Uil: ''Blocco degli scioperi per le aziende che investiranno in Toscana''

La proposta del segretario Marchiani: “Creare una cabina di regia tra sindacati, Regione, Comuni e associazioni di impresa per risolvere i conflitti e incentivare gli insediamenti produttivi”.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 gennaio 2010 20:33
Uil: ''Blocco degli scioperi per le aziende che investiranno in Toscana''

La creazione di una cabina di regia composta da sindacati, Regione Toscana, Comuni e sistema imprenditoriale per incentivare i nuovi insediamenti produttivi. È questa la proposta del IX Congresso regionale della Uil, che si è tenuto oggi a Firenze. “C'è bisogno di un accordo generale per lo sviluppo della Toscana – commenta il segretario generale della Uil, Vito Marchiani –, offrendo garanzie effettive capaci di rendere più attrattivo il nostro territorio”. All'interno di questa cabina di regia la Uil lancia l'idea di un accordo ad hoc fra le associazioni di impresa e le organizzazioni sindacali con moratorie sugli scioperi e procedure per risolvere i conflitti. “Le nuove aziende che vogliono investire in Toscana – spiega Marchiani – avranno la garanzia, da parte delle organizzazioni sindacali, di non ricorrere a forme di lotta nei primi 2 o 3 anni dallo start-up della produzione.

Questo non significa il venir meno al ruolo del sindacato. Al contrario, ci sembra un'assunzione di responsabilità nei confronti dello sviluppo economico della Toscana, per uscire dalla crisi e perché crediamo che anche il mondo del sindacato su questo tema debba fare la sua parte. Noi, come Uil, siamo pronti a fare la nostra e a mettere tutto il nostro impegno, fermo restando che i diritti dei lavoratori non si toccano”. La cabina di regia tra sindacati, Regione, Comuni e imprese dovrà quindi assicurare una governance unitaria e partecipata, dotandosi di un brain trust composto da persone provenienti dal mondo accademico e della ricerca (nazionale ed estero), da managers e da esperti di procedure amministrative.

“Uno strumento che dovrà operare in piena autonomia – spiega ancora Marchiani –, che sia in grado di sfornare idee e progetti per consentire di avviare una nuova fase di innovazione e di dinamismo del nostro sistema produttivo per attrarre nuove imprese, nuovi investimenti e lavoro in tutta la Toscana e non soltanto in alcune aree”. “Attualmente – continua Marchiani – fra Regione, Province, Comuni e imprese si spendono troppe risorse per fare politiche di marketing territoriale che in realtà non producono risultati.

Noi crediamo che ci sia la necessità di superare i campanilismi e di fare sistema, giungendo ad un accordo generale per lo sviluppo della Toscana”. Queste in concreto le proposte della Uil che saranno oggetto della cabina di regia per attrarre nuovi investitori in Toscana:

  • meno costi: agevolazioni sugli oneri di urbanizzazione e con l'esclusione di ulteriori oneri collaterali;
  • meno burocrazia: un più chiaro sistema di autorizzazioni attraverso gli Sportelli Unici (SUAP) sulle richieste di documentazioni per l'avvio dei lavori;
  • più agevolazioni per le imprese: dare impulso a un sistema di tutor che in ogni provincia affianchino le aziende, le sostengano e le aiutino ad affrontare e risolvere tutti i problemi;
  • più velocità nelle decisioni: un impegno forte delle amministrazioni locali verso i grandi investimenti affinché, attraverso la Conferenza dei Servizi, vi sia un percorso per le autorizzazioni più snello;
  • più credito: il sistema bancario dovrà valutare in tempi rapidi le richieste di finanziamento, impegnando in questa direzione anche l energie di Fidi Tsocana;
  • meno conflitti: stipulare un accordo tra le organizzazioni sindacali le associazioni di impresa per sollecitare una moratoria sugli scioperi, attivando procedure per risolvere i conflitti che dovessero sorgere nei nuovi insediamenti produttivi.
“La nascita di tale cabina di regia – conclude Marchiani – sarà sancito da un accordo che dovrà essere politicamente condiviso e garantito da tutti.

Non solo sottoscritto dalle parti in causa, ma ufficializzato con atti formali, e quindi vincolanti, sia nelle sedi istituzionali (Consigli Regionali, Comunali, Provinciali), sia negli organi della rappresentanza sindacale e di impresa. Quello che proponiamo è, in altre parole, un atto politico volontario che impegna tutti a camminare nella stessa direzione. Perché non sia, ancora una volta, la Toscana a rimetterci”.

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