Il giudice del tribunale di Firenze, Alessandro Nencini, ha condannato 27 persone, tra cui l'amministratore delegato di Impregilo, per smaltimento illecito di rifiuti durante i lavori di costruzione della tratta ferroviaria ad alta velocità Firenze-Bologna.
Alberto Rubegni, presidente del consorzio di imprese Cavet (Consorzio Alta Velocità Emilia Toscana) e amministratore delegato di Impregilo - la società che detiene circa il 76% del consorzio che ha avuto in appalto i lavori Tav - è stato condannato a cinque anni di reclusione per smaltimento illecito di rifiuti insieme al consigliere delegato di Cavet Carlo Silva e al direttore generale Giovanni Guagnozzi.
Il consorzio è stato anche condannato a un risarcimento complessivo di 150.160.000 euro, dei quali 50 milioni ciascuno a favore di ministero dell'Ambiente, Regione Toscana e provincia di Firenze, e la somma restante ad altri piccoli comuni.
Gli imputati sono stati assolti dal reato di danneggiamento di corsi d'acqua e pozzi privati perché, secondo il giudice, non esiste il reato di danneggiamento colposo. Le parti potranno eventualmente procedere in sede civile.
"La sentenza ridimensiona di molto l'impianto accusatorio, come dimostra il fatto che imputati sono stati assolti da accusa di truffa e danneggiamento", ha detto a Reuters uno dei legali di Cavet, Eriberto Rosso. "Leggeremo le motivazioni della sentenza e lavoreremo per impugnarla, siamo convinti che in appello non rimarrà nulla".
I pm Gianni Tei e Giulio Monferini avevano chiesto complessivamente condanne per 180 anni, dei quali 10 anni ciascuno per i tre vertici del consorzio.
La pubblica accusa aveva anche chiesto una condanna per furto d'acqua ma è stata sollevata la questione di costituzionalità.
Il processo iniziato alla fine del 2004 contava una cinquantina di imputati, fra i quali vertici e dipendenti del consorzio Cavet, ditte in subappalto, gestori di cave e di discariche.
Per l'accusa, i lavori della Tav, tra prosciugamento di torrenti e falde acquifere e la contaminazione provocata dallo smaltimento dei residui di escavazione, hanno provocato danni per 751 milioni di euro. L'inchiesta, raccolta in oltre 100 faldoni e 3 dvd, aveva portato nell'estate 2001 anche al sequestro temporaneo dei cantieri. (Reuters, 18:29)
"La sentenza di oggi, con le pesanti condanne penali, riconosce la gravita' del disastro ambientale perpetrato ai danni del nostro territorio.
Speriamo che questo possa fungere da monito anche per i futuri progetti di grandi opere che il Governo vorrebbe portare avanti senza alcuna seria valutazione d'impatto ambientale e a scapito delle comunità locali".
Lo afferma Legambiente Toscana, dopo che oggi il tribunale di Firenze ha condannato i vertici del Consorzio Cavet al termine del processo di primo grado sull'esecuzione dei lavori per la tratta alta velocita' Firenze-Bologna.
"Purtroppo però - ha sottolineato Legambiente - il dispositivo dei risarcimenti non può soddisfarci in alcuna maniera. Milioni di euro sono stati riconosciuti infatti per gli enti (ministero dell'Ambiente, Regione Toscana e Provincia di Firenze) che in qualche modo sono corresponsabili dei danni avvenuti, mentre i cittadini realmente colpiti dal disastro ambientale, e senza l'impegno dei quali questo processo non si sarebbe mai avviato, non vedono riconosciuto in alcun modo il proprio diritto".
"Chiediamo quindi al Ministero, alla Regione e alla Provincia - ha concluso Legambiente - di destinare i soldi del risarcimento a interventi e opere utili a quest'area e alle comunita' realmente danneggiate dagli effetti dell'illecito smaltimento dei rifiuti e dell'impoverimento delle falde acquifere". (ASCA)