Super De Gea, la notte viola è magica. Adli-Gud, Milan ko

Lo spagnolo para due rigori, dal dischetto errore di Kean. Ma la prova della squadra è convincente per gioco e carattere

Paolo
Paolo Pellegrini
06 ottobre 2024 23:33
Super De Gea, la notte viola è magica. Adli-Gud, Milan ko
Foto Fabio Vanzi

Bella di notte, la Viola che stende il Milan malgrado le nefandezze di una squadra arbitrale che peggio non si può vedere: Bella per cuore e anche per gioco, fnalmente, e Palladino le mosse le azzecca anche se deve ormai convincersi che con la difesa a quattro, malgrado il sacrificio di Gosens là dietro – e quando si libera in avanti e offre a Kean un boccone ghiottissimo sparacchiato alto per troppa fretta il sacrificio fa ancora più male – insomma con la difesa a quattro è tutta un’altra musica.

Beh, magari non è solo per quello. Magari un po’ di rodaggio in più ha fatto bene a tutti, specialmente ai nuovi; magari il tecnico ha capito – siamo tra quelli che l’hanno urlato, a voce al Franchi e anche e soprattutto qui – che di Adli in campo non si può fare a meno, perché il lungo gamberellone francese dà tutto un altro assetto al gioco, con Cataldi fa coppia alla perfezione, e guardacaso in due uscite da titolare ha messo a segno anche due splendidi gol, questo contro il Milan in particolare: prende palla da fallo laterale, qualche passo per accentrarsi ed entrare in area e pamm, rasoiata velenosa che Maignan vede sfilare, sbattere nel palo e insaccarsi nell’angolo lontano.

Foto Fabio Vanzi

Diciamoci la verità. Non è parso tutta questa corazzata imbattibile il Milan che pure ha tenuto il pallone per il 61% dei quasi 98 minuti totali, dice una statistica che mi puzza di bruciato perché a un certo punto dava 5 tiri in porta dei viola, poi alla fine ne trovi solo 3, mah. Un limite serio: è una squadra di Fonseca, giochicchia un tempo, arremba ma arruffa nella ripresa, pesta e soprattutto si lamenta, si lamenta, si lamenta e protesta, protesta, protesta...

Ci vuole Pairetto in serata di particolare grazia, nel senso delle nefandezze – e meno male che grazie al gioco delle rotazioni non tornerà tanto presto su questi schermi – per consentire tutta questa lagna di proteste e proteste. Bastasse, però: perché l’arbitro di Nichelino ne infila una dietro l’altra, in una partita certo non facile, maschia, senza risparmio di botte. Tre rigori in una serata: il primo lo deve vedere il Var, ma Dodo è comunque in anticipo netto su Hernandez; il secondo e il terzo li decide lui direttamente senza accettar consigli, ma la mano di Ranieri sulla spalla di Rejinders è una lievissima veniale carezza che purtuttavia provoca un semisvenimento da Eleonora Duse, e il contatto Kean-Gabbia è innescato dal rossonero, anziché fallo del centravanti viola.

Ah, se questi devono essere metri di giudizio, di rigori ce ne sarebbe un quarto in area milanista, Colpani messo giù senza complimenti ancora da Hernandez, mi è parso, ma lì nulla. Poi clamoroso il rosso a Palladino: Kean si libera di tre avversari tre in un colpo solo subendo anche carica, ma la punizione è assegnata al Milan, il tecnico viola se la piglia e vola fuori; subito dopo non c’è un meritato giallo ad Abraham (che non era stato zitto un istante, ma quanto fiato avrà sprecato) per un fastidio insistito a De Gea; infine, fischiato nel concitatissimo finale con il Milan in arrembaggio un fallo a Kouamé, ma c’era una carica precedente non vista.

Mamma mia.

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Tre rigori, s’è detto. Kean lo sbaglia maluccio, si capisce già dal pesticcìo in rincorsa che c’è incertezza, e difatti è un appoggio basso a Maignan che blocca. Altra storia sul fronte opposto, protagonista assoluto David De Gea. Calcia Hernandez, angolatissimo, De Gea si disente sulla sua sinistra e toglie la palla dalla base del palo; poi calcia Abraham angolato ma a destra, De Gea ci arriva e devia. Eroe dunque della serata, il trentatreenne portierone ex Atletico e United, hai detto stecco; eroe anche perché salva almeno altre tre palle velenosissime, in avvio su Leao con gran colpo di reni sotto la traversa, poi di piede ancora su Leao e infine sull’indemoniato Chukwueze, che entra e fa il diavolo a quattro.

Ma i difensori viola sono attenti, bei recuperi e belle chiusure, belle sportellate quando ci vuole, peccato per quella distrazione di Adli che perde Pulisic sul cross tagliato di Hernandez per il momentaneo pareggio (discussione in tribuna stampa: De Gea poteva anche uscire su una palla che gli passa davanti al limite dell’area piccola, o no?).

Funziona De Gea, funziona la difesa, malgrado un giallo condizionante a Dodo su Leao dopo appena otto giri di lancetta. Funziona la Fiorentina, di Adli-Cataldi s’è detto, e c’è Bove che arpiona palloni poi magari è poco incisivo nella manovra, funziona Colpani che la gioca praticamente tutta, manca un gol con un pallonetto inutile quando si poteva tentare la botta a due metri dalla faccia di Maignan; funziona Guðmundsson che porta scompiglio e poi sa inserirsi per il gol vincente a chiudere un’azione rapidissima con bel tocco di Kean.

Il quale sbaglia il rigore, sì, e magari è meglio se si disegna una vera gerarchia per i penalty. Il quale (sempre Kean) sparacchia alto un meraviglioso invito di Gosens, si fa beccare due volte in fuorigioco quando la mette anche dentro, e alla fine schioda quasi la traversa con un missile che rimbalza a millimetri dalla linea bianca: però quanto lotta, quando corre, quanto si divincola tra nugoli di rossoneri. In bianco candido, strana impressione, sembra quasi una vestina battesimale a volersi far vergini a distanza dai casini di curva.

Vabbè dai, è la maglia da trasferta, però a essere maligni... d’altra parte la FerroFiesole gliele canta sonore, e se ne esce anche con tra significativi striscioni: “Ultras no business”, poi “Le nostre infiltrazioni solo quelle nei gradoni”, ancora “il nostro mondo non ammette intere$$i”, infine “Vive ultras, farlo per noi stessi”, più chiari di così. Oh, funzionano anche gli strani cambi di Palladino, che mette dentro a un quarto d’ora dalal fine Biraghi esterno alto per Gud (sì, vabbè, anche Pesticcio Kouamé per Adli...) e poi Kayode a destra alto per lo stremato crampato Colpani. Funzionano.

Così alla fine Palladino può dire “La squadra sta crescendo anche a livello fisico. Lottiamo fino alle fine e devo anche ringraziare lo staff per questo, li stanno allenando bene”, e però ammonire ”Non solo contro le grandi squadre bisogna esaltarsi così. Le antenne dritte vanno tenute sempre, se oggi abbassi la tensione vai in difficoltà con tutti. Ci godiamo questa vittoria”.

A godersela, in tribuna, anche Adrian Mutu. A metà secondo tempo parte l’ovazione, “il Fenomeno, il Fenomeno”. Averne. Ora è sosta, poi Lecce, poi la trasferta di Conference a San Gallo, Svizzera, quindi la Roma al Franchi e la doppia trasferta di Genova e Torino sponda granata. Che sia il momento di cominciare a risalire qualche gradino? Provarci, certo.

FIORENTINA (4-3-2-1): De Gea; Dodô, Comuzzo, Ranieri, Gosens; Adli (32'st Biraghi), Cataldi (22'st Richardson), Bove; Colpani (48'st Kayode), Guðmundsson (32'st Kouame); Kean. A disp.: Martinelli, Terracciano; Moreno, Parisi, Quarta; Beltrán, Ikoné, Sottil. All.: Palladino.

MILAN (4-4-2): Maignan; E. Royal, Gabbia, Tomori, Hernández; Pulisic (37'st Chukwueze), Fofana, Reijnders, Leão (28'st Okafor); Abraham, Morata. A disp.: Raveyre, Torriani; Jiménez, Pavlović, Terracciano, Thiaw; Musah, Zeroli; Camarda. All.: Fonseca.

Arbitro: Pairetto di Nichelino, assistenti Rossi-Ceccon, quarto ufficiale Rapuano; Var Sozza-Abisso

Gol: 35' Adli (F), 60' Pulisic (M), 73' Guðmundsson (F).

Note: Espulsi: Palladino 85’, Hernandez dopo il fischio finale; ammoniti: 8' Dodô (F), 24' Tomori (M), 31' Fonseca (M), 43' Morata (M), 72' Reijnders (M), 95' Bove (F); angoli 7-0 Milan. Spettatori 21.923

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