Teatro: Gabriele Lavia alla Pergola in Misura per Misura di Shakespeare

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 gennaio 2008 22:38
Teatro: Gabriele Lavia alla Pergola in <I>Misura per Misura</I> di Shakespeare

Dopo le repliche al Manzoni di Pistoia, da martedì 8 a domenica 13 gennaio, debutta alla Pergola di Firenze Misura per Misura il testo di Shakespeare interpretato e diretto da Gabriele Lavia. Ancora una volta frutto della coproduzione di Teatro di Roma e della Compagnia Lavia l'impegnativo allestimento vede in scena una compagnia di ben 23 attori, si avvale di due collaboratori storici della Compagnia, lo scenografo Carmelo Giammello e il costumista Andrea Viotti. Le coreografie sono affidate al celebre Luca Tommassini.
Già nel 1976, sullo stesso palco dell’Argentina, Gabriele Lavia, diretto da Luigi Squarzina, aveva recitato questo “dramma problematico”, o dark comedy, negli abiti di Angelo il vicario (interpretato ora da suo figlio Lorenzo Lavia), insieme a un cast d’eccezione, composto fra gli altri da Mario Scaccia e Luigi Vannucchi.
Perché riaffrontare questo testo in veste di regista? “Perché non c'è niente di più moderno dei classici - afferma Lavia - infatti attraverso i classici racconto la contemporaneità”.

E’ questo lo spirito con cui viene affrontata questa opera poco frequentata dal teatro italiano (si ricordano anche le messe in scena di Ronconi, Brook e Cecchi). L’universo rappresentato da questa commedia oscura è infatti conflittuale e irrisolto come lo è la nostra attualità, un mondo dove giustizia e ingiustizia confondono i loro regni, si scambiano le parti, ed è impossibile marcare una linea di confine definita una volta per tutte.
Era dal Riccardo II del 1996 che Lavia non si misurava con un classico shakespeariano, e questa volta la sfida è resa più serrata dalla duplicità che caratterizza i personaggi del testo, sfuggente anche alle stesse definizioni di genere.

Difficile, ambiguo, inafferrabile come la complessità del nostro vivere, Misura per misura è un grande gioco del teatro e fa da specchio a un mondo che non smette di cercare un senso nuovo per parole come giustizia, potere, morale e dignità umana. Ma non si tratta di concetti astratti, quanto di nodi esistenziali che conducono a temi eterni ed attualissimi come la pena di morte e il rapporto tra politica e morale: "perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati" (dal Vangelo secondo Matteo, passo da cui probabilmente è stato tratto il titolo dell’opera).
“Al centro c’è il tema del sesso.

Se andiamo a stringere, Misura per misura è la storia di un ragazzo condannato a morte per aver fatto l’amore con una vergine. Tutta la corruzione del mondo ha come paradigma il sesso” afferma ancora Lavia, forte della sua conoscenza di Shakespeare, l’autore che più di ogni altro ha saputo raccontare la Storia attraverso i conflitti e le controversie legate alla sessualità.
L’azione si svolge in quella che il regista ha definito “una Vienna da sottosuolo”, splendidamente rappresentata dalla scena di ferro arrugginito ad opera di Carmelo Giammello, in cui un universo corrotto, vizioso e malato mostra le sue contraddizioni.

Nello stesso stile, che potremmo definire “dark”, rappresentativi di un umanità corrotta, i costumi di Andrea Viotti.
Protagonista della vicenda è il duca di Vienna, Vincenzo, preoccupato dell’immoralità dei sudditi e del dispregio dell’istituzione matrimoniale, che affida il governo al vicario Angelo per vedere se sarà in grado di far rispettare le leggi. Finge quindi di assentarsi e si traveste da frate per spiarne l’operato. Angelo si rivelerà incapace di governare con autentica equità e giustizia, attaccato al mero dettato della legge e travolto dalle stesse passioni che dovrebbe punire.

Condanna a morte Claudio, colpevole di aver sedotto Giulietta, che lo ama, anche se i due vorrebbero sposarsi; allora Lucio, l’amico di Claudio, chiede aiuto alla sorella di lui, la virtuosa novizia Isabella, per dissuadere Angelo. Isabella supplica il vicario di aver pietà del fratello, ma Angelo prova nei suoi confronti pensieri peccaminosi e le promette la salvezza di Claudio a patto che lei gli si conceda. Interviene allora il duca travestito, vero deus-ex-machina della vicenda, che con la sua presenza-assenza manovra i fili dei destini dei suoi sudditi.

Personaggio ambiguo e inafferrabile, attraverso complicati intrighi e sotterfugi ristabilirà infine l’ordine e la giustizia.

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