La consigliera comunale fiorentina e metropolitana del PD, Beatrice Barbieri, ha dichiarato pubblicamente che il mantenimento dell’autonoma dirigenza del Galileo richiedeva il sacrificio dell'Istituto Comprensivo “Gonnelli” di Gambassi Terme.
«Il Governo ha previsto l'accorpamento in Toscana di 14 dirigenze scolastiche ed indica il numero minimo di alunni, pari a 600, quale criterio per individuare quelli da accorpare. La Regione ha poi precisato, per ciascun territorio provinciale, il numero di accorpamenti di cui debbono farsi carico e l'unico assegnato alla Città Metropolitana di Firenze, sulla base del criterio sopra detto, ha coinciso con il liceo classico Galileo di Firenze -interviene segretario della federazione del Partito democratico dell’Empolese Valdelsa Jacopo Mazzantini- Da quel momento è iniziata una imponente campagna mediatica fiorentina in difesa dell'autonomia della dirigenza di tale istituto, in quanto liceo tra i più antichi d'Italia, con giuste critiche al Governo Meloni, che sulla scuola dimostra di saper solo tagliare, considerato che anche nella legge di bilancio appena varata si prevede la riduzione di seimila insegnanti e duemila addetti del personale ATA.
Nessuno, però, pareva essersi posto il problema di quale altro istituto avrebbe dovuto rinunciare alla propria autonomia scolastica per salvaguardare quella del liceo Galileo. Sabato, peró, si è capito che, invece, tale conseguenza era ben nota, ma ritenuta irrilevante.
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L'Istituto di Montaione, peraltro, è frutto di un accorpamento precedente tra le dirigenze distinte di tali due Comuni, elemento piuttosto rilevante, anch'esso del tutto ignorato nella discussione pubblica. La tutela del prestigioso istituto fiorentino, in altri termini, verrebbe prima del diritto delle aree interne a vedersi garantiti quei servizi e diritti che dovrebbero essere il baluardo di un partito di centrosinistra come il PD e di quello regionale in particolare che ha tradotto addirittura nella Legge sulla Toscana diffusa questi principi.
E tutto ciò viene da una esponente del PD, andata ben oltre il mancato rispetto delle istituzioni che partecipa. Viene da chiedersi, registrato il silenzio nelle 24 ore successive, se la Sindaca di Firenze avalli tali dichiarazioni, che giungono ancor prima della discussione consiliare. Viene da domandarsi se sia stato, dunque, tutto già deciso. E da chi? Sulla base di quali discussioni politico-amministrative? Svolte dove?
Almeno dai consiglieri metropolitani del nostro partito ci saremmo aspettati tutt’altro approccio e anzi una posizione politica coerente con i nostri principi e valori. Altrimenti tutta la retorica della ricostruzione identitaria incentrata sulle marginalità, territoriali come sociali, da tutelare e riscattare, dovrà dirsi smentita miseramente alla prova dei fatti, preferendo salvaguardare non tanto i diritti quanto il blasone.
Massimo rispetto per il Galileo, ma se la legge ed i criteri dalla stessa fissati ne portano all'accorpamento della propria dirigenza, è inaccettabile che vi si deroghi perché ne faccia le spese un altro istituto, come quello di Gambassi-Montaione, che quei criteri invece rispetta.
Non resta che attendere in aula i consiglieri metropolitani, fiorentini e non, per verificare se accetteranno di ratificare con il loro voto questa decisione presa altrove, scavalcandoli. In tal caso non ci saranno più dubbi. Perché se quando c’è di mezzo la storia e il blasone di Firenze, i diritti e i servizi del contado debbono abbassare la testa, allora la stessa Città Metropolitana non ha ragione di esistere, essendosi evidentemente ridotta a cinghia di trasmissione della volontà del Comune capoluogo a spese di tutti gli altri. Ai consiglieri della Piana, del Chianti e del Mugello dico, attenzione, perché oggi vi si chiede di sacrificare l’Empolese Valdelsa, ma la prossima volta toccherà a voi».
"Il Pd metropolitano si trincera dietro uno scarico di responsabilià verso il Governo portando delle motivazioni a dir poco risibili -nota Vittorio Picchianti, consigliere metropolitano, a nome del Gruppo consiliare Per il Cambiamento- E' innegabile che nel Paese ci sia in atto un piano di ridimensionamento degli istituti scolastici dettato dall'esigenza di razionalizzazione di conti pubblici.
Il Governo Meloni ha dovuto ereditare questi conti in rosso dagli stessi che oggi si strappano le vesti per alcuni dolorosi - ma forse inevitabili - tagli che ricadono anche sui territori. E' altrettanto vero anche che la Regione Toscana dopo aver fissato delle linee guida apparentemente contraddittorie ha lasciato la decisione alla Città Metropolitana che poteva muoversi molto meglio di come ha effettivamente fatto.
