Firenze- Definita dalla giunta regionale la programmazione, valida fino al 31 dicembre 2010, della superficie di vendita autorizzabile per le strutture della grande distribuzione. Saranno consentiti interventi pari a 123.400 metri quadri di nuova superficie di vendita, di cui 31.300 per il settore alimentare e 92.100 metri quadri per il settore non alimentare. Il trenta per cento di questa superficie verrà riservato ad ampliamenti necessari, una tantum, a grandi strutture di vendita in attività da almeno tre anni.
La delibera verrà pubblicata sul Bollettino Ufficiale n. 22, parte seconda, della Regione Toscana del prossimo 4 giugno 2009; solo da quel momento potranno essere presentate le domande di autorizzazione.
In Toscana le grandi strutture commerciali rappresentano poco meno del 17 per cento del totale della superficie di vendita complessiva, rispetto ad esempio a poco più del 19 per cento dell'area Nord Italia. La po litica regionale, sin dalla prima riforma del commercio risalente al 1999, ha riconosciuto innanzitutto l'importanza della rete di piccoli esercizi: si tratta di un sistema funzionale al riconoscimento dell'identità territoriale, tale da rappresentare un valore culturale e sociale utile, oltretutto, dal punto di vista dell'attrattiva turistica.
Va dunque presidiato il sistema di insediamento dei servizi commerciali relativamente alla dimensione e alla coerenza con il sistema economico e territoriale cui vanno a fare riferimento. Per questo, di concerto con l'Irpet, il governo regionale ha lavorato ad un attento monitoraggio sia delle dinamiche di insediamento che di trasformazione della rete distributiva. Su queste basi si é giunti nalla conclusione che una crescita dall'attuale 16,6 (pari a complessivi 650mila metri quadri) al 19 per cento è compatibile con il mantenimento dell'equilibrio con le altre tipologie di vendita in rapporto alla popo lazione residente.
Se gli esercizi di vicinato costituiscono un presidio sociale del tessuto urbano, offrono servizi commerciali di qualità al turista nei centri storici, e infine contribuiscono a sostenere la filiera corta del settore agroalimentare; e le medie strutture di vendita, completando l'offerta, rappresentano un presidio della qualità e varietà dove non esistono le condizioni per la presenza di grandi strutture di vendita; proprio queste ultime svolgono un ruolo preciso di modernizzazione del settore e possibilità di calmierare i prezzi.
(dr)