Ferrovie: aprire i cantieri dell'Alta Velocità ai Fiorentini

Redazione Nove da Firenze
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19 marzo 2009 23:27
Ferrovie: aprire i cantieri dell'Alta Velocità ai Fiorentini

di Aldo Piombino
Si è svolto oggi il workshop sulle prospettive delle ferrovie toscane. Rispetto ad altre regioni italiane la Toscana ha un livello di offerta di trasporto locale molto buono. Da quando è stato introdotto il “memorario”, che assicura una regolarità dei passaggi nelle varie stazioni, l'incremento dei passeggeri è stato notevole, complici anche il traffico sulle strade e il costo dei carburanti.
L'assessore regionale Conti vorrebbe che nel 2015 prendano il treno 500.000 toscani al giorno.

Un obiettivo ambizioso, ma erano solo 165.000 alla fine del 2004 e adesso sono giù 240.000. Il Memorario, introdotto all'inizio nella zona di Firenze viene esteso a tutto il territorio regionale: in questa primavera toccherà alla Tirrenica a nord di Pisa e alla Pontremolese e l'operazione si concluderà nel 2010 con la Maremma.
Per ottenere questo risultato la politica della Regione è quella di investire nel ferro: avere convogli moderni, puliti e puntuali, con una sufficiente offerta di posti a sedere e quest'anno la spesa sarà di oltre 70 milioni di euro.

A questo proposito c'è la volontà di trovare delle soluzioni innovative per il futuro: in particolare è allo studio la possibilità di noleggiare i mezzi da società specializzate in questa attività. Questo perchè attualmente la regione non è proprietaria dei mezzi, che rimangono a Trenitalia a cui l'Ente Locale dà il contributo.
Per perseguire il risultato dei 500.000 viaggiatori sarà importante il coordinamento fra il traffico nazionale e quello regionale: una caratteristica essenziale del sistema Alta Velocità / Alta Capacità è l'osmosi dei passeggeri, che utilizzano i treni regionali per arrivare alla stazione di partenza.
Purtroppo qualcuno ha fatto notare che l'Alta Velocità ha portato una certa discriminazione: praticamente da dicembre ci vorrà lo stesso tempo da Santa Maria Novella per arrivare a Milano o a Siena! E c'è ancora il problema del Valdarno, con la volontà delle FS di togliere dalla direttissima i regionali da e per questa importante area di pendolari.

Con un treno veloce ogni quarto d'ora è un po' difficile infilarci convogli che possono andare a velocità inferiore, ma dire ai valdarnesi che da oggi in poi dovranno stare in treno un'ora in più fra andata e ritorno non è facile.
Veniamo ora al dibattito della settimana, innescato dalla famosa comunicazione presentata da RFI al Consiglio di Quartiere 1 sui camion impiegati per i lavori. Qui ci sono alcune contraddizioni: Mauro Moretti, Amministratore Delegato del gruppo Ferrovie dello Stato, ha smentito l'utilizzo di mezzi su gomma per i lavori del passante fiorentino, mentre in conferenza stampa l'ingegner Rettiglieri ha detto che le cifre del comunicato sono giuste ma ha precisato alcuni concetti.

Innanzitutto non si tratta di materiale in uscita: le terre estratte dallo scavo delle gallerie saranno integralmente smaltite via ferro, per riempire la miniera di Cavriglia e rialzare dei terreni all'interporto di Guasticce, ma si tratta di materiali che servono per l'attività del cantiere, come ferro e calcestruzzo. Inoltre la comunicazione di Rete Ferroviaria Italiana aveva omesso fra i produttori di calcestruzzo la centrale di betonaggio posta a Rovezzano, che rifornirà Campo di Marte: non c'è pertanto il rischio di un regolare passaggio di betoniere provenienti dalla piana e dirette a questo cantiere.

Rettiglieri assicura inoltre che i picchi di utilizzo delle strade dureranno pochi mesi, al limite due o tre tra oggi e il dicembre 2014 (quando dovrebbe essere inaugurata l'opera) e non interesseranno più di un cantiere per volta. Moretti ha dichiarato che nelle operazioni simili attualmente in corso a Bologna e Torino di inconvenienti ce ne sono stati pochi e quindi è sostanzialmente tranquillo che non ci saranno gravi conseguenze sugli edifici.
In un buon discorso di autopromozione ha poi esaltato la nuova stazione di Belfiore, disegnata dallo studio Foster, che ha battuto concorrenti assolutamente di primo livello come Calatrava e Isozaki, definendo il concorso per questa opera quasi come un “campionato mondiale di architettura” fra architetti desiderosi di inserire un loro lavoro a Firenze e paragonarlo come capolavoro del XXI secolo a Santa Maria Novella, universalmente nota come uno dei maggiori esempi di architettura pubblica del XX secolo.
Moretti ha insistito molto sul concetto di metropolitana, intesa come sistema in cui i treni viaggeranno a una frequenza talmente elevata (uno ogni quarto d'ora circa fra Roma, Firenze e Bologna, interessate anche dai convogli da e per il nordest) da assomigliare ad una vera e propria “metropolitana d'Italia”.

Firenze sarà il punto di interscambio tra la Metropolitana d'Italia e quella Toscana, dalle caratteristiche simili come frequenza: sarà facile per i passeggeri trovare frequenti coincidenze per altre destinazioni in Toscana (fino a 6 treni/ora per direzione).
Sulla fermata dei treni ad Alta Velocità viene confermata per ora la centralità di Santa Maria Novella: solo pochi treni, almeno nelle intenzioni, fermeranno a Campo di Marte. La scelta degli amministratori locali di fermare lì è dovuta alla mitigazione delle possibili interferenze fra le fermate dei treni veloci e l'intenso traffico regionale che insiste su Rifredi, non per motivi strategici: la scelta continua a destare delle perplessità e c'è chi ancora insiste come il consigliere regionale di AN Marco Cellai, a chiedere di fermare i treni a Castello.

Mossa questa comunque molto discutibile, soprattutto in rapporto alla direzione Empoli / Siena / Pisa.
In chiusura notiamo come una indagine demoscopica ha rilevato dei dati sorprendenti: l'8% dei fiorentini è convinto che l'alta Velocità passerà sì in Toscana, ma non da Firenze e un altro 6% ritiene che l'alta Velocità è un affare dell'Italia Settentrionale. Questa disinformazione è trasversale rispetto alla posizione geografica e persino al livello di istruzione. C'è anche una grande incertezza sulla data di apertura dei cantieri.
Se vogliamo quindi che l'opera sia vista con favore (o, almeno, non con sfavore) occorre che le Ferrovie mettano in campo una forte opera di comunicazione al riguardo, organizzando pure visite guidate nei cantieri.

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