“Pronto il viaggio è andato bene. Ora sono con i parenti. Grazie”. Quando il telefono squilla i volontari di Santa Croce si commuovono. A chiamarli sono i ragazzi tunisini ospiti nei giorni scorsi del centro d’accoglienza notturna gestito dal Comune, una struttura che dà riparo a senza casa e senza fissa dimora. Telefonano i ragazzi partiti per raggiungere amici e familiari che si trovano altrove in Italia: chi a Roma, chi a Milano, chi di nuovo in Sicilia. Molti partono, qualcuno a volte torna.
Tutti ringraziano, per l’accoglienza ricevuta. Continuano a spopolarsi i ventidue centri d’accoglienza predisposti dalla Regione, assieme agli enti locali e il mondo del volontariato per ospitare i tunisini sbarcati a Lampedusa e trasferiti in Toscana. Degli oltre cinquecento tunisini arrivati due settimane fa, ad oggi sono rimasti solo in 125, novanta in meno rispetto a lunedì. Altri si stanno preparando a partire. Qualcuno è stato spostato, mentre le stesse strutture si riorganizzano. In provincia di Siena ad esempio i 14 tunisini rimasti sono stati concentrati tutti nel castello di Montarenti, nel comune di Sovicille, mentre è stato liberata la struttura regionale alla Pineta, nel comune di Monticiano.
Ad Arezzo sono rimasti solo 8 ragazzi, tutti a Stia ospiti della cooperativa Agorà. A Firenze città sono in 18: la metà all’albergo popolare, 3 alla Madonnina del Grappa ed altri 6 a Villa Peragnoli. Altri 12 ragazzi tunisini continuano ad essere ospiti di Casa Emmaus ad Empoli e 4 di Casa Mamma Margherita a Scandicci. A Massa Marittima, in provincia di Grosseto, sono rimasti in 10. La pattuglia livornese conta 15 tunisini (6 all’ostello della gioventù di Villa Morazzana, 5 a Piombino, 4 a San Vincenzo), mentre 19 sono in tutta la provincia di Pisa: non più a San Rossore né a Santa Croce, ma tutti concentrati tra la casa delle farfalle dell’università a San Piero a Grado (10) e a Montopoli (9). Infine a Capannori, in provincia di Lucca, ci sono 9 tunisini e 16 sono a San Marcello Pistoiese, nella casa vacanze della diocesi a Lizzano: uno dei gruppi più numerosi al momento.
Le strutture ancora aperte in tutta la regione sono quindici.