Dall’inizio dell’anno, davanti ai grandi caseggiati di Via Piemonte, sono state trasportati e ammassati più di 40 mila metri cubi di terre di scavo provenienti dal Mugnone. Fanghi, blocchi di cemento, asfalti, materiali da demolizioni, rifiuti ferrosi e plastici, pneumatici, legnami, e quant’altro. Un movimento continuo di camion e imprese, che hanno trasformato 13 mila metri quadrati di terreno in una discarica di rifiuti alta quasi quattro metri. Il cartello dei lavori riportava “Adeguamento idrico del Mugnone”, ma di fatto l’area di Via Piemonte è servita per scaricare terre di risulta che avrebbero dovuto finire in discariche controllate, lontane da Firenze, con pesanti oneri di gestione. "Un disastro annunciato -si legge nel documento redatto al termine dell’Assemblea dei cittadini che ha avuto luogo il 27 novembre 2009- in mezzo agli odori nauseanti, i rumori, le vibrazioni insostenibili dei trattori e dei rulli che compattavano la roba.
Durante l’estate si sono messi perfino a macinare all’aperto le vecchie traversine di cemento, senza alcuna garanzia sull’assenza di amianto, con le polveri trasportate fin dentro le abitazioni. Ma dove sono finiti i cumuli delle traversine triturate?". A luglio gli abitanti hanno denunciato tutto questo al Comune, nel tentativo di scongiurare processi irreversibili contro l’ambiente e le falde acquifere. Ma i rifiuti e il degrado hanno continuato a prendere la stessa strada. Ora i cittadini, riuniti in assemblea, hanno accertato che le analisi dei materiali scaricati dimostrano una concentrazione di inquinanti proibita, superiore cioè ai limiti tassativamente prescritti dalla legge, trattandosi interamente di terreni agricoli, in parte vincolati a verde dal piano regolatore.
Come è possibile seppellire cinquemila metri quadri di verde pubblico senza che nessuno muova ciglio? "E poco importa se -continua di documento assembleare- all’inizio di Via Piemonte, il cartello del Comune continua a vantare le magnifiche sorti del parco fluviale dell’Arno. Ma nessuno intende rinunciare a sacrosanti diritti". L’assemblea dei cittadini si è espressa in direzione di misure urgenti, che obbligano per legge alla bonifica dell’area: "Sopra una discarica di rifiuti, sulla quale è in corso l’inchiesta della Procura, non è possibile costruire né progettare alcunchè.
Il Comune ha responsabilità dirette e poteri per rimuovere i danni provocati da una gestione illecita dei rifiuti. Ma anche da inefficienze, mancanza di controlli, verifiche. Si tratta non solo di uscire dall’emergenza, ma di ripristinare in tempi rapidi la qualità ambientale di un’area di indiscutibile pregio naturale e paesaggistico, porta di accesso di Peretola alle Cascine. Questa è la strada che i cittadini intendono percorrere. Del futuro dell’Arno e la sua città".