No al patto di stabilità per gli investimenti destinati alla tutela dei Siti Unesco. E’ questa la richiesta che parte oggi da San Gimignano (SI) in occasione del ventennale dell’iscrizione della città turrita alla lista dei siti Patrimonio dell’Umanità Unesco. L’accorato appello viene lanciato direttamente dal sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi: «Chiediamo al Governo che le risorse che le amministrazioni comunali destinano a operazione di restauro e manutenzione del patrimonio culturale dei siti Unesco siano escluse dal computo degli investimenti destinati al tetto di spesa previsto dal Patto di stabilità.
I siti Unesco italiani come San Gimignano rappresentano le punte di eccellenza per l’intero Paese e per questo motivo devono essere sempre ben mantenute ed esposte al giudizio di milioni di visitatori. Noi amministratori di questi Patrimoni dell’Umanità – prosegue Bassi - chiediamo che gli investimenti finalizzati alla valorizzazione e alla manutenzione di questi patrimoni non siano computati nel patto di stabilità delle amministrazioni locali così da liberare ulteriori risorse da destinare ad interventi per i cittadini e per la normale attività destinata alle opere pubbliche».
L’appello è stato lanciato nel corso del convegno dal titolo “La gestione e la valorizzazione dei beni culturali” al quale sono intervenuti, tra gli altri, anche Manuel Roberto Guido del Ministero per i beni e le attività culturali e Claudio Ricci, sindaco di Assisi e presidente Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale Unesco. «Chiederemo come Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale Unesco – ha aggiunto il sindaco Bassi - la presentazione di un emendamento alla prossima Legge Finanziaria che introduca questa esenzione per questi fondi così da rendere libere le amministrazioni di poter investire tranquillamente senza doversi preoccupare del tetto di spesa.
Tutto questo, ribadisco, per la manutenzione del patrimonio culturale che spesso richiede interventi immediati al di là delle attese imposte dal patto di stabilità». «Ogni anno il Governo – ha aggiunto poi Claudio Ricci, sindaco di Assisi e presidente Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale Unesco - deve chiedersi, sulla base delle risorse a disposizione, cosa può fare per valorizzare e tutelare i siti Unesco». A questo dibattito è seguito anche il confronto dal titolo “Il ruolo e le esperienze delle fondazioni bancarie nel settore della gestione e valorizzazione dei beni culturali” dal quale emersa una importante proposta di collaborazione per coordinare gli interventi di valorizzazione nei siti Patrimonio dell’Umanità.
«Esiste già una sinergia in tale ambito tra fondazioni bancarie e Governo – ha sottolineato Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e vicepresidente Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmi. L’obiettivo è quello di programmare interventi risolutivi nel campo dei restauri, proprio in quell’ottica di collaborazione che permette di fare sistema anche in termini di risorse. Colgo l’occasione per proporre all’associazione nazionale dei Siti Unesco una forma di collaborazione con l’Acri per studiare assieme il programma degli interventi da fare.
Questo – ha concluso Mancini - perché crediamo nel successo della sussidiarietà specie in un momento in cui le risorse sono in diminuzione». Proposta dell’Acri accolta favorevolmente da Claudio Ricci che ha concluso: «Un sodalizio fondante e fondamentale per l’economia e per la cultura. L’impegno è oggi quello di metterci subito al lavoro per trovare immediatamente le linee guida di questa collaborazione. Siamo a totale disposizione per consolidare questa sinergia tra Acri e Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale Unesco».