Il ritrovamento di materiali di scavo a Firenze

La presenza di materiali di scavo in via Piemonte e in via Molise a Firenze è stata al centro di un’interrogazione dei consiglieri Nascosti e Sensi (Pdl) alla quale ha risposto l’assessore all’ambiente della Provincia Renzo Crescioli.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 ottobre 2009 19:49
Il ritrovamento di materiali di scavo a Firenze

La presenza di materiali di scavo in via Piemonte e in via Molise a Firenze è stata al centro di un’interrogazione dei consiglieri Nascosti e Sensi (Pdl) alla quale ha risposto l’assessore all’ambiente Crescioli. “La Provincia non ha rilasciato alcuna autorizzazione in materia di gestione rifiuti per l’area ferroviaria compresa tra via Piemonte e via Molise. Risulta alla direzione che l’associazione temporanea di imprese affidataria del servizio di appalto di progettazione e lavori per l’adeguamento idraulico del torrente Mugnone, nel corso dei lavori di scavo e spianamento di cumuli abbia rinvenuto nel terreno materiali da demolizione e rifiuti assimilabili agli urbani.

Della qual cosa è stata data informazione al Comune committente, all’Arpat, e alla Provincia. Arpat ha svolto vari sopralluoghi – ha aggiunto Crescioli – senza però menzionare la presenza di un terrapieno. In un sopralluogo Arpat ha evidenziato che nel sito di via Piemonte era stato conferito materiale proveniente dagli scavi di vari settori del Mugnone. Il materiale proveniente da questa zona si presentava di colore grigio distinguendosi dagli altri cumuli che invece presentavano l’aspetto caratteristico della terra e odore di materiale organico in decomposizione che potrebbe ricondursi al materiale asportato dai corsi d’acqua.

Erano in oltre visibili abbondanti resti di materiale da demolizione. Dopo aver effettuato un campionamento, l’agenzia ha chiesto al Comune di Firenze di intimare all’appaltatore dell’opera l’asportazione dal deposito di tutti i materiali che si configurano come rifiuti, diversi dalle terre e rocce da scavo, e lo smaltimento degli stessi presso siti autorizzati. In un successivo sopralluogo Arpat ha sottolineato che non vi era presenza di cumuli nuovi rispetto al precedente sopralluogo. I risultati analitici presentano valori di contaminazione inferiori a quelli previsti dalle norme di legge”.

Sensi ha sottolineato che: “Si trattava di quantità di rifiuti molto grandi. Quello che si ha impressione è che si abbia un occhio di riguardo per il Comune. Se fosse stato un privato a fare queste cose probabilmente ci sarebbe stata una situazione completamente diversa. La verifica, da parte della Provincia, delle corrette procedure amministrative è un fatto dovuto, perché se si incorre poi nel problema della bonifica, se questi residui cementifici sono in struttura elevata, come il cemento armato, vengono demolite, sono materiale da demolizione e hanno un percorso.

Se invece vengono scavati e escono fuori dalle tabelle è una bonifica e devono essere smaltiti con le procedure della bonifica”.

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