Firenze- Una verifica personale e diretta della reale operatività quotidiana dei Pronto soccorso, per porre rimedio, anche con interventi straordinari, alle situazioni di criticità: è a questo impegno che l’assessore regionale per il diritto alla salute chiama i direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere universitarie di tutta la Toscana. I direttori dovranno essere presenti ai Pronto soccorso nell’arco di una giornata, per prendere visione personalmente dei problemi e del miglior modo per farvi fronte.
Alla fine di questa settimana dovranno inviare all’assessorato una relazione mentre a partire dalla metà della prossima sarà disponibile una scheda sintetica con cui segnalare quotidianamente, all’Osservatorio regionale per l’emergenza urgenza e direttamente anche all’assessore, l’effettivo stato dei Pronto Soccorso.
Nella lettera si ricorda che lunedì scorso la Giunta regionale ha deliberato un significativo progetto di intervento per i Pronto Soccorso toscani. Lo scopo è innanzitutto di migliorare la qualità del servizio al cittadino e di consentire un’appropriata e tempestiva gestione dei problemi di salute.
Per questo viene indicato come opportuno che entro un’ora dall’accoglienza avvenga un primo contatto medico per gli accessi classificati come verdi. Inoltre è chiesto un netto e percepibile miglioramento per l’accoglienza, il confort e l’attenzione continua ai bisogni immediati del cittadino, compresa la garanzia di un ragionevole tempo di permanenza in Pronto Soccorso.
La delibera adottata dalla Giunta destina un consistente contributo finanziario sia per gli interventi sulle strutture, sia per le assunzioni che si rendono necessarie.
Emerge tuttavia, si fa notare nella lettera, che al di la di queste indicazioni, in modo particolare in questo periodo caratterizzato da un aumento significativo di persone collegate all’epidemiologia stagionale, avvengono episodi di disfunzioni, criticità, ritardi e cadute del profilo assistenziale. Da qui l’esigenza e la richiesta di una verifica personale e diretta da parte dei direttori generali.
Una parte dei problemi possono essere risolti con misure organizzative relative sia alla flessibilità che alla produttività, le quali garantiscano anche un rapporto più efficace tra il territorio, (medici di famiglia, specialistica ambulatoriale, 118 e medici di continuità assistenziale), il Pronto Soccorso e i reparti ospedalieri; mentre un’altra parte delle carenze del profilo assistenziale del pronto soccorso potranno essere risolte con l’utilizzo di fondi già stanziati dalla Giunta regionale.
Qualora questi fondi risultassero insufficienti i direttori generali dovranno rivedere il progetto a suo tempo presentato all’assessorato e a cui la Giunta ha fatto riferimento, e richiedere che venga stanziato un ulteriore finanziamento. L’assessore conclude la sua lettera precisando di considerare l’avvio a risoluzione dei problemi del pronto soccorso una prova fondamentale per la valutazione della capacità di governo di un’Azienda da parte del suo gruppo dirigente.
“Due pesi, due misure e una mistificazione.
L’Assessore Rossi qualche giorno fa accusa i Medici di Medicina Generale, ieri annuncia sanzioni contro gli operatori sanitari rei di non saper impedire l’ingorgo di ambulanze a Ponte a Niccheri con i malati costretti ad attendere dentro i mezzi. Peccato che non abbia tenuto conto che analoghi episodi di disservizi ormai da tempo si stanno verificando presso i pronto soccorso di molti presidi ospedalieri toscani come la Gruccia di Arezzo, Meyer di Firenze, Ceppo di Pistoia, Campo di Marte di Lucca, San Giuseppe di Empoli, Civile di Livorno.
Con questa affermazione Annamaria Celesti, Vice Presidente della Commissione Sanità e Consigliere regionale di “Forza Italia verso il Popolo della Libertà”, annuncia una interrogazione urgente per conoscere, in termini di programmazione e organizzazione, quali misure l’Assessore Rossi intenda adottare per impedire tali disservizi quotidianamente. “Evidentemente per l’Assessore Rossi è più produttivo, elettoralmente parlando, l’attacco continuo e organico agli operatori piuttosto che recitare il “mea culpa” per le indubbie e oggettive inefficienze del modello sanitario toscano.
E’ fin troppo facile – continua Celesti - gettare la croce sugli operatori ed eludere le proprie responsabilità per le troppe cose che non funzionano nella sanità toscana pensando che solo lo stanziamento di 70 milioni di euro in 3 anni, per la ristrutturazione e il potenziamento dei Pronto Soccorso, possono risolvere la situazione facendo acquisire efficienza operativa. Di fatto il Pronto Soccorso dovrebbe essere solo il punto di accesso delle urgenze, e il territorio, così come già annunciato nel 2002, avrebbe dovuto essere il punto di riferimento di assistenza 24 ore su 24 per i cittadini.
Chiamare in causa genericamente, - conclude Celesti - con una strategia offensiva solo e soltanto il personale sanitario, soprattutto medico, oltre che sbagliato e ingiusto costituisce un inaccettabile scaricabarile”.