Roberto Marini, Delegato regionale per la Toscana di WWF Italia Onlus, in una nota indirizzata alla Regione sottolinea in particolare alcuni aspetti legati alle coste toscane in vista della prossima stagione estiva.
"Stiamo finalmente per entrare nella fase 2 della risposta alla pandemia del coronavirus. Dappertutto voglia e necessità di ripartire. Si tratta però di un momento cruciale, su cui si giocherà il nostro futuro. Le strade sono due: tornare al ‘business as usual’, ripercorrendo senza modifiche le strade che ci hanno portato all’attuale crisi ambientale e climatica (che molte correlazioni ha anche con la crisi sanitaria in corso) e anzi, come qualcuno già chiede, rimuovere anche quelle poche norme e regole che hanno limitato in qualche modo (pur del tutto insufficiente) la sua progressione, oppure trarre dall’evento pandemia la forza e lo slancio di pensare finalmente ad una svolta nella nostra società. Questo si deve applicare a tutti i settori.
Uno di questi è sicuramente anche quello della gestione delle coste toscane. In una estate in cui non è ancora chiaro quanto e dove ci si potrà spostare, è molto verosimile che il turismo sarà un turismo locale e che gli spostamenti estivi dei Toscani si concentreranno sulle nostre coste. In questo senso già si è aperto un dibattito su come poter gestire le attività balneari, dall’utilizzo delle mascherine al distanziamento fra le persone, dai controlli sul territorio ai rapporti fra aree gestite e non gestite, il tutto ovviamente con un’attenzione anche alla ripartenza delle attività economiche legate al turismo. Come WWF non entriamo ovviamente su quelli che saranno i criteri che verranno ritenuti opportuni per limitare i contatti ed i possibili contagi, che verranno dettati dalle Autorità competenti sulla base di un confronto con il mondo scientifico. Vogliamo però segnalare alla Regione e ai Comuni competenti, che è assolutamente necessario e urgente definire un piano per la fruizione sostenibile dei litorali toscani (comprese ovviamente le isole), in grado di fornire strumenti e norme per conciliare quella che sarà probabilmente un’inedita e massiva richiesta di accesso alle nostre coste con la tutela degli ambienti costieri e dei loro preziosi ecosistemi. In questo senso riteniamo che sia fondamentale assicurare che:
• qualsiasi ‘gestione allargata’ delle spiagge e delle concessioni balneari (per favorire il distanziamento sociale) salvaguardi ed escluda le aree dunali e retrodunali, vero e proprio patrimonio di biodiversità, di grande valore paesaggistico e a cui sono associati anche importanti servizi ecosistemici utili a tutta la collettività (turistici, di tutela delle falde costiere, di protezione dall’erosione, di tutela delle pianure agricole retrodunali, ecc.).
• prima di avviare il programma di fruizione e la conseguente preparazione delle spiagge, sia fatto un censimento delle specie rare di avifauna nidificanti (pensiamo in particolare al piccolo Fratino, uccello che è diventato un vero e proprio simbolo della biodiversità da salvare legata agli ambienti di spiaggia, ma non solo a questa specie), dal momento che quest’anno molti animali hanno potuto riconquistare zone in precedenza perdute, grazie al lockdown che ha eliminato per mesi la presenza antropica da questi ambienti. I punti interessati da nidificazioni di specie rare dovranno essere accuratamente salvaguardati.
• salvo casi particolari e limitati (e con specifica formazione degli operatori balneari), siano escluse le pulizie meccaniche delle spiagge, che fanno gravissimi danni a vegetazione e fauna, e si proceda con pulizie manuali, creando in questo modo anche occasioni di lavoro ambientalmente virtuose per le tante persone che in questo periodo hanno perduto o hanno comunque visto diminuire il loro lavoro. Le pulizie meccaniche arrecano danno non solo alle specie animali e vegetali, ma innescano anche fenomeni di crollo del piede dunale, accelerando i processi di erosione delle dune con conseguente scomparsa di un paesaggio costiero che è di grande importanza non solo da un punto di vista naturalistico, ma anche ai fini dell’attrazione del turismo balneare ed è quindi interesse anche degli operatori economici del settore preservarlo. Riteniamo fondamentale inoltre ribadire l’importanza del materiale organico spiaggiato per analoghi motivi già espressi, ponendo alla vostra attenzione un fenomeno poco considerato, come quello della realizzazione delle capanne di legno, causa di calpestio in fasce sensibili, di morte di organismi che vivono all’interno (larve di coleotteri, imenotteri….), di maggiore erosione eolica e di ostacolo per le piante psammophile nella ricolonizzazione delle spiagge.
• siano tutelate le zone di maggior valore naturalistico (limitando e controllando gli accessi), in particolare i tratti costieri interni alle Aree Protette e ai Siti Natura 2000 e alle aree individuate come ‘parchi’ negli strumenti urbanistici.
• sia da subito individuato come arginare il fenomeno dell’usa e getta (in particolare della plastica), che a causa della pandemia rischia di riesplodere (dopo qualche precedente passo in direzione di un miglioramento) con il disastro ecologico che ne consegue.
• siano organizzati servizi di raccolta differenziata adeguati a volumi di fruitori probabilmente superiori al consueto, e studiati per far sì che le persone conferiscano i rifiuti in punti di raccolta collocati in modo tale che per l’asporto non si debba far arrivare i mezzi meccanici sugli arenili o sulle fasce dunali.
• si organizzi preventivamente una rete di soggetti (istituzionali e associativivolontari) capaci di rispondere in tempi rapidi ad eventi di importanza naturalistica, come la nidificazione sulle spiagge di tartarughe marine (sempre più diffusa sulle nostre coste negli scorsi anni) o altre situazioni necessitanti di un intervento (spiaggiamento cetacei, ecc.).
• si predisponga un servizio di controlli finalizzato alla verifica del rispetto dei criteri anti-trasmissione del coronavirus, ma anche dei criteri di tutela dell’ambiente. Aspettiamo risposte rapide e concrete dall’Amministrazione regionale e dalle Istituzioni locali e chiediamo in tal senso l’apertura urgente di un tavolo di confronto sul tema della gestione estiva e di preparazione alla fase estiva delle nostre coste, che coinvolga amministratori, mondo scientifico, rappresentanti del mondo economico legato al turismo costiero, associazioni ambientaliste.
Dalle scelte che saranno prese dipenderà il futuro dei nostri ambienti litoranei, patrimonio inestimabile di tutti noi.