Firenze – Tosca di Puccini è tornata a riempire, anche nella replica di ieri sera, le sale del Teatro comunale. Opera lirica in tre atti, diretta dal maestro Zubin Metha con l’orchestra del Maggio musicale e la regia di Giorgio Barberio Corsetti, si presenta in un nuovo allestimento, in una originale rilettura di stampo modernistico, che non ha mancato di suscitare dure critiche. Una rivisitazione insolita e audace del dramma pucciniano; sorpresa ha destato soprattutto l’introduzione, a molti apparsa fuori luogo, di un televisore, messo in scena con il II atto.
Non sono infatti delle tradizionali candele ad illuminare il cadavere di Scarpia, il perfido capo della polizia ucciso da Tosca, ma uno schermo televisivo che trasmette una sua precedente intervista. E se la messinscena è stata bocciata, o meglio rimandata, impeccabile risulta l’esito musicale dell’opera. Curata ed appassionata la direzione del maestro Mehta nel valorizzare i preziosismi della partitura. Sonorità dolci e soavi dai toni morbidi ed eleganti abbracciano calorosamente il pubblico, che è trasportato in un’atmosfera sospesa, sublimata da note calde e avvolgenti.
Emozionante l’ensemble di violoncelli del III atto, guidato da Marco Severi, primo violoncellista. A dare la voce alla bella Tosca e alla disperata gelosia che finisce per tradirla, è l’attesissima Violeta Urmana, alla sua prima volta in questo ruolo: grande voce la sua, che emerge soprattutto nel II e III atto. emozionante il “Vissi d’arte, vissi d’amore”, in cui si consuma il dramma d’amore e di gelosia della bella Floria. Leggermente sotto tono è apparso ieri sera Mardok Haddok, sulle scene nelle vesti del pittore Mario Cavaradossi, amante di Tosca, che, nonostante un’improvvisa indisposizione ha comunque affrontato con sicurezza gli impegni canori più difficili.
Il cinico e diabolico Scarpia è interpretato con incisiva eleganza da Ruggiero Raimondi, che, da dodici anni assente da Firenze, torna ad interpretare uno dei suoi personaggi più riusciti. La regia di Corsetti si esprime in scene geometriche ed essenziali ma dal forte impatto mediatico e innovativo. Una Tosca più moderna dunque, più realistica agli occhi degli spettatori, più vicina al loro mondo. Curioso l’espediente dei video: la proiezione sul fondo della scena dei volti ingigantiti dei personaggi ne sottolinea la drammaticità delle espressioni, i tratti tremolanti, mossi dalle vibrazioni della voce.
Lo scorrere delle rose, invece, evoca romanticamente l’amore e le speranze di Tosca e del suo pittore. Grande il senso di angoscia dello spettatore che si lascia avvolgere dalle trame sinuose del filo di luce rossa che attraversa la scena alimentando una struggente empatia. Molto applaudita la musica, una vera e propria ovazione per Violeta Urmana, qualche contestazione per la regia, probabilmente fomentata da una critica un po’ troppo tradizionalista. Ancora tre le repliche in programma, in scena domenica 15, mercoledì 18 e sabato 21.
Sara Montesi