Scuola: la Toscana ricorre alla Corte Costituzionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 settembre 2008 15:34
Scuola: la Toscana ricorre alla Corte Costituzionale

La Toscana si oppone al governo sul fronte della scuola. La giunta ha espresso la volontà di fare ricorso alla Corte Costizionale contro il decreto 112 del governo per quanto riguarda l'organizzazione della rete scolastica, uno snodo fondamentale le cui competenze esclusive sono affidate dalla Costituzione (nuovo titolo V) alle Regioni e che il ministro Gelmini vuole, invece, regolamentare a livello centrale.
L'ha annunciato l'assessore all'istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini che ha incontrato stamani i sindacati scuola (Cgil, Cisl, Snals, Gilda-Unams) per fare il punto della situazione alla luce dei provvedimenti del governo.

«La Toscana – spiega Simoncini - da anni esercita, insieme a Province e Comuni le sue competenze in materia di dimensionamento scolastico e continuerà a farlo. Il decreto 112 lede le nostre prerogative e per questo faremo ricorso. Intanto diciamo a Comuni e Province di continuare a lavorare alla riorganizzazione della rete, anche per il prossimo anno, secondo le scadenze e le indicazioni previste dalla normativa regionale, normativa la cui legittimità è stata confermata a suo tempo dalla stessa Corte costituzionale».

Nel corso della riunione l'assessore ha ribadito il giudizio negativo della Regione sia sul merito dei provvedimenti introdotti del governo sulla scuola («il ministro Gelmini vede la scuola come un costo e non come una risorsa sulla quale investire»), sia sul metodo («le decisioni sono state prese a colpi di decreto, tagliando fuori dal confronto istituzioni e mondo della scuola»). Su queste valutazioni il consenso di partecipanti è stato unanime. Così come la preoccupazione per gli effetti del ritorno del maestro unico che penalizza uno dei punti di eccellenza del sistema scolastico italiano.

Si tratta di un provvedimento – è stato detto - che impoverisce la scuola primaria e,visti i tagli e la forte riduzione dell'orario previsti dal prossimo anno per le elementari, difficilmente potrà conciliarsi con il mantenimento del tempo pieno. Contrarietà è stata espressa anche per i tagli che penalizzano, in particolare, le piccole scuole, anche perchè, è stato rilevato, in Toscana negli anni passati è già stata fatta una razionalizzazione delle sedi e, ulteriori riduzioni di personale rischiano di mettere in discussione .

il diritto all'istruzione dei bambini che vivono in piccoli centri e in realtà montane. I sindacati hanno accolto la proposta dell'assessore Simoncini di rendere permanente il tavolo di confronto Regione sindacati, con l'obiettivo di difendere la qualità della scuola. La Regione, con questo spirito, aderirà e parteciperà alle iniziative programmate dai sindacati, in modo unitario, per il 19 (Forum del mondo della scuola, associazioni professionali, istituzioni) e 25 settembre (assemblea dei maestri elementari presso l'istituto Marco Polo a Firenze).


“Pieno appoggio alla decisione della Regione Toscana, espressa dall’assessore Simoncini, di fare ricorso alla Corte Costituzionale contro il ‘decreto Brunetta’ rispetto alle parti in cui modifica l’organizzazione della rete scolastica”. Lo ha detto Eduardo Bruno, presidente della commissione Lavoro del Consiglio regionale, commentando l’iniziativa della Giunta regionale. “Sollecitiamo la giunta – ha aggiunto Bruno - a estendere il ricorso anche alle parti del decreto che colpiscono in modo pesante, smantellandoli, i diritti dei lavoratori, i salari, i contratti collettivi di lavoro”.

Secondo il presidente della commissione Lavoro, infatti, gli effetti negativi del decreto sono molteplici. Fra questi, Bruno cita la nuova regolamentazione introdotta per le assenze per malattia, definita “pregiudizialmente punitiva nei confronti dei lavoratori pubblici, che perdono fette consistenti di stipendio” e aggiunge che così “viene oltretutto intaccato pesantemente il loro diritto alla salute, stabilito dalla Costituzione”. Un altro aspetto – dichiara ancora Bruno - riguarda in particolare ale donne che lavorano.

“Il part-time, a cui molte fanno ricorso per poter conciliare lavoro e famiglia, diventa l’eccezione nei contratti di lavoro. Infatti secondo il decreto 112 viene ‘di norma non concesso’. Con grave disparità di trattamento tra uomo e donna”. Per quanto riguarda i contratti collettivi di lavoro, sottolinea Bruno, “gli integrativi sono controllati ‘a posteriori’ dalla Corte dei Conti, con violazione dell’autonomia organizzativa, gestionale e finanziaria delle Regioni”. Il presidente della commissione Lavoro conclude affermando di aver già espresso al presidente Martini “ tutte le nostre perplessità sull’argomento.

Invitiamo perciò la Giunta a investire la Corte Costituzionale del compito di valutare tutti questi aspetti assai critici del decreto”. (red)

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