A Firenze Lunedì 27 e Martedì 28 ottobre, sarà presente presso il Piazzale Michelangelo, il “Laboratorio viaggiante multimediale” del progetto di educazione medica continua Discovery Clinic, giunto alla seconda edizione. Dopo aver percorso – nel 2007 – oltre 15.000 chilometri, aver toccato 52 città e coinvolto 2.000 medici partecipanti, da Maggio fino a Novembre di quest’anno sarà di nuovo sulle strade di tutta Italia. In oltre 30 località italiane gli specialisti in cardiologia e medicina interna avranno la possibilità di essere collegati via satellite con il Laboratorio di Emodinamica.
Cardiologi e internisti saranno impegnati per affrontare al meglio le sindromi coronariche acute, una malattia con diverse manifestazione cliniche tra cui l’infarto miocardico e l’angina instabile che mette a rischio la salute del cuore. Importanti novità per combattere l’aterotrombosi e mantenere aperte le “autostrade” del sangue. Approfondimenti scientifici, casi clinici da vivere in diretta grazie al collegamento via satellite con le sale di emodinamica in cui si praticano interventi di angioplastica delle arterie coronariche, discussione tra cardiologi per definire come “proteggere” i pazienti dal rischio dell’aterotrombosi, una situazione che favorisce la formazione di ostacoli “stenosi” lungo il sistema circolatorio arterioso.
Questo il programma scientifico che attende gli esperti, ospiti del “Laboratorio viaggiante multimediale” che porta in giro per l’Italia il progetto di educazione medica continua “Discovery Clinic”. Questa iniziativa, rivolta agli specialisti di Cardiologia e Medicina Interna, interesserà oltre 30 località su tutto il territorio nazionale, nell’ambito di un programma che vedrà il “Laboratorio viaggiante multimediale” sulle piazze di piccoli e grandi centri italiani, per un totale di sette mesi di viaggio.
Il progetto “Discovery Clinic”, unico in Italia nel settore, nasce sotto l’egida del GISE (Società Italiana di Cardiologia Invasiva) e rappresenta un’ulteriore dimostrazione dell’impegno di sanofi-aventis e Bristol Myers Squibb nel miglioramento delle conoscenze mediche per una miglior cura del paziente.
Sotto la lente di ingrandimento dei partecipanti ci saranno le “sindromi coronariche acute” (circa 150.000 casi ogni anno in Italia). “Con questo termine si definiscono una serie di manifestazioni cliniche caratterizzate dalla rottura di una placca aterosclerotica a livello delle arterie coronariche e conseguente comparsa di una trombosi che può arrivare fino all’occlusione del vaso provocando carenza di sangue ed ossigeno per un’area del cuore – spiega il Prof.
Gianfranco Gensini, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze e Direttore del Dipartimento Cuore e Vasi dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi (FI) - Il blocco della circolazione ed il conseguente danno per il cuore sono direttamente legati all’entità dell’occlusione”.
Trattare correttamente questa condizione, che interessa centocinquantamila persone l’anno in Italia e risulta mortale in circa cinque casi su cento, rappresenta una sfida importante per la cardiologia.
Sebbene le sindromi coronariche acute riconoscano diversi fattori di rischio, come l’eccesso di colesterolo LDL, l’ipertensione, il diabete, il soprappeso ed il fumo, che è bene tenere sotto controllo o eliminare, l’attenzione degli esperti è puntata soprattutto sulla necessità di ridurre il rischio che si formi un nuovo coagulo all’interno dei vasi sanguigni, nei pazienti che già hanno manifestato un episodio acuto. Sotto questa luce ha dimostrato i suoi benefici la terapia antiaggregante, che mira a ridurre la tendenza delle piastrine a “legarsi” tra loro, dando luogo ad un trombo all’interno del vaso.
“Questo fenomeno è oggi combattuto efficacemente attraverso la cosiddetta doppia antiaggregazione, ovvero somministrando contemporaneamente l’acido acetilsalicilico e clopidogrel– fa sapere il Prof. Gensini ”. Questo trattamento, in base alle recenti indicazioni dell’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) è raccomandato nel trattamento immediato dei pazienti con sindrome coronarica acuta, per mantenere la pervietà del vaso quando viene applicato uno stent (una struttura metallica cilindrica a maglie che viene introdotta nel lume dell’arteria e mantiene dilatato il vaso sanguigno) durante un’angioplastica e per prevenire un secondo infarto in chi ha già avuto un grave attacco di cuore.
Dagli specialisti arrivano anche altre raccomandazioni in aggiunta alla terapia farmacologia: combattere le cattive abitudini è il primo, importante passo per mantenere in forma le arterie coronariche, vere e proprie “autostrade” che portano sangue e ossigeno al cuore e che devono rimanere sempre “libere”.