La denuncia su quanto la Tav sia devastante per il bilancio dello Stato trova una conferma autorevole nell'ultima relazione della sezione centrale di controllo della Corte dei Conti: la Tav, che serve attualmente meno del 5% dei passaggi ferroviari in Italia, rappresenta un'operazione di «cosmesi contabile», costi caricati in maniera iniqua sulle generazioni future fino al 2060, una gestione finanziaria approssimativa, scelte politiche non efficienti e scelte contabili che sembrano fatte apposta per ingenerare confusione.
E, da ultimo, 44 miliardi di debiti contratti dalle Ferrovie e accollati allo Stato nonostante la vecchia holding sia stata ufficialmente privatizzata fin dal 1992.
"Denunciamo da almeno quattro anni quanto l'alta velocità ferroviaria sia dannosa per i conti pubblici", ha dichiarato Ornella De Zordo. "Oggi arriva la conferma della Corte dei Conti che sottolinea l'ennesimo fallimento di una privatizzazione e l'ennesimo saccheggio alle tasche dei cittadini italiani, basti pensare che la prossima finanziaria triennale raggiunge i 39 miliardi di euro: un intero paese va avanti per tre anni ad un costo inferiore agli sprechi della Tav, che hanno l'aggravante di indebitare le future generazioni per cinquant'anni." "Una responsabilità grande in questo contesto è a carico di Comune e Provincia di Firenze e di Regione Toscana - continua De Zordo - che testardamente si ostinano a voler costruire un sottoattraversamento inutile e dannoso sotto la città.
Un progetto faraonico che costa oltre sei volte l'attraversamento di superficie che però è osteggiato oltremisura dalle amministrazioni locali e fulcro invece della proposta dei cittadini organizzati nel Comitato contro il sottoattraversamento. Non bastano un paio di vetrate sui cantieri, come annunciato dall'assessore Riccardo Conti, a rendere trasparente un'opera inutile, dannosa per l'ecosistema e dai costi esagerati che favoriranno anche qualche cooperativa edile nell'immediato, ma che costringeranno le future generazioni a pagare i debiti di una classe politica inadeguata e improvvisata".