Firenze - Dall’associazione GreenLine del Libano a Nature Trust di Malta; dalla francese U Marinu, alla spagnola Depana e all’inglese Concordia; dal WWF a Greenpeace. E’ un vero e proprio vertice dell’ambientalismo europeo quello che è in corso presso il Centro per lo Sviluppo Sostenibile di Legambiente a Rispescia (Grosseto), per il convegno “Il Volontariato ambientale in Italia e nel Mediterraneo” nell’ambito della Festa della Toscana 2006 dedicata al tema del volontariato. Un vertice che si svolge non a caso a Rispescia, da dove parte la campagna “Clean-Up the World”, la più importante iniziativa di volontariato ambientale che mobilita ogni anno solo in Italia circa un milione di volontari.
“In Europa sono oltre due milioni i volontari attivi nel settore ambientale che quotidianamente utilizzano il loro tempo libero per occuparsi dell’ambiente in tutti i suoi aspetti: dai rischi di desertificazione, alle energie pulite, alle denunce di inquinamento e cementificazione – spiega Erasmo D’Angelis, Presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale della Toscana, promotore del convegno – E’ un volontariato in forte crescita, soprattutto fra i giovani, e la Toscana è la Regione europea più presente con 90.000 volontari attivi, il 18 per cento dei volontari italiani.
L’impegno della Regione è a valorizzare ed incentivare questa crescita e a far diventare la Toscana sede del coordinamento internazionale del volontariato ambientale”. Per Angelo Gentili, Segreteria Nazionale Legambiente, le opportunità del volontariato ambientale in Toscana ed in Italia sono eccezionali. Noi siamo una sorta di pronto intervento e interveniamo rimboccandoci le maniche quando c’è da lavorare per garantire la tutela e la cura degli ecosistemi. L’azione dei volontari è insostituibile ed ogni volta che ripuliamo le nostre spiagge o i nostri boschi compiamo un’azione forte di solidarietà e civiltà.
Per il Consigliere Regionale Andrea Agresti (An) “Le istituzioni non solo devono ringraziare questo volontariato ma devono dare supporti e garantire il massimo appoggio ad iniziative che aiutano le nostre città ed i nostri territori a competere sul piano dell’offerta ambientale.
Nel pomeriggio, sempre a Grosseto (nella sede della Provincia), sarà inaugurata al mostra fotografica “La solidarietà in occasione dell’alluvione del 1966”.
All’inaugurazione partecipa anche il presidente del Consiglio regionale, Riccardo Nencini.
“Basta con questa guerra che colpisce non soltanto i civili, e soprattutto i bambini, ma anche in maniera drammatica l’ambiente. Il Libano sta rischiando una vera e propria catastrofe ecologica e chiedo all’Italia e all’Europa di intervenire immediatamente con una task force che valuti i danni ambientali all’ecosistema, aiutandoci nel ripristino delle condizioni precedenti. L’Italia sta operando con un grande sforzo che apprezziamo molto per garantire la pace e il nostro obiettivo è garantirci anche dai rischi di contaminazione radioattiva, da inquinamento marino ed atmosferico e dalla disseminazione di bombe a grappolo anche all’interno di parchi, spiagge e territori agricoli”.
E’ quanto dichiara Hala Achour Saffiedine, Presidente GreenLine del Libano, presente al vertice degli ambientalisti europei di Rispescia (Grosseto), nel convegno “ Il volontariato ambientale”, organizzato nell’ambito della Festa della Toscana dal Presidente della Commissione Territorio e ambiente del Consiglio regionale della Toscana, Erasmo D’Angelis.
Hala Achour Saffiedine lancia un appello alla Comunità internazionale affinché si intervenga immediatamente nei territori colpiti dai bombardamenti subiti la scorsa estate, per contenere i danni derivanti dalla distruzione della raffineria di Jiyyeh, 30 Km a sud di Beirut, situata sul mare, causando lo sversamento di 15.000 tonnellate di petrolio greggio e un incendio che ha provocato una nube di diossina e sostanze tossico-nocive e cancerogene che stanno provocando danni irreversibili e un inquinamento senza precedenti nelle acque marine libanesi, cipriote, turche e greche.
“Purtroppo nessuno è potuto intervenire per contenere il catastrofico danno ed oggi le conseguenze sono drammatiche e devastanti”, spiega Hala Achour Saffiedine.
Inoltre, come sempre accade negli ultimi conflitti internazionali, sono state utilizzate armi al fosforo bianco, all’uranio e bombe a grappolo che hanno “minato” migliaia di ettari di territorio libanese anche incontaminato, comprese molte aree protette.
“La comunità internazionale ci aiuti a ritrovare una convivenza pacifica nei nostri territori perché le guerre ed i conflitti negano quella libertà e quei diritti, anche alla fruizione dell’ambiente, di cui tutti noi abbiamo un disperato bisogno” .
“L’Italia e la Toscana in particolare, con le nostre strutture di monitoraggio, possono intervenire con un piano di bonifica e di salvaguardia dei territori e delle acque. Lavorare per la pace significa anche lavorare per l’ambiente”, spiega Erasmo D’Angelis.