Il tasso del lavoro sommerso in Toscana nel 2002 (10,8%) è al di sotto di quello nazionale (14,2%) e diminuisce di quasi 2 punti rispetto al '95.
La più alta concentrazione del lavoro irregolare si rileva nei settori regionali dell'agricoltura e del terziario che rimangono comunque nettamente inferiori al valore nazionale.. In particolare il primo, aumenta di oltre 5 punti tra 1995 e 2002, mentre il secondo diminuisce di 2 punti.
Relativamente più basso, il tasso d'irregolarità dell'industria toscana che da 5,4% del 1995 passa a 4,4% nel 2002.
Il settore che si discosta maggiormente dal dato nazionale è quello dell'edilizia che, nel 1995, registra un tasso del 7,7% contro un 16,5% nazionale e, nel 2002, un 6,3% contro un 13,9%.
Lo rileva uno studio di Unioncamere Toscana, su dati Inps ed Istat, che chiude il ciclo di ricerche sul sommerso, avviato da Unioncamere nel 2001.
"Se lo sforzo dei primi due volumi era rivolto agli aspetti più generali sull'uso del lavoro irregolare - ha spiegato il Presidente Pierfrancesco Pacini - con questa terza pubblicazione vogliamo offrire uno strumento tecnico per la lettura delle problematiche legate al sommerso al fine di attuare politiche che aiutino a superare tale fenomeno ".
"Siamo infatti arrivati all'individuazione di un modello econometrico in grado di individuare le aree, i settori e le caratteristiche dimensionali delle imprese dove maggiore è la diffusione del sommerso".
In questo rapporto, come nei precedenti, si è tentato di integrare l'analisi quantitativa su dati amministrativi con l'indagine qualitativa «sul campo», al fine di raggiungere un obiettivo conoscitivo centrale per la programmazione di interventi di politica economica: la spiegazione del ricorso al lavoro sommerso da parte delle imprese.
"Questi risultati - ha concluso Pacini .- se estesi anche ad altre regioni, potrebbero offrire un contributo significativo per colmare una grave lacuna nelle informazioni disponibili sul fenomeno, che sono o macro (basate sulla contabilità nazionale) o micro-qualitative (con indagini molto approfondite, ma scarsamente rappresentative).
Mancano generalmente le informazioni di livello intermedio, sulla composizione settoriale e sulla distribuzione territoriale del sommerso, che sono contenute proprio nei dati Inps".
Dalle ispezioni condotte dall'Inps presso le imprese della regione si rileva che a partire dal 2000 la Toscana ha diminuito il ricorso al sommerso. I dati, inoltre, mostrano una relazione inversa tra dimensione d'impresa ed uso del lavoro irregolare, mentre non emerge alcun effetto legato alla natura artigiana delle imprese.
A livello provinciale, sono Siena ed Arezzo le più virtuose mentre la provincia di Prato mostra la maggiore quota di sommerso.
In particolare, il modello econometrico ha individuato nell'ascesa di Prato una chiara relazione tra cambiamenti socio-demografici, dovuti all'insediamento ed alla crescita della comunità cinese, mutamenti della struttura produttiva ed uso del sommerso, anche se non è infondata l'ipotesi che la crescita degli ultimi anni sia spiegabile come una generalizzazione di pratiche da lungo tempo presenti nel distretto, derivante principalmente dalla crescente pressione competitiva internazionale.