“Nessun sostegno agli artigiani e alle piccole e media imprese. A nessun livello”. Immobilismo, indifferenza e inefficienza pubblica: ecco le uniche considerazioni nei confronti di chi produce lavoro e benessere. E’ un affondo pesante, che non lascia spazio a repliche e scorciatoie, quello del Direttore Provinciale di Cna, Paolo Ciotti che si affida ad una lettera aperta, indirizzata alle istituzioni, alle classi politiche ed economiche, e a tutto il mondo provinciale che “ha responsabilità”.
La sua è una riflessione, amara ma realista del tragico quadro locale a cui contribuirà la finanziaria 2010 che ha programmato ulteriori tagli agli enti locali. Teme per i “piccoli cuori pulsanti dell’economia, che creano ricchezza e posti di lavoro, senza ricevere agevolazioni e sussidi, rischiando in proprio, resistendo non solo a “regole del gioco” che cambiano in continuazione, ma anche alla concorrenza sleale e all’illegalità”, facendosi portavoce del malumore che serpeggia, ormai da troppo tempo, tra le imprese e gli imprenditori.
“Purtroppo bisogna essere realisti: nulla si sta facendo, ad alcun livello, per sostenere le imprese artigiane. In una visione generale, il patto di stabilità – spiega Ciotti - si sta rivelando peggiore della crisi. Gli enti pubblici hanno soldi in cassa ma non possono pagare le ditte fornitrici. Per i vincoli di questo patto i lavori già fatti e rendicontati restano nelle casse degli enti – virtuosi o meno - e nel frattempo le imprese hanno due alternative: o morire di “crediti”, oppure far causa agli enti locali per ritardato pagamento.
Così non è più possibile andare avanti, questo vincolo di stabilità sta’ mettendo in ginocchio moltissimi imprenditori, costretti, per problemi di liquidità dovuti alle insolvenze, a chiedere anticipi alle banche sui quali si ritrovano a pagare interessi da far tremare i polsi”. Ciotti, e la Cna non intendono più “a tollerare questo stato di cose, il black out dei pagamenti – spiega ancora - sta travolgendo centinaia di imprese mettendo a rischio posti di lavoro e sviluppo. Se a questa situazione aggiungiamo poi, l’inasprirsi della burocrazia e la presenza di quelle prescrizioni antimafia che si ergeranno un nuovo muro di carta”.
Ciotti sottolinea come “la mancanza da parte del Governo di una moratoria all’applicazione del provvedimento farà sprofondare il settore delle costruzioni e dell’edilizia pubblica, già provato da una crisi che in sede locale non sembra avere precedenti. Una crisi – analizza Ciotti che non ha paura di chiamare in causa la Pubblica Amministrazione, a tutti i livelli - che trova ulteriore forza e vigore, per le imprese edili, nell’assenza di rapporti con la Pubblica Amministrazione. Il problema per queste imprese è il peso dell’inefficienza della pubblica amministrazione che, nella percezione degli imprenditori e dei cittadini, rappresenta un vero e proprio impedimento allo svolgimento dell’attività: un apparato non collaborativo che ostacola la libertà di impresa, ne rallenta il passo e grava come costo senza contropartita”.
Un territorio quello secondo la principale associazione degli artigiani provinciali che “preferisce l’attesa pur di far fronte a nuovi scenari e che ha perso troppe occasioni”. Evidente il riferimento al caso Eaton, al porto turistico e al Water Front, come gli stessi nuovi piani strutturali perché “occorre cavalcare le possibilità che abbiamo, certo nel rispetto degli interessi della collettività, ma non possiamo fare finta che Water front, porto turistico, e i nuovi piani strutturali, non cambieranno la città e non la arricchiranno complessivamente”.
Cna invita il territorio a “pensare a qualcosa di nuovo, di diverso che dia respiro e prospettiva alla provincia. E per far questo – sottolinea Ciotti - occorre in un piano programmatico con obiettivi da condividere e raggiungere con le imprese locali, altrimenti non ci sarà futuro”. Un futuro dove la microimpresa sarà determinante: “nei primi sei mesi del 2010 molte imprese hanno ridotto il proprio organico, in particolare le aziende con meno di 5 addetti, mentre la riduzione degli utili ha colpito un’azienda su 3.
Sarà la microimpresa l’elemento catalizzatore della ripresa e della creazione di nuovi posti di lavoro”. Tra i settori che saranno da traino: Ict, green economy, servizi ecologici e ambientali e alla persona. Infine un flash sull’occupazione con un massiccio ricorso alla cassa integrazione guadagni (in particolare di quella in deroga) e una forte contrazione degli investimenti dovuti soprattutto ad una minor liquidità, all'aumento della pressione fiscale e all'incertezza sul prossimo futuro oltre all’ormai declamato forte inasprimento dei rapporti con gli Istituti di Credito.
“Poco propensi – conclude Ciotti - a fornire una lettura complessiva delle imprese e troppo vincolati alla scansione posta dai parametri di Basilea. Oggi è più semplice ottenere un finanziamento per un privato che per una impresa locale”. Andrea Berti