San Salvi: un piano di riconversione per l’ex ospedale psichiatrico

L’area ritorna al centro dell’attenzione dalla stampa locale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 novembre 2010 19:46
San Salvi: un piano di riconversione per l’ex ospedale psichiatrico

L’ASL ha annunciato che nei prossimi giorni presenterà al Comune il piano di riconversione. L'ente pubblico si appresterebbe a cedere il 60% della consistenza dei padiglioni a operatori immobiliari che potrebbero quindi realizzare residenze private di lusso proprio all’interno di San Salvi, sfruttando la bellezza ambientale del complesso. La dirigenza dell’ASL si giustifica dicendo che in un periodo di vacche magre, come quello attuale, si vede costretta a vendere per poter completare l’ammodernamento dell’ospedale di Torregalli. Sarà la Giunta Renzi a decidere sul futuro urbanistico dell’area.

Il nuovo Piano Strutturale, pur riconoscendo l’esistenza di un Piano Urbanistico Esecutivo dell’area, quello contestato nel 2007 da comitati di cittadini, sostiene che “che dovrà comunque tenere conto delle esigenze di ottimizzazione dei presidi ospedalieri coerentemente con un adeguato servizio al cittadino”. E' recente la revoca della gara d’appalto per la ristrutturazione dell’edificio n. 28 in vista del parziale smantellamento del presidio socio sanitario di San Salvi.

Contemporaneamente l’ASL ha acquistato e ristrutturato senza gara d’appalto una villetta affacciata sul parco di Villa Il Ventaglio (in Viale Volta) per ospitare nove pazienti psichiatrici, spendendo più di 3 milioni di euro. "Non ci stancheremo mai di ripetere che il complesso di San salvi è un patrimonio collettivo che appartiene alla città tutta -affermano dal Comitato SanSanlvichipuò che proprio su questi temi ha organizzato il 13 novembre un convegno- una ricchezza che non può essere svenduta e offerta ai primi speculatori solo per far cassa, negando di fatto la costruzione collettiva della memoria storica e sanitaria inscritta proprio nella materialità dei luoghi.

Immaginare usi che non possano essere ricondotti ad una fruizione pubblica dell’area, ad un suo progetto unitario di recupero, come peraltro impone il vincolo di tutela della Soprintendenza, ci sembra un grave oltraggio nei confronti dei luoghi e delle persone che in esso hanno vissuto e sofferto. Recuperiamo, rivitalizziamo San Salvi, apriamola al quartiere e alla città, trasformiamo l’area in Parco di San Salvi, luogo di ristoro e incontro della cittadinanza, ma, per favore, evitiamo questo ulteriore scippo del patrimonio di tutti noi".

Approfondimenti

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza