Firenze- Il valore delle esportazioni toscane all’estero è diminuito, rispetto a quanto osservato nel 2007, di quasi cinque punti percentuali (-4,9%) in termini nominali. Questa frenata rimette in gioco quanto era stato guadagnato nel precedente biennio e conferma che la Toscana è, da alcuni anni, una regione in evidente difficoltà nella proiezione internazionale dei propri manufatti. Questo in sintesi quanto emerge dal Rapporto IRPET sul commercio estero presentato ieri presso la sede di Toscana Promozione.
Secondo le analisi IRPET, infatti, osservando il tasso di crescita medio annuo delle esportazioni estere negli ultimi anni si evidenzia tutta la debolezza regionale; la Toscana nel paniere di esportazioni italiane è passata dall'8,3% del 2000 al 6,9% di oggi.
La caduta delle esportazioni toscane, secondo Leonardo Ghezzi, ricercatore IRPET che ha curato il Rapporto, è il risultato di criticità strutturali, che emergono con forza in fasi congiunturali difficili: i limiti nella specializzazione settoriale sono ormai noti ma ciò che preoccupa è anche la scarsa competitività del sistema produttivo nel suo complesso, probabilmente condizionato da una struttura produttiva in cui è più forte che altrove il peso della piccolissima impresa. Osservando, infatti, i dati l'IRPET evidenzia che molte piccole imprese non sono più presenti nei rapporti con l’estero e che molte di quelle più marginali sono state espulse dal sistema produttivo senza che vi sia stata una sostituzione con soggetti nuovi e maggiormente dinamici.
In altri termini, siamo all’interno di un preoccupante processo di deindustrializzazione che assume connotati più intensi di quanto non accada nelle altre regioni (il peso dell’industria manifatturiera passa dal 22% in termini di valore aggiunto del 2000 al 18% del 2007).
Entrando nel dettaglio, ciò che emerge è una flessione di tutti i principali settori del sistema toscano. Se osserviamo gli andamenti settoriali, escludendo il settore alimentare e affini (+2,7%), si conferma la difficoltà fortissima del settore moda.
Nel tessile (-12,5%) e abbigliamento diminuiscono ulteriormente le vendite estere; le pelli conciate, il cuoio e le calzature non sono da meno (-13,2%). Gli unici segnali positivi continuano ad arrivare dalle confezioni (+1,8%) e dalla pelletteria (+3%) confermando con questo che, quando ci si afferma in prodotti destinati direttamente al consumatore finale si è maggiormente in grado di difendere la propria posizione di mercato rispetto a coloro che producono beni intermedi. È cresciuta molto l’esportazione all’estero di prodotti petroliferi raffinati, ma in questo caso rischia di incidere notevolmente la dinamica dei prezzi del greggio.
Al di la di questi elementi, è comunque positivo l’andamento delle esportazioni di prodotti farmaceutici (+9,4%). Il settore della metallurgia (+0,9%) ha fatto registrare un dato che conferma quanto di buono era stato fatto nell’anno precedente mentre, per quanto attiene agli altri settori del comparto meccanico, ci sono andamenti estremamente negativi (macchine ed apparecchi meccanici -3,5%; meccanica di precisione -9,8%). Ghezzi ricorda, però, che le oscillazioni in alcuni settori della meccanica, così come per il settore dei mezzi di trasporto (-14,8%), sono strettamente legate all’evoluzione delle esportazioni di grandi imprese del settore alcune delle quali operano su commesse pluriennali, per cui il risultato è determinato dalla data di consegna e non da quella di effettiva lavorazione.
Valutando, infine, l'articolazione geografica delle esportazioni toscane l'IRPET osserva che la dinamica complessiva delle vendite verso i paesi dell’UE15 è stata in forte calo nel 2008 (-9,5%) anche più di quanto non sia accaduto per le vendite estere delle altre regioni italiane.
Le vendite sono calate nel Nord America (-17%) aggravando quell’allontanamento da questo mercato che, negli ultimi anni, ormai caratterizza la Toscana. Infine, anche il mercato medio-orientale mostra una chiara battuta d’arresto (-15,3%). Segnali positivi arrivano, invece, oltre che dai nuovi paesi aderenti all’UE (+4,1%) e dai paesi europei non aderenti (tra i quali è compresa la Russia) anche dai paesi dell’estremo oriente (+4,9%).
Purtroppo a seguito di questa annata già estremamente negativa ne seguirà un’altra che sarà fortemente condizionata dagli effetti depressivi della crisi finanziaria che ha investito l’intera economia mondiale: in questo contesto le esportazioni toscane -così come quelle italiane- subiranno anche nel 2009 un nuovo calo che potrebbe essere addirittura superiore al 10%.
“Il contesto di forte instabilità con la crescita nei livelli di rischio-paese ed il clima di incertezza che ha contratto i consumi nei principali mercati mondiali è già pienamente visibile nei dati relativi all’anno 2008” sottolinea Pierfrancesco Pacini, Presidente di Unioncamere Toscana.
“Il posizionamento competitivo della nostra regione su quattro dei più importanti target internazionali in termini di prodotto-mercato da noi analizzato”, continua Pacini, “mostra, purtroppo, una condizione di generale de-specializzazione della Toscana su mercati che acquistano importanza strategica (come la meccanica strumentale in Germania) e viceversa una ancora forte concentrazione delle vendite in prodotti-mercati in declino, come il tessile in Francia".
“Credo che tuttavia esistano ancora spazi competitivi che le nostre imprese più dinamiche sembrano in grado di presidiare: questi sono legati a strategie di prodotto-mercato ben orientate verso nicchie dall’elevato potenziale di crescita o ad un maggiore orientamento verso un contenuto in termini di design e di immagine.
Le imprese toscane del mobile di lusso sono ad esempio riuscite a crescere fortemente di importanza in una nicchia ristretta del mercato russo con caratteri di spiccata dinamicità (+24% le esportazioni nel 2008); nonostante la crisi economica che ha colpito il paese la buona tenuta delle quote di mercato toscane di articoli di pelletteria sul mercato giapponese ha fatto sì che la nostra regione abbia assunto la leadership nazionale, superando la Lombardia. La forte crescita di una agguerrita concorrenza cinese non sembra infatti aver prodotto effetti di spiazzamento sulle nostre più pregiate produzioni”.
“La crisi finanziaria in atto -commenta Silvia Burzagli, Commissario di Toscana Promozione- richiede un sempre maggior impegno, anche a livello istituzionale, per sostenere l’economia regionale.
In particolare sul fronte dell’internazionalizzazione”. “Per questo -prosegue Burzagli- il Sistema toscano di promozione economica, sta puntando molto sulla continua innovazione degli strumenti messi a disposizione delle nostre imprese. Strumenti che devono essere in grado di rispondere a necessità dettate da uno scenario internazionale in continuo mutamento. In primis progetti all’avanguardia pensati per stimolare l’imprenditoria e creare nuove opportunità di business. Ma anche servizi che mirino a sviluppare, nelle nostre aziende, una maggior capacità di stare all’estero”.
“Pilastro per la ripresa della nostra economia -conclude il Commissario di Toscana Promozione- è, infine, l’attrazione degli investimenti esteri. Un elemento fondamentale per promuovere l’innovazione, lo sviluppo delle imprese e l’occupazione. Un altro fronte che vede la Toscana sempre più impegnata”.