La Fondazione Ragghianti inaugura venerdì 16 novembre una mostra dedicata alla raffigurazione della natura morta in Italia nel secondo Novecento dal titolo L’alibi dell’oggetto. Morandi e gli sviluppi della natura morta in Italia, curata da Marilena Pasquali e realizzata con la collaborazione del Centro Studi Giorgio Morandi di Bologna. L’esposizione indaga attraverso 120 opere dei maggiori artisti italiani, dagli anni Cinquanta ad oggi, “la via italiana alla natura morta”. Parlando di “natura morta” non si può prescindere dall’opera di Giorgio Morandi, punto fermo da cui parte questa indagine, per approdare poi ad esiti anche molto diversificati e persino inattesi.
Il cuore della mostra sarà costituito da 33 opere dell’artista bolognese, tutte scelte fra quelle degli anni Cinquanta e Sessanta per aprire la strada alle ricerche più recenti, da Filippo de Pisis ad Alberto Burri, Afro, Fausto Melotti, da Lucio Fontana a Jannis Kounellis, da Renato Guttuso a Mimmo Rotella, da Piero Manzoni, da Pino Pascali a Michelangelo Pistoletto e Claudio Parmiggiani, per arrivare a Piero Pizzi Cannella, Luca Pignatelli, Luca Caccioni fino alle generazioni più giovani come Eron.