Una stagione lunga ventidue spettacoli, dopo aver attraversato il novecento, si chiude con un marcato accento sulla contemporaneità e le sue espressioni più dolenti raccontate per la scena dal giovane autore francese Jean Luc Lagarce in Giusto la fine del mondo e composte dalla straordinaria regia di Luca Ronconi. Jean-Luc Lagarce, morto di Aids nel 1995 a 38 anni, è oggi l’autore teatrale contemporaneo più rappresentato nelle sale francesi; a lui sono dedicati ovunque convegni, pubblicazioni, tesi di laurea.
I suoi testi sono tradotti in una dozzina di lingue e sono sempre più rappresentati anche all’estero, dal Brasile al Cile e all’Argentina, dalla Spagna alla Germania e alla Lituania. Lagarce ebbe l’idea di Giusto la fine del mondo prima di sapere d’essere sieropositivo. Poi la sua storia personale si incrociò con quella della finzione drammaturgica. Luca Ronconi mette in risalto la bellezza di un testo scritto quasi fosse un pezzo musicale. Lo spettacolo racconta con estrema delicatezza e discrezione la storia di Louis, il fiorentino Riccardo Bini, che va a trovare la sua famiglia dopo una lunga assenza interrotta di tanto in tanto da brevi messaggi scritti su cartoline illustrate.
Torna perché sa di morire di lì a poco. Sceglie di tornare a casa dopo tanto tempo per comunicare ai familiari la propria morte imminente. Vuole essere lui a raccontare, a “dire” la sua morte. Incontrerà la madre, Bruna Rossi, e i fratelli, Antoine, Pierluigi Corallo, di pochi anni minore, con il quale ha diviso l'infanzia, e Suzanne, Melania Giglio, molto più giovane. C'è anche la cognata Catherine, Francesca Ciocchetti, incapace di accettare l'omosessualità di Louis. Alla fine di una giornata difficile, Louis partirà senza essere riuscito a dire nulla.
Un testo che 'pretende l'ascolto' sottolinea Luca Ronconi perchè “la complessità verbale svela la semplicità assoluta di sentimenti che appartengono a tutti. Sono emozioni molto profonde, talmente profonde che i personaggi non riescono ad enunciarle. Ciò che è commovente, nella commedia, è lo scarto che si crea tra il pensiero profondo che ciascun personaggio alimenta dentro di sé e le difficoltà che incontra nel verbalizzarlo: servono troppe parole per esprimere concetti lineari. Si può scegliere di tacere e isolarsi - come Louis, che si rifugia nel silenzio - oppure di alimentare una volontà inarrestabile di comunicare il cui inevitabile esito sarà rimanere impigliati nei passaggi che separano immagine, pensiero ed eloquio.
Ed è questo che trovo molto bello.” Giusto la fine del mondo è collegato alla rassegna “Face-à-face, Parole di Francia per scene d’Italia”. Il testo dello spettacolo è pubblicato da Ubulibri nel volume Jean-Luc Lagarce. Teatro I, a cura di Franco Quadri, che comprende anche I pretendenti, Ultimi rimorsi prima dell’oblio, Noi, gli eroi.