Roma, 24 settembre 2006- Allarme nell'edizione 2006 della Giornata Mondiale per il Cuore, quest'anno specialmente dedicata alla promozione delle buone abitudini fin dagli anni verdi. Secondo i dati della I° Ricerca Pfizer Cardio 360° - GfK Eurisko in Italia, i giovani a rischio cardiovascolare, pari al 4% della popolazione tra i 18 e i 34 anni, sono sordi alle indicazioni del medico: non ne vogliono sapere di smettere di fumare (lo fa solo il 5% degli ipercolesterolemici e il 17% degli ipertesi), di limitare l'assunzione di bevande alcoliche (se ne priva solo l'11 degli ipercolesterolemici e il 13% degli ipertesi ai quali il medico ha consigliato regole di vita più sane) e più in generale, non hanno molta voglia di fare attenzione all'alimentazione o evitare alcuni cibi (segue una dieta solo il 30% di coloro ai quali il medico ha consigliato comportamenti salutistici).
La popolazione tra i 18 e i 34 anni, inoltre, non assume regolarmente i farmaci prescritti: trasgredisce le prescrizioni il 19% dei giovani con il colesterolo alto, rispetto ad una media del 13 per cento, ed il 9% degli ipertesi, rispetto al 3% della media.
In poche parole, tutte premesse per diventare potenziali candidati adulti a rischio.
Una leggerezza che potrebbe ricollegarsi anche all'ignoranza: 1 su 3 non sa di essere a rischio e il 36% del campione ignora che l'ipertensione e il colesterolo, se non curati, possono dare origine a malattie cardiovascolari quali infarto, ictus, aterosclerosi, diabete, malattie cardiache e malattie cardiocircolatorie.
Quasi il 50% degli under 35 sofferenti di ipercolesterolemia/ipertensione, inoltre, pur essendo soggetto a rischio, non ha mai sentito parlare o non sa citare alcun fattore di rischio cardiovascolare. La situazione è ancora più allarmante in tema di prevenzione: il 38% degli under 35 con ipercolesterolemia o ipertensione, contro il 31% della popolazione, non ha mai sentito parlare di prevenzione cardiovascolare. "E' evidente che l'allarme lanciato nella popolazione adulta - spiega Isa Cecchini, del Dipartimento Salute di GfK Eurisko - deve restare alto, soprattutto in quella fascia d'età che, erroneamente, si considera più immune alle malattie perché fisicamente più robusta.
I dati emersi confermano dunque l'importanza di insistere con l' educazione alla prevenzione sin dalla giovinezza."
Tra chi sostiene si possa fare qualcosa emerge una conoscenza della prevenzione legata soprattutto allo stile di vita: come fattore di prevenzione, il 76 per cento indica la dieta, il 58 il movimento, il 46 il non fumare e il 25 il non bere alcol.
Malgrado ciò, quando il medico li richiama all'ordine, alla prevenzione i giovani sembrano preferire la trasgressione.
Eppure, gli intervistati sono ottimisti: il 96% dei sofferenti di ipercolesterolemia/ipertensione dichiara che si può fare qualcosa per la prevenzione cardiovascolare.
Tra le soluzioni, però, nessuno menziona l'andare dal medico.
Per quanto riguarda la popolazione adulta, dai 18 anni in su, la stessa ricerca conferma: un toscano su quattro è affetto da almeno un fattore di rischio cardiovascolare. Ma molti pazienti, anche in questo caso, non lo sanno.