Firenze, 11 giugno 2008- Agricoltori in ginocchio per l’aumento dei prezzi. Sotto accusa, almeno stavolta, non è il petrolio, ma sono i concimi chimici e i fertilizzanti, che negli ultimi mesi hanno subito aumenti stratosferici, che oscillano anche fra il 300 e il 400% rispetto agli inizi del 2007, e si trovano con sempre maggiore difficoltà. Una tegola pesante sui coltivatori, già alle prese con rendimenti ridotti all’osso e che ora si trovano a fronteggiare spese sempre più pesanti per questi prodotti, a cui si sommano anche i rincari di erbicidi e insetticidi.
“Siamo di fronte a una congiuntura mondiale sfavorevole – spiega Simone Tofani, responsabile dell’Area Tecnica della Cooperativa Agricola di Legnaia – con una sempre maggior richiesta di fertilizzanti e concimi chimici che arriva dai paesi in forte sviluppo, come India e Cina, e questo, sommato alle sempre maggiori difficoltà estrattive di fosforo e potassio che sono la base di molti di questi prodotti, ha fatto sì che ci si trovasse di fronte a una domanda nettamente superiore all’offerta.
In conclusione: prodotti quasi introvabili e prezzi alle stelle.
Basta fare l’esempio del fosfato biammonico, uno dei fertilizzanti più usati e conosciuto anche come 18/46, che dai 300 euro dell’inizio 2007 è già arrivato a superare 700 euro la tonnellata, con una previsione che lo annuncia a breve sopra i mille euro. Uno dei pochi prodotti italiani, l’Urea, ha retto per un po’ a prezzi buoni, ma poi anche il costo dell’azoto è schizzato in alto. Si tratta di aumenti che, se possono essere assorbiti dal settore cerealicolo, dove i prezzi sono saliti in modo esponenziale, mettono invece in crisi le produzioni ortofrutticole, incapaci di ammortizzare questa mazzata.
In netta ascesa, poi anche i prezzi degli erbicidi, con rincari del 100%, e gli insetticidi, dove si parla di aumenti fra il 25-30%. Un caroprezzi pesantissimo per i nostri agricoltori, che saranno messi letteralmente in ginocchio, ma che rischia di trasformarsi in una vera tragedia per i paesi del Sud del mondo, dove l’alimentazione si basa quasi esclusivamente sui cereali, riso in particolare”.
Una situazione che sembra aver stimolato anche fenomeni speculativi.
“Come Cooperativa Agricola di Legnaia – ammette Tofani –, e con noi anche altre realtà di settore dell’area fiorentina e della Toscana, abbiamo cercato di calmierare i prezzi, acquistando grandi quantitativi di fertilizzanti e concimi lo scorso anno, quando i costi erano ancora accettabili, per rivenderli al prezzo giusto, senza approfittare della situazione.
Il problema è che anche le scorte si avviano a finire e dopo potremo fare ben poco. Alcuni agricoltori hanno iniziato a ridurre l’utilizzo di questi prodotti o hanno scelto di puntare su quelli di maggiore qualità, per diminuire il quantitativo. Nel complesso, i coltivatori si troveranno a fare i conti con una riduzione ulteriore di utili già ridotti ai minimi termini e escluderei anche l’eventualità che ci si trovi di fronte a aumenti dei prodotti agricoli, perché in questo caso non sono i produttori a fare i prezzi.
Il prossimo inverno, quando si dovrà attivare il riscaldamento per le colture in serra, ci sarà anche il caro gasolio a rendere ancora più difficile la situazione”.