Firenze- Un Piano sanitario 2008-2010 non calato dall’alto ma condiviso con i cittadini nei valori di fondo, nelle priorità, negli impegni per il futuro. E’ questo il risultato di un lavoro ampio e approfondito che la giunta regionale ha approvato nella seduta di ieri su proposta dell’assessore regionale per il diritto alla salute e che va ora in Consiglio regionale per il voto definitivo. Alla base del Piano quattro parole chiave: appropriatezza e qualità, produttività e iniziativa. Nel suo testo importanti progetti per i singoli settori.
Ma un moderno piano sanitario non è solo frutto di un lavoro tecnico. Deve tenere conto delle esigenze della popolazione e delle sue aspettative. Per verificare a che cosa pensano davvero i cittadini toscani quando immaginano un buon servizio sanitario pubblico il Laboratorio Management e Sanità della Scuola Sant’Anna di Pisa ha svolto su incarico della Regione, proprio per aiutare l’elaborazione del piano, una indagine telefonica su 5.400 persone, con lo scopo di consegnare alla valutazione pubblica i nuovi principi enunciati nella proposta di Piano, acquisire interpretazioni, convinzioni, idee sui temi ed obiettivi cruciali.
A tutti loro è stato chiesto che cosa, pensando alla sanità, fanno venire in mente le espressioni “iniziativa” o “ migliorare la qualità e la produttività”. Le persone intervistate non solo hanno tradotto e “pesato” i principi guida in aspettative concrete, frutto di esperienze, valori, interessi che vorrebbero veder realizzati, ma hanno anche restituito un insieme di requisiti sui quali il Sistema stesso dovrà misurarsi e “rendere conto”. Il cittadino chiede accessibilità alle cure, trasparenza e tempestività di percorsi diagnostici terapeutici; esige attenzione come persona ed un rinnovato rapporto professionista – paziente; domanda una informazione maggiore sulle cause di fragilità e sulle qualità necessarie per mantenersi in salute; richiede al sistema una sostanziale efficienza organizzativa evitando gli sprechi e la frammentazione dei percorsi diagnostico terapeutici.
Vuole, in sintesi, una nuova cultura delle responsabilità che, accanto ai tradizionali indicatori di efficacia, efficienza, economicità, ponga le dimensioni dell’equità, della trasparenza, della correttezza in tutti gli aspetti della relazione e della gestione della salute. Questo piano, ha sottolineato l’assessore regionale per il diritto alla salute, si propone di “rendere conto” al cittadino, puntando su alcuni grandi progetti che, direttamente ed indirettamente, guardano sia alle esigenze individualmente espresse sia alla complessità dei problemi che esistono nella moderna gestione della salute di tutti.
"L’Assessore Rossi -ribatte Annamaria Celesti (F.I.), Vicepresidente della Commissione Sanità- sceglie di presentare il Piano Sanitario Regionale 2008-2010 in piena campagna elettorale e non a caso si dimentica di essere stato proprio lui l’autore di altri due PSR (2002-2004 e 2005-2007) e oggi non presenta come primo atto il rendiconto.
Ci saremo infatti aspettati nell’interesse dei cittadini, prima di tutto un bilancio tra quanto programmato nei due precedenti PSR e quanto realizzato fino ad ora. Di fatto, tra il superamento della visione ospedalocentrica, che in Toscana ha visto in dieci anni passare da 96 strutture ospedaliere alle attuali 44 (con una forte riduzione anche dei posti letto e dei giorni di degenza) non c’è stata né programmazione né investimenti economici sul territorio così da renderlo l’epicentro prima della salute e poi della sanità.
Per cui concetti come la centralità della persona e dei suoi bisogni rimangono, nel modello sanitario toscano, una chimera. L’Assessore Rossi sa bene avendolo più volte affermato (e i dati dell’Ars già dal 1999 lo confermano) che ci sono fette consistenti di popolazione toscana che per condizioni socio-economiche e culturali, non solo sono ai margini del servizio sanitario regionale ma addirittura non si riescono a esprimere il loro bisogno di salute. E proprio per rispondere ai più deboli, Rossi oggi avrebbe dovuto annunciare una profonda trasformazione, in primo luogo culturale e poi anche di carattere organizzativo e gestionale del modello sanitario toscano.
Forza Italia è fortemente convinta infatti che il sistema sanitario debba essere pubblico, ma questo non significa che l’erogazione dei servizi debba essere fatta solo e soltanto attraverso strutture pubbliche. Ogni cittadino deve essere libero e consapevole protagonista dei propri percorsi di cura e prevenzione attraverso la possibilità di scegliere tra una pluralità di soggetti, anche privati. Occorre rompere il monopolio del potere pubblico che fino ad oggi nella nostra regione ha posto e pone il cittadino nella singolare condizione di essere “liberalmente obbligato” a rivolgersi alle strutture pubbliche o private-accreditate, ma scelte sempre dall’alto.
Ne sono un esempio gli attuali Cup delle singole aziende e presto anche il Cup di area-vasta. Dunque integrazione con pari dignità tra pubblico e privato, ma occorre anche introdurre il concetto di competitività e meritocrazia. Quest’ultima non può essere che l’unico criterio attraverso cui dare la possibilità di raggiungere posizioni apicali solo a coloro che dimostrano dia vere competenze e professionalità maggiori di altri a garanzia per il cittadino di ricevere prestazioni di qualità, efficaci ed efficienti.
È dunque su queste basi che ci confronteremo, prima in Commissione e poi in Aula, con la maggioranza di governo della Regione Toscana sul nuovo PSR 2008-2010".