità emersi nel 2007 dal ‘Quaderno bianco della Scuola Italiana’, un’indagine esplorativa della scuola italiana commissionata dai Ministri del Governo Prodi, Fioroni e Padoa Schioppa”.
Questa la dichiarazione di Francesco Torselli (PdL). “E’ paradossale – spiega il consigliere del centrodestra – ascoltare questo tipo di critica oggi che il governo Berlusconi sta cercando, anche attraverso sacrifici, di salvare il sistema scuola dall’implosione, mentre neppure una parola era stata spesa nel 2007, quando il governo Prodi e l’allora Ministro Fioroni avevano individuato le stesse criticità”. “L’unica differenza – conclude Torselli – tra la gestione dell’Istruzione da parte di Fioroni e quella attuale del Ministro Gelmini sta nel fatto che la sinistra individuò i problemi e ne fece un dossier, la destra, ripartendo da quel dossier, sta trasformando le parole in fatti”. "Dopo la comunicazione dell'Assessore all'Istruzione Di Giorgi sul taglio per 24 sezioni scolastiche del tempo pieno, il Partito Democartico di Firenze si organizzerà per lanciare una vera e propria campagna di volantinaggio davanti a tutte le scuole elementari della città sul grave problema sociale che si verificherà con l'apertura del nuovo anno scolastico".
Lo hanno annunciato la consigliera del PD Cecilia Pezza e il segretario cittadino Alfredo Esposito. "Lavoreremo insieme: partito e amministrazione comunale per parlare con le famiglie dei tagli che apporta il Governo e delle risposte che sta dando il Comune di Firenze - ha detto il segretario cittadino Alfredo Esposito - Vogliamo ascoltare i disagi, le preoccupazioni dei cittadini e spiegare che è necessario costruire un fronte unito di tutta la società sana che si opponga a questa manovra scellerata che ha cancellato, nel giro di due anni, il diritto al tempo pieno per i bambini delle scuole elementari creando disagi alle famiglie".
Secondo la consigliera pezza "la battaglia per il tempo pieno ha rappresentao una delle più imporatnti vittorie per la scuola e le famiglie italiane - ha aggiunto Cecilia Pezza-. Oggi il Governo cancella questo diritto con colpi di tagli in Finanziaria, senza presenatre una vera Riforma, forse nemmeno ne ha il coraggio. Noi siamo per l'alternativa, per rilanciare il Paese partendo proprio dalla scuola. Mobiliteremo per questo i dirigenti del Partito e gli amministratori nel nostro volantinaggio." Nei prossimi giorni verrà inviato il calendario dei volantinaggi davanti alle scuole". “Sul tempo pieno l'assessore Di Giorgi lancia allarmismi, strumentalizzando i dati parziali del Ministero.
La definizione degli organici degli insegnanti infatti avverrà soltanto a fine giugno con la pubblicazione di un decreto legge, come confermato da autorevoli quotidiani anche oggi (vedi Sole 24 ore). Dire che oggi 600 famiglie non potranno usufuire del tempo pieno parlando di "emergenza sociale" è politicamente inaccettabile”. Questa la dichiarazione di Emanuele Roselli (PdL). “Già l'assessore Lastri è stata smentita dai fatti l'anno scorso quando aveva annunciato che oltre 500 famiglie fiorentine non avrebbero usufruito del servizio del tempo pieno – ha ricordato Roselli –.
Probabilmente Di Giorgi sta mettendo le mani avanti per poter poi rivendicare a settembre, in modo improprio, i meriti per aver fatto in modo di dare risposta a tutte le domande di tempo pieno. Il governo sta portando avanti una politica di razionalizzazione delle risorse che però non ridurrà i servizi offerti. Non è infatti più sostenibile una scuola intesa come ammortizzatore sociale che conta nel suo organico 147.000 bidelli contro i 118.000 carabinieri presenti sul territorio. La riforma del sistema formativo passa attraverso una nuova presa di responsabilità da parte di chi opera quotidianamente nelle scuole, a partire dagli insegnanti”.
“Credo proprio che nessuno dei 600 bambini che hanno fatto richiesta del tempo pieno resterà fuori: l'unica cosa che fino ad oggi è rimasta fuori dalla scuola italiana è la meritocrazia” ha concluso l’esponente del centrodestra. "Con la sua comunicazione l'assessore Di Giorgi ha informato il Consiglio Comunale che c'è il rischio reale che 600 bambini restino senza il tempo pieno a Firenze.A questo dato preoccupante il cenrodestra ha risposto che si tratta solo di allarmismo. Ma quale allarmismo?Porto la mia esperienza personale: nella scuola dove insegno, la scuola Battisti, 36 famiglie hanno chiesto il tempo pieno ma soltanto 20 di queste hanno ricevuto risposta positiva.
Le altre 16 no.Per loro soltanto tempo corto.Questa la realtà". E' quanto ha detto la presidente della commssione lavoro Stefania Collesei (Pd). "E' legittimo dunque chiedersi : cosa succederà alle famiglie che vedranno negarsi il diritto di scelta ? Come potranno conciliare il tempo del lavoro con una scuola a tempo corto? C'è da aspettarsi che i maggiori disagi ricadano sulle spalle delle donne lavoratrici. E che dire dei posti di insegnamento tagliati ? Sono posti di lavoro in città che scompaiono, decine e decine gli insegnanti a tempo determinato che vengono espulsi dalla scuola.
E non ultimo : come salvaguardare la didattica ?Il tempo pieno non è tempo lungo, ma una formula scolastica piena di contenuti. Perché tagliare le ore di insegnamento quando alla scuola viene chiesto di esercitare un ruolo sempore più rilevante : l'educazione stradale, l'educazione sessuale,la conoscenza della Costituzione, l'informatica,l'inglese,l'educazione all'immagine oltre alle discipline classiche. Come poter garntire la qualità con un tempo limitato e senza le ore di compresenza da dedicare agli alunni più deboli ? Già lo scorso anno i disagi sono stati pesanti.
Altro che insegnante unico! In alcune realtà l'allungamento di orario ha potuto essere garantito solo con un cumulo di ore residue di diverse insegnanti portando anche a 10 le figure che ruotvano su una singola classe.. Non si può dunque negare l'evidenza. Non stiamo parlando di una scuola virtuale ma di realtà concrete. Lancio una sfida al centro destra: ad oggi alla scuola Battisti è stata concessa solo una sezione a tempo pieno,riusciremo con la definizione dell'organico ad avere anche la seconda classe?" Il Consigliere comunale Grassi, a nome del gruppo Spini per Firenze, è intervenuto oggi pomeriggio in Consiglio nel dibattito politico sui tagli alla scuola pubblica.
"189 docenti in meno, 600 bambini a Firenze che non potranno accedere al tempo pieno, effetto del taglio di 24 sezioni in meno a fronte delle 97 sezioni richieste dai cittadini, pari al 25% di tagli: questi dati fanno emergere una situazione gravissima e tragica. Un taglio netto alle risorse significa disincentivare la scuola pubblica. La soluzione però non può essere quella dell'affido delle ore scoperte al privato sociale delle cooperative, senza togliere nulla ai numerosi lavoratori di quest'ultime difficilmente potrebbe essere salvaguardata la qualità e la professionalità acquisita negli anni.
Prima di tutto la tutela della qualità del percorso educativo degli alunni, la salvaguardia della programmazione didattica. Quello a cui assistiamo da parte del Governo va da tutt'altra parte ed evidenzia un piano scellerato che prevede 26.000 insegnanti in meno, incidendo sul percorso educativo e 15.000 tecnici e amministrativi in meno, che mettono in crisi la struttura non educativa. Però non possiamo solo criticare giustamente il Governo, stigmatizzando le azioni governative, senza proporre anche toppe e aggiustamenti per le situazioni più emergenziali ed urgenti, anche non solo economicamente.
- conclude il consigliere Grassi - Per questo proponiamo che si apra un tavolo Regione-Comune che possa agire su queste situazioni particolari con l'obiettivo di creare percorsi educativi adeguati senza che la discussione sia ridotta a numeri e aspetti economici."