La lingua italiana ha le sue regole, se pare a noi

Il Governo sceglie tra le indicazioni dell'Accademia della Crusca solo quelle che fanno comodo politicamente

Nicola
Nicola Novelli
24 Marzo 2025 14:10
La lingua italiana ha le sue regole, se pare a noi

FIRENZE- Il Governo dichiara No all’asterisco e allo schwa. Valditara firma una circolare che richiama all’ordine le scuole sul rispetto delle regole della lingua italiana: “taluni stavano esagerando” scrive. E Matteo Salvini ringrazia il Ministro della Lega: “Giù le mani dalla lingua italiana, dal buonsenso, dal rispetto”.

Il Ministero infatti ricorda che l'Accademia della Crusca «ha più volte evidenziato che tali pratiche non sono grammaticalmente corrette e che il loro impiego, specialmente nei documenti ufficiali, ostacola la leggibilità e l’accessibilità dei testi. L’uso arbitrario di questi simboli introduce elementi di ambiguità e disomogeneità, rendendo la comunicazione meno comprensibile e meno efficace».

Si tratta della stessa accademia, da 500 anni la massima istituzione della Lingua Italiana, che ha ampiamente chiarito che tutti i nomi delle professioni sono di genere mobile, cioè declinabile sia al maschile che al femminile. Di conseguenza, secondo la grammatica italiana, se a svolgere la professione legale è una donna, l'appellativo più corretto è avvocata, non certamente avvocato, che risulta grammaticalmente scorretto, e nemmeno avvocatessa.

Approfondimenti

Eppure la presidenta del Consiglio dei Ministri continua a pretendere di farsi chiamare presidente e costringe l'apparato di Palazzo Chigi a violare le indicazioni dell'Accademia della Crusca anche nei documenti ufficiali. E tutta la destra politica si accoda chiamando le proprie rappresentanti istituzionali, ministro, consigliere, sindaco, assessore, ecc.

Ancora una volta l'unico principio a cui la destra italiana dimostra di essere in grado di tenere fede è lo scrupoloso rispetto delle norme, solo nel caso che facciano comodo.

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