“Domenica non è in ballo la faccia pulita di Galli o la frenetica vivacità di Renzi, ma il destino di Firenze, a fronte di programmi spesso confusi e contraddittori”. Così il parlamentare dell'Udc Francesco Bosi in un intervento sul numero odierno de La Nazione.
Quello di Casini, spiega Bosi, è “un partito moderato di centro che, come tale, non è pregiudizialmente schierato a destra o a sinistra” e, quindi, “i nostri elettori decideranno come sempre, con libertà di giudizio, ben sapendo che qualunque sia il risultato noi continueremo la nostra battaglia per il bene comune”.
Un intervento non molto lungo quello parlamentare che, però, non si astiene da stoccate rivolte ai due candidati a Palazzo Vecchio ed all'ex compagno di partito.
Sul candidato del centrosinistra scrive infatti come “prima si sia tinto di moderatismo, lanciandoci suadenti inviti alla convergenza, poi si sia messo a rincorrere i frammenti di sinistra estrema”. Sul Pdl “che, invece di confrontarsi per concertare la scelta, cala dall'alto il proprio 'asso', salvo poi avanzare pretese e lanciare accuse di tradimento”.
Infine quello che lo stesso Bosi non esita a definire il “caso Razzanelli”, con il promotore della tramvia, secondo l'esponente dell'Udc, convinto di arrivare al ballottaggio puntando proprio sulla “presunta” debolezza di Galli, “salvo poi, con il suo 3%, schierarsi velocemente accanto urlando, anch'egli, al tradimento dell'Udc”.