Siamo i primi a non volere un inutile e dannoso scontro tra città e provincia, infatti, la mozione che abbiamo presentato venerdì 8, il giorno precedente a questo annuncio, voleva proprio aprire una dialettica sull'argomento che, evidentemente, non si è voluto affrontare nemmeno con i sindaci dei territori interessati, nè con l'attuale dirigente scolastica i quali durante un flash mob organizzato da genitori, studenti e insegnanti proprio nella mattinata di sabato, erano ancora del tutto ignari del futuro che avrebbe avuto un istituto che rappresenta un servizio fondamentale per un territorio agli estremi della provincia fiorentina che già subisce molti disagi dettati dal vicino confine amministrativo con la Provincia di Siena.
La scelta di privilegiare l'autonomia del Liceo Classico Galileo di Firenze pare essere stata dettata in gran parte dalla densità scolastica di Firenze, ovviamente più importante di quella della Valdelsa fiorentina. Quando si parla di servizi, siano essi scolastici o di altro genere, non andrebbero, invece privilegiati i territori più svantaggiati per il loro essere periferici?
La scelta portata avanti dalla Città metropolitana oltre a causare la perdita di autonomia didattica avrà, come conseguenza anche la perdita di personale Ata e di applicati di segreteria, per non parlare del fatto che centri decisionali che si spostano lontani dai paesi fruitori del servizio potrebbero anche effettuare ulteriori scelte di razionalizzazione quali concentrazione di progetti e di altre attività didattiche in singoli plessi o, addirittura, la definitiva chiusura di alcuni di questi ultimi.
Sono gli stessi territori ad essere estremamente delusi sia nel merito che nel metodo di questa scelta che sembra essere stata accelerata più dall'interessamento del nostro gruppo consiliare, direttamente contattato da cittadini e amministrazioni locali, che da un'effettiva volontà di affrontare una decisione in maniera responsabile. Stiamo intervenendo anche presso i nostri rappresentanti a Roma per cercare di mitigare sempre più questa e altre razionalizzazioni che si dovessero rendere necessarie in futuro, ma speriamo vivamente che in questo quinquennio la scelta di contrapporre città e provincia per poi stabilire tagli per quest'ultima non diventi un modus operandi di questa amministrazione metropolitana".
"Tramite l'azione politica svolta dalla Città Metropolitana -dichiara il capogruppo Pd Nicola Armentano- siamo riusciti a dimezzare gli istituti che saranno accorpati passando da 2 a 1. Questo riteniamo che sia un grande risultato ottenuto, e che non è stato evidenziato sufficientemente soprattutto dalle forze locali del Centrodestra che non hanno espresso commenti sulla decisione del governo di accorpare gli istituti scolastici in tutta Italia per mera questione economica".
"Ci sentiamo di lanciare una sfida al Centrodestra metropolitano, fiorentino ed empolese - continua Armentano - In più occasioni il Centrodestra ha detto di voler contattare il Governo (dello stesso colore politico) ma al di là delle dichiarazioni verbali non si è vista nessuna azione concreta per aiutare le istituzioni locali in questa battaglia. Se il Centrodestra saprà raggiungere lo stesso obiettivo che abbiamo raggiunto noi, nella Città Metropolitana di Firenze non ci sarà la necessità di accorpare alcun istituto.
Ci domandiamo se in questi mesi qualcuno del Centrodestra sia andato dal Ministro dell'Istruzione come è stato più volte dichiarato nelle intenzioni.Ribadiamo che secondo i numeri e in base al comportamento virtuoso che lo ha contraddistinto, il territorio metropolitano di Firenze non dovrebbe essere obbligato a fare tagli.
Va fatta però una considerazione per stigmatizzare che queste scelte governative causeranno disagi su famiglie e studenti del nostro territorio. Anche noi siamo preoccupati per il personale Ata e la segreteria scolastica.E' chiaro che se i numeri del Governo rimarranno tali, sempre di riduzione e qualità si parla. Quindi eviteremmo volentieri di leggere o sentire dichiarazioni retoriche da parte del Centrodestra. La volontà del Governo si era già manifestata un anno fa. Si svegliano ora?. Oggi mi fa soltanto sorridere quanto dichiarato dal consigliere Picchianti. Forse versare lacrime di coccodrillo oggi è prendere in giro tutta la comunità dei nostri territori. In conclusione vogliamo comunque ribadire che lavoreremo per evitare ogni tipo di accorpamento nel nostro territorio metropolitano".