Firenze- “Noi abbiamo un’area. E’ un’area che è una vecchia miniera di lignite a cielo aperto, a Cavriglia. Quell’area va rimodellata, cioè in quell’area andrà portato tanto materiale per rimodellarla. Noi dobbiamo fare il tunnel sotto Firenze. Quell’area è collegata anche via treno con Firenze: pensiamo di portare la roba del tunnel nell’area e (...) con quei Comuni abbiamo discusso, abbiamo costruito le intese (...). Però... c’è un però: se quella roba viene stoccata per più di 20 giorni diviene un rifiuto.
E noi non siamo in grado di portare lì quella roba. A meno che io non trovi un dirigente della Regione, e forse lo trovo, forse è anche in sala, che accetta prima o poi di prendere un avviso di garanzia. Per qualche terribile reato ambientale”.
Con queste parole l’assessore al Territorio e alle Infrastrutture della Regione Toscana Riccardo Conti si rivolgeva pubblicamente il 30 giugno scorso al ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli ospite del convegno “Per un Patto sulle Infrastrutture in Toscana”, presso il Teatro dell'Affratellamento, a Firenze.
Va detto che nel progetto di costruzione della stazione sotterranea e del doppio tunnel per il sottoattraversamento ferroviario ad Alta velocità di Firenze sottoposto ai cittadini i materiali di risulta da portare a discarica ammonteranno ad oltre 3.800.000 metri cubi di smarino, oltre a 145.000 metri cubi provenienti da demolizioni.
Una bella montagna. Il precedente del Mugello non invita certo all’ottimismo: sta per andare a sentenza un mega processo penale nei confronti dei costruttori della TAV ai quali viene imputato dalla Procura di Firenze un uso molto disinvolto delle terre di scavo inquinate dalle lavorazioni, nell’ambito di un regime di controlli in corso d’opera non sempre efficaci. L’assessore regionale Riccardo Conti pensa dunque di proporre una “semplificazione” delle procedure (e delle mormative?), e rivolgendosi al ministro Matteoli, nell’ambito di un “patto” da stringere per debellare il “fondamentalismo ambientalistico che tutti abbiamo subìto”, propone: “Voglio dire che la semplificazione è una questione talmente fondamentale in questo Paese che va oltre la buona volontà, e che richiede opzioni e scelte politiche.
Perché io non ho capito come mai i terreni di risulta dell’Alta Velocità andavano bene per fare la duna a Campi sull’autostrada, e 120 metri, 120 metri più in là, per fare la duna intorno al parco di Focognano non andavano più bene. (...) E quindi porte aperte a un’azione vera di semplificazione, che punti a una vera e rigorosa sostenibilità. (...) Sono così d’accordo, che su questo potrai contare sull’apporto nostro nelle conferenze Stato-Regioni, perché sentiamo questo bisogno, proprio perché vogliamo fare riforme”.
Idra ha registrato quell’intervento, lo ha trascritto e lo ha inviato per posta elettronica all’assessore con una serie di richieste puntuali di chiarimento, indirizzate per conoscenza anche al ministro e ai sindaci di Firenze e del Valdarno.
Ma l’assessore ha risposto al presidente dell’associazione di cittadini che si rivolgeva a lui con apprezzamenti personali non propriamente rispettosi. E ha aggiunto: “Se poi ti necessita qualche supporto di documenti rivolgiti pure agli uffici secondo quanto previsto dalle procedure per la trasparenza e l’informazione che, a quanto mi risulta, tu ben conosci”.
Strana replica. I chiarimenti richiesti non possono essere forniti infatti se non da chi ha espresso in pubblico quelle considerazioni: non si comprende quindi perché mai l’assessore chieda di fare intervenire i suoi “uffici”.
Il 31 luglio Idra ha ripreso carta e penna ribadendo: “Gentile Assessore, come avrà avuto modo di osservare, la nota qui sotto incollata e a Lei trasmessa il 29 luglio scorso ai sensi della L. 241/90 e del D. Lgs. 39/97, con oggetto "Trasferimento dello smarino AV da Firenze a Santa Barbara (Cavriglia): richiesta di informazione", (...) Le è stata inviata dal responsabile di una Associazione di cittadini iscritta al Registro regionale del volontariato della Toscana. In quanto tale necessita di adeguato riscontro.
Si tratta di una richiesta formulata secondo quanto previsto dalle procedure per la trasparenza e l’informazione. Restiamo dunque in attesa della risposta ai quesiti posti in relazione alle dichiarazioni da Lei rilasciate”.
Da allora, silenzio. Forse la lettera in formato e-mail non ha valore presso la Regione Toscana? Ma perché allora l’assessore avrebbe perso tempo a fornire quella sorta di risposta, e a inviarla per conoscenza anche al ministro e ai sindaci? Una decina di giorni fa Idra ha chiesto quindi l’intervento del garante della comunicazione per la partecipazione nel governo del territorio in Toscana, prof.
Massimo Morisi. Questa volta con una lettera anche di carta. “Dopo avere atteso 45 giorni, ci rivolgiamo a Lei, gentile prof. Morisi, con l’auspicio di poter ricevere – per Suo cortese tramite, in quanto garante della comunicazione per la partecipazione nel governo del territorio in Toscana - le delucidazioni richieste senza successo all’Assessore Conti, o quanto meno informazioni sul punto di vista e sulle intenzioni dell’Amministrazione Regionale in relazione ai temi oggetto della richiesta”.