Botta e risposta fra Alessandro Del Taglia, segretario provinciale dell'Udc, e Mario Razzanelli, ex capogruppo del partito di Pier Ferdinando Casini in Consiglio comunale a Firenze, leader di “Firenze c'è” e fresco 'apparentato' col candidato del centrodestra Giovanni Galli.
Tema del contendere le allenze e le indicazioni di voto in vista del ballottaggio a Firenze.
“La polemica da parte del Pdl fiorentino, alla vigilia del ballottaggio, è sterile e autolesionista”, si legge infatti in un comunicato diramato da Del Taglia.
“Attaccare il segretario provinciale Udc- prosegue la nota -, con affermazioni anche facilmente smentibili, contribuisce ad accreditare la tesi di un Pdl ancora una volta autosufficiente e supponente. L’Udc ha fatto scelte sia locali che nazionali che hanno sempre esclusivamente privilegiato i programmi e le coalizioni per realizzarli. A differenza dell’ex nostro consigliere Razzanelli, del cui evanescente contributo consiliare facciamo volentieri a meno, non ricerchiamo uno sterile protagonismo quanto piuttosto scelte coerenti con i nostri programmi e valori.
E’ questo l’unico vero motivo della nostra decisione di non apparentamento. Una decisione che sicuramente dà fastidio a chi dava per scontata la rinuncia alla nostra identità in cambio della promessa di qualche poltrona e di qualche posto di sottogoverno. Promessa che sicuramente ha fatto gola a qualcun altro, pronto a rinnegare adesso le ragioni che lo avevano portato, con esiti francamente ridicoli, ad una corsa solitaria”.
“Per quanto ci riguarda continuiamo a ritenere parziali e inadeguate le proposte di cambiamento della destra, che, invece di offrire una seria proposta alternativa, ha sempre preferito scelte deboli e improvvisate, dimostrando così di non credere nella effettiva possibilità di un cambiamento”, prosegue la nota che, poi, conclude: “Oltretutto non ci sembra che la campagna elettorale appena terminata abbia sostanzialmente modificato questo quadro negativo.
Ancor più grave è il fatto che, nonostante i ripetuti richiami dell’Udc per privilegiare le ragioni del bene comune, si sia preferita la deriva della 'politica spettacolo' che prescinde dal merito delle questioni. E siamo convinti della necessità di sostanziali modifiche nei rapporti fra i partiti di opposizione, in modo che a Firenze e in Toscana l’alternativa sia in futuro un obiettivo possibile grazie al coinvolgimento e alla pari dignità di tutte le forze politiche che, scegliendo insieme programmi, strategie e candidati migliori, dimostrino realmente di credere con forza nella possibilità di un autentico cambiamento”.
“L'Udc fiorentina dopo aver conseguito un risultato elettorale disastroso al Comune di Firenze, che poteva essere peggiore senza la presenza di Carlo Casini alle europee” ribatte Mario Razzanelli, “anzichè meditare sugli errori commessi che hanno fatto scomparire il partito dalla geografia politica locale ha deciso di suicidarsi dando delle indicazioni di voto che sono contrarie agli interessi della città e della stessa Udc”.
“Carraresi ha condotto una campagna sostenendo la propria netta contrapposizione a Renzi ed alla sua presunta discontinuità con Domenici.
Ha rivendicato con forza di esser stato uno dei primi e dei pochi a schierarsi contro il sottoattraversamento della Tav. Uno dei temi più scottanti di questa campagna che ha unificato tutte le liste antagoniste a Renzi e sul quale non si può fare sconti a nessuno. L'avversario di Carraresi è stato Renzi ed il suo programma - prosegue Razzanelli - e per queste ragioni è stato votato. Oggi l'indicazione dell'Udc di votare 'quel sindaco più vicino ai nostri ideali' è decisamente perversa e fuorviante.
Una indicazione non condivisa da molti iscritti al partito che assomiglia a una punizione, comminata a tutti quelli che hanno osato non votare per Carraresi, del tipo 'non ci avete voluto in Palazzo Vecchio, arragiantevi da soli'. Ma chi è il regista di tutte queste operazioni e quale è la logica che sottosta a queste decisoni? L'unico spiraglio razionale e l'unica risposta che trovo è la candidatura di Lorenzo Bosi ed i voti di preferenza che ha preso per il Comune”.
Infine il promotore del referndum no-tramvia spiega come “oggi esiste una possibilità di voltare pagina: non buttiamola via.
Ai fiorentini che hanno votato Udc chiedo con forza di sconfessare anche pubblicamente questa indicazione” votando “l'unico candidato che può impedire a Renzi la devastazione della città. Lo chiedo non solo come alleato di Giovanni Galli per il ballottaggio, ma lo chiedo anche per i cinque anni trascorsi, come capogruppo Udc, in Palazzo Vecchio dove mi sono battuto solo e soltanto nell'interesse di Firenze con l'accordo della maggioranza del partito fiorentino”.