Firenze, 12 novembre 2024-Sciopero e manifestazione di oggi sulla crisi della moda danno ulteriore impulso alla ‘reazione’ della Toscana. Piena vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto moda e la disponibilità a mettere in campo tutte le azioni, a livello di assemblea legislativa, che possano servire a sostenere un distretto di eccellenza che rappresenta un pezzo della storia economica e produttiva della Toscana. È questo l'impegno unitario emerso questa mattina al termine dell'incontro che si è tenuto in Consiglio Regionale con i rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori del settore tessile che hanno proclamato una giornata di sciopero e sfilato in corteo per le vie del centro di Firenze.
All'incontro con i vertici regionali e di categoria di Cgil, Cisl e Uil, oltre al presidente Antonio Mazzeo, hanno preso parte il vicepresidente Marco Casucci e i consiglieri segretari dell'ufficio di presidenza Francesco Gazzetti, Diego Petrucci e Marco Stella (anche capogruppo di Forza Italia), i capigruppo Vincenzo Ceccarelli (Pd), Vittorio Fantozzi (Fdi) e Elena Meini (Lega) oltre ai consiglieri regionali Marco Martini, Fausto Merlotti, Andrea Pieroni, Elisa Tozzi e Andrea Vannucci.
"Di fronte a una situazione di estrema delicatezza come quella del settore tessile e della moda - ha spiegato il presidente Mazzeo al termine dell'incontro - serve lasciare da parte le polemiche politiche e lavorare insieme a ogni livello, regionale e nazionale. Per tale ragione ho auspicato che già in questa seduta del Consiglio Regionale tutte le forze politiche possano sottoscrivere e votare un atto di indirizzo a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori del distretto con l'impegno a organizzare quanto prima, anche insieme alle forze datoriali, un momento ulteriore di confronto in grado di definire gli strumenti migliori per affrontare una crisi pesantissima.
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“La moda è il nostro automotive. Tutte le istituzioni possono e devono intervenire per garantire e salvaguardare questo patrimonio imprenditoriale toscano che ha un’importanza europea. Perché qui si produce eccellenza” E’ con queste parole che il presidente di Confindustria Toscana Maurizio Bigazzi ha accolto una delegazione dei sindacati del settore moda in piazza a Firenze questa mattina.
“Il nostro è un rapporto basato sul riconoscimento reciproco e sulla chiarezza – ha spiegato Bigazzi -. E io – in totale chiarezza – vi dico che, al di là della scelta dello sciopero di otto ore, Confindustria condivide la preoccupazione e l’urgenza di mettere in campo azioni e politiche per un settore che ha una strategica rilevanza economica e sociale per tutta la nostra regione”.
“Ognuno deve fare la propria parte con responsabilità – ha proseguito Bigazzi-. Perché in momenti come questo – un momento unico nella storia industriale toscana degli ultimi 25 anni - c’è bisogno di grande unità. Quell’unità e quella coesione che da sempre caratterizzano il nostro modello di relazioni industriali in Toscana; e che deve rafforzarsi nelle fasi più difficili e complesse. Di fronte a complessità di questa portata non c’è un ‘noi’ e un ‘voi’”.
Quanto alle proposte presentate nell’incontro di questa mattina nella sede di Confindustria Toscana Centro e Costa, dalla delegazione delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, il presidente Maurizio Bigazzi ha spiegato: “Queste richieste sono anche le nostre, a partire dalla necessità di traguardare la nostra filiera del lusso oltre la crisi, fino alla lotta senza quartiere all’area grigia e alla necessità di ammortizzatori sociali e formazione. Sono punti individuati già nel patto di sistema siglato con le rappresentanze fiorentine della categoria lo scorso febbraio. Ed è da tempo che chiediamo, come voi, attenzione e risposte alle Istituzioni”.
Per il presidente Maurizio Bigazzi l’industria del lusso, in tutte le sue articolazioni, è centrale per l’economia della nostra regione, sia in termini di occupati che di valore aggiunto. E le difficoltà che tutte le filiere del lusso stanno registrando, preoccupano fortemente il sistema imprenditoriale.
“Facciamo, quindi, nostre le preoccupazioni che esprimono i sindacati – ha aggiunto Bigazzi -