Firenze, 9 giugno 2006- «Una tecnica enologica che velocizza il processo d’invecchiamento e lo rende molto più conveniente, ma altera la tipicità del prodotto toscano provocandone conseguenze all’immagine frutto di un lavoro che ha richiesto anni di sforzi da parte delle aziende».
E’ quanto sostiene la Cia Toscana circa il via libera da parte dell’Ue all’uso di trucioli nel vino. Prima che venga adottata qualsiasi decisione definitiva a livello comunitario, la Cia chiede che l’Ue si impegni almeno a prevedere nell’etichetta la chiara indicazione sul metodo utilizzato per invecchiare il vino.
La Confederazione sostiene che il parere favorevole che il Comitato di Gestione vinicolo di Bruxelles ha espresso in merito alla produzione di vino con trucioli di legno, non deve comportare una semplice presa d’atto da parte del nostro paese.
«Occorrerà assumere adeguate iniziative al riguardo - dichiara Giordano Pascucci, Presidente regionale della Cia – tenendo di conto che l’adozione del regolamento prevede la consultazione in sede Wto e, solo dopo, anche nell’Ue, pertanto ci sono gli spazi per un’azione politica incisiva da parte del governo italiano».
Secondo il parere della Cia occorrerà opporsi con fermezza alla revisione dei regolamenti comunitari sulle pratiche enologiche e adoperarsi per la ulteriore tutela della qualità dei vini a livello europeo e mondiale.
«Quale che sia il risultato finale di questo procedimento - prosegue Pascucci - c’è da dire che al vino toscano i trucioli non servono, perché la stragrande maggioranza dei viticoltori locali vuole continuare a contraddistinguersi nel mercato per produzioni di qualità e tipiche, affermando e valorizzando i vitigni autoctoni e la biodiversità, rafforzando il legame del vino con il territorio di origine».
Il vino toscano, secondo i dati dell’Irpet riferiti al 2005, non godrebbe di ottima salute. Nel 2005 la produzione è crollata a 2,8 milioni di ettolitri, con una contrazione del 12% rispetto al 2004. Colpa della stagione climatica sfavorevole, ma anche di una precisa volontà dei produttori di privilegiare proprio la qualità rispetto alla quantità. Il netto segnale di un abbassamento del prezzo delle etichette viene però dai dati dell´export che nel 2005 ha fruttato alla Toscana 488 milioni di euro (+1,6%, sotto la media nazionale del 3,6% e largamente meno del Piemonte, +16).
La Toscana del rosso ha clamorosamente sfondato in Canada con un aumento sia del valore (+39,58%) che delle quantità esportate (+45,1%), mentre significative sono, per quanto riguarda i valori quantitativi, le crescite in Giappone (+24,8%), in Germania (+7%), in Francia (+5,2%) e il solo crollo in Svizzera (-11,7%). E´ il segnale più evidente che, se si abbassano i prezzi, il vino toscano si vende bene in tutto il mondo.
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I consiglieri dei Democratici di Sinistra Beatrice Biagini e Massimo Sottani ed il consigliere de La Margherita Piero Giunti hanno presentato una domanda d’attualità per il Consiglio provinciale di lunedì 12 giugno sulla pratica enologica per l’invecchiamento dei vini.
La Giunta Municipale di Pontassieve ha, infatti, recentemente approvato un Ordine del Giorno contrario alla pratica enologica di aggiungere trucioli di legno di rovere per ottenere l’effetto “invecchiamento” per i vini prodotti in Europa e in Italia. Considerata la necessità di difendere le tradizioni e la qualità del vino italiano, con particolare riferimento a quello prodotto nel territorio della Provincia di Firenze i consiglieri chiedono di conoscere le valutazioni della Giunta provinciale in merito e quali iniziative intenda intraprendere.