La conferenza è dedicata all'artista Markus Rothkowiz, poi anglicizzato in Rothko, nato nel 1903 in Lettonia e ben presto emigrato negli Stati Uniti dove dal 1923 fino al 1970, data della sua morte, intraprese una carriera artistica di successo. La conferenza ripercorrerà, con l’ausilio di immagini, le varie fasi della pittura di Rothko ed il contesto americano dalla quale essa nacque, approfondendo il rapporto dell'artista con l’arte italiana del Rinascimento ed in particolare con l’Angelico e Michelangelo.
Proprio l'arte del frate pittore, a lungo attivo nel Convento di San Marco, lasciò un segno profondo sull'espressione artistica di Rothko: nei suoi tre viaggi in Europa (1950, 1959, 1966), infatti, Rothko tornò ogni volta a visitare il Convento, stabilendo con l'Angelico un rapporto particolare. I puri accordi di colore e la speciale luce che emana dai dipinti del frate sicuramente lo colpirono. Ma è stato certamente l'ambiente monastico a toccare le sue corde più profonde, in particolare le celle dei frati, pensate come luogo di meditazione, dove si compie lo scambio spirituale tra un individuo sensibile e un'immagine dipinta.
Di pari rilevanza è stata per Rothko, nei suoi soggiorni a Firenze, la visita della Biblioteca Laurenziana di Michelangelo.
L'ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Markus Rothkowiz (anglicizzato MARK ROTHKO nel 1940) è nato nel 1903 a Daugavpils in Lettonia, allora parte dell’impero russo. Di famiglia ebrea-lettone, emigrò negli Stati Uniti nel 1913. Lettore vorace e studente brillante ottenne nel 1922 una borsa di studio alla Yale University. Lasciata Yale nel 1923 cominciò la sua carriera di artista ed all’inizio degli anni Trenta entrò a far parte del gruppo che ruotava attorno a Milton Avery.
L’arte di Rothko è suddivisa in tre principali periodi: 1) il primo periodo (1924-1939) è caratterizzato da filiformi figure e scene urbane 2) nel secondo periodo (1940-50), di transizione, realizza astrazioni mitologiche tratte principalmente dalla cultura greca, ma anche da quella assiro-babilonese, influenzato dalla lettura della “Nascita della tragedia” di Nietzsche. Allo scadere degli anni Quaranta dà vita alla serie “Multiforms” che prelude alla fase matura 3) il terzo periodo, della maturità o classico (1950-1970), vede prendere forma la sua più tipica pittura fatta di campi rettangolari, sfrangiati e saturi di colore, sovrapposti orizzontalmente uno su l’altro, con il dichiarato scopo di sollecitare la risposta emotiva dello spettatore.
Il successo ottenuto in quest’ultimo periodo gli valse importanti commissioni, come (1958) la pittura murale nella sala da pranzo del ristorante Four Seasons nel Seagram Building di New York, progettato da Mies van der Rohe e Philip Johnson; commissione senza esito, per motivazioni soprattutto personali, le cui fasi realizzative sono comunque visibili nella sala appositamente predisposta alla Tate Gallery di Londra oltre che nel museo Kawamura (Giappone) e alla National Gallery di Washington.
Nel 1963 Rothko realizzo una serie di pitture murali per l’Università di Harvard e nel 1964 ricevette dai coniugi De Menil la commissione per allestire una cappella meditativa ad Houston, Texas. Considerata il suo lascito principale questa cappella, composta da 14 tele di grande formato con varie sfumature di nero-viola, è nota come Rothko Chapel. L’allestimento finale della cappella non potè essere visto dall’artista morto suicida nel 1970.
Da allora la fama internazionale dell’artista è costantemente cresciuta, ed anche il valore di mercato dei suoi quadri, uno dei quali ha superato in un’asta del 2021 la cifra di 80milioni di dollari.