Firenze – “Sulla vicenda immigrati il governo sta collezionando brutte figure e dimostra una sostanziale incapacità a gestire serenamente una vicenda che, se guardiamo ai numeri, non si presentava certo come un’emergenza. Una vicenda che si poteva gestire senza far leva sulle paure della gente e senza presentare come un’invasione l’arrivo di 22 mila persone, che è davvero poca cosa in un paese che ha oltre 60 milioni di abitanti e il cui impatto poteva essere minimo se fossero stati spalmati nei novemila comuni che contiamo”. Così il presidente della Regione Enrico Rossi è tornato stamani, nel corso del briefing con la stampa, sulla questione dei migranti.
In particolare Rossi ha ribadito la validità della scelta della Toscana – no a tendopoli e grandi campi, sì a piccole strutture – che ora anche altre Regioni, come ad esempio il Veneto, dicono di voler seguire. Rossi ha ricordato che la Toscana ha già accolto, i n piccole strutture disseminate sul territorio, 500 migranti tunisini. “Abbiamo fatto la nostra parte – ripete -, abbiamo rifiutato filo spinato e tendopoli, ma ora devono farla anche le regioni del nord. Se ci sarà bisogno in futuro lo rifaremo ancora, riproponendo il nostro modello di piccole comunità, se possibile ancora più diffuse sul territorio.
Non ci tiriamo indietro, ma credo che ora siano altre regioni, la Lombardia e il Piemonte ad esempio, o anche il Veneto, a dover dimostrare di far parte di questo paese”. Quanto allo scontro con l’Europa, secondo Rossi “il governo è vittima delle sue stesse macchinazioni, prigioniero dell’ideologia e vittima del fattore “L”, cioè della Lega”. “Non riesce a prendere atto del fatto che quello degli immigrati non è un problema transitorio, è un fatto permanente e bisogna trovare il modo di affrontarlo – commenta -.
Invece ci si scaglia contro l’Europa prima, poi si pretende dall’Europa un aiuto, salvo poi dire che ne usciamo quando la stessa oppone un rifiuto”. Rossi infine ha citato anche qualche numero, con un occhio ai profughi che potrebbero arrivare ora dalla Libia. “Nel 2010 la Germania ha ricevuto 55 mila domande, la Francia 45 mila: l’Italia solo 10 mila”. “Un paese il nostro – ha aggiunto – dove ogni anno circa 200 mila immigrati regolari diventano per legge clandestini perché non hanno più un lavoro regolare”.