Scandicci, 10 settembre 2007 - Il gruppo CommProve opera da anni nel settore della telefonia mobile, produce sistemi hardware e software che permettono di monitorare la qualità della rete 2G/3G da parte dei gestori proprietari. Sul territorio nazionale ha clienti come Telecom Italia e Wind, mentre in ambito europeo ed extra-europeo vanta acquirenti come Motorola ed altri ancora come Orange in Spagna, Wind Hellas in Grecia, Tim Brazil in Brasile, Telecom Personal in Argentina e Entel PCS in Cile.
La crisi che ha colpito il settore, comportando minori investimenti da parte delle compagnie telefoniche, ha riguardato ovviamente anche il gruppo CommProve, che ha deciso una riduzione di costi in seguito alla mancanza e/o al ridimensionamento delle commesse di vendita e/o manutenzione. Questa operazione di ristrutturazione prevede un forte taglio al personale, con perdita del posto di lavoro per 28 unità lavorative, su un totale di 77 unità occupate nella sede di Scandicci. La procedura di mobilità è stata aperta il 23 agosto scorso e da allora le OO.SS, insieme con le RSU, sono impegnate ad un tavolo di trattativa con l’azienda per trovare una soluzione alternativa.
Le OO.SS, d’accordo con le RSU interne, hanno invitato l’azienda a considerare strumenti alternativi alla mobilità, cioè altri ammortizzatori sociali che potrebbero abbattere per un periodo più o meno breve i costi del personale, rilanciando contemporaneamente l’Azienda. Queste considerazioni scaturiscono dal fatto che il settore non è ritenuto maturo e pertanto ci possono essere possibili margini di sviluppo. L’azienda ha risposto negativamente a queste richieste ritenendo impraticabili strade alternative alla mobilità e ha posto la questione del ridimensionamento del personale come prerogativa per ogni tipo di trattativa.
I lavoratori, riuniti in assemblea il 4 settembre, hanno deliberato 20 ore di sciopero,di cui 2 per oggi lunedì 10 settembre. Durante l’assemblea dei lavoratori svoltasi stamani è emersa la volontà di porre la questione a conoscenza dell’opinione pubblica e delle istituzioni locali, nella speranza che l’azienda riveda le sue posizioni.