Firenze, 29.12.'08- “Il giustizialismo, cioè l’idea di supplire ai vuoti e alle malefatte politiche tramite iniziative mirate della magistratura, riscuote non pochi consensi nel nostro Paese. Idra non è giustizialista. Crede cioè che l’approdo a una democrazia compiuta, e quindi finalmente al buon governo, debba essere realizzabile attraverso il pur faticoso processo di crescita della autentica partecipazione popolare in economia e in democrazia”. E tuttavia, si legge nell’editoriale che precede la rassegna di comunicati e iniziative dell’associazione nel corso del 2008, “uno degli eventi più significativi dell’anno resta indubbiamente la fase conclusiva del processo in corso presso il Tribunale di Firenze a carico dei costruttori della TAV fra Firenze e Bologna”.
La sentenza è attesa per gennaio-febbraio 2009, all’incirca dopo cinque anni dall’inizio del procedimento, in relazione a capi di accusa che spaziano dall’ingente danno ambientale pubblico, ai danneggiamenti ai privati, agli illeciti commessi nel corso dei lavori. Idra si è costituita parte civile, e crede che ne sia valsa la pena. “Perché, se è vero che la politica si fa nella società e non nelle aule dei tribunali, è anche vero che questo procedimento giudiziario rappresenta una tappa verso quel modello di società che auspichiamo, nel quale la partecipazione politica consapevole e attiva del cittadino verrà a erodere il potere delle lobbies che fanno il bello e il cattivo tempo con le risorse della comunità”.
L’associazione fiorentina – che sta pubblicando su web stralci significativi della requisitoria dei Pubblici ministeri - osserva quanto l’accusa abbia saputo mettere in luce con precisione e correttezza qual è stata la filosofia imprenditoriale sottesa alla “grande opera”. “Filosofia improntata al concetto di considerare le risorse di tutti - l’ambiente, il territorio, l’acqua – come patrimonio gratuitamente a disposizione dei costruttori dell’opera, senza che fosse ritenuto necessario quel rispetto del diritto alla pratica del quale molti paladini della “legalità” esortano i comuni cittadini, poiché – dicono - così si conviene in un paese civile”.
Per quanto riguarda il danno causato ai privati e alle aziende che hanno dovuto subire la cantierizzazione TAV, anche qui dal percorso processuale è emerso con evidenza il rapporto di sostanziale sudditanza al quale il cittadino è stato costretto. E ciò nel contesto di una ambigua evanescenza della Regione Toscana e del Ministero dell’Ambiente. Non per niente gli inquirenti hanno suggerito alla Corte dei Conti la verifica del ruolo e delle responsabilità di quei soggetti. Fra i tanti, l’editoriale cita un episodio emblematico della mentalità sottesa a questa ‘cultura politica’ (se così possiamo definirla): a coloro che nel corso nel lavori TAV hanno segnalato danni pubblici e privati è persino capitato di essere accusati di “scarso patriottismo”! Come dire che lo Stato passa come un rullo compressore sul territorio dove tu vivi, e sui tuoi diritti patrimoniali, per realizzare con i soldi delle tasse pagate da te una “grande opera” dall’utilità ancora indimostrata, e tu cittadino avresti il dovere morale di porti sugli attenti e sottometterti di buon grado alla “volontà generale” che, illuminata, porta il progresso alla Nazione! Come parte civile, Idra è stata assistita in questo processo con elevata professionalità, passione e determinazione dall’avvocatessa Letizia Luciani e dal suo staff di collaboratori.
La partecipazione dell’Associazione al procedimento è stata, come gli stessi magistrati inquirenti hanno riconosciuto, fonte di importanti contributi documentali. È opportuno leggere questo processo quindi non come un’impossibile “compensazione” del fallimento della politica ma come un passaggio importante che aiuta a mettere in luce i pesantissimi limiti della situazione attuale e indica la direzione in cui muoverci per esperire una democrazia compiuta. E’ per questo che Idra ha ritenuto opportuno, in attesa della sentenza e per dare la giusta risonanza pubblica ai contenuti di questo evento in un panorama mediatico assopito, di lanciare settimanalmente in forma di comunicato stampa stralci della requisitoria.
Idra ricorda infine la questione spinosissima del sottoattraversamento AV di Firenze.
L’esperienza del Mugello fa prevedere che se questa scelta progettuale si concretizzasse in una costellazione di nuovi cantieri urbani i danni per la città del fiore sarebbero ingenti. Idra ha già denunciato che importanti lavori propedeutici sono iniziati senza che ne fosse stata data adeguata informazione alla popolazione e ancor prima che potessero riprendere le attività di controllo dell’Osservatorio Ambientale Nazionale. Ma le bocce non sono ancora ferme. Permangono forti dubbi sulla disponibilità effettiva degli importanti finanziamenti pubblici necessari al doppio buco sotto Firenze: la soluzione del sottoattraversamento potrebbe restare sulla carta.
Idra farà la sua parte affinché questo ennesimo pericolo sia scongiurato. Sopra, c’è il patrimonio artistico della nostra città. Ci sono le case. Le nostre case. Un argomento che ci porta dritti al tema della crisi economica e finanziaria che sta investendo l’intero pianeta. Questo “modello di sviluppo” che abbiamo visto largamente vincente in gran parte del mondo, specialmente dal secondo dopoguerra in poi, era destinato all’implosione. Siamo di fronte, crediamo, alla sua crisi epocale e strutturale.
Non era possibile né sano procedere indefinitamente con gli strumenti portanti della società dei consumi: occupazione drogata, spreco istituzionalizzato della spesa pubblica anche in “grandi opere” inutili, aumento esponenziale del debito pubblico, spreco di risorse naturali. Come non sospettare, si chiede l’associazione fiorentina, “nessi di causa-effetto fra un’economia di spreco di risorse vere e di pompaggio di risorse finanziarie fittizie nei portafogli dei risparmiatori da una parte, e gli scenari di bancarotta globale, al cospetto dei quali ci troviamo oggi, dall’altra”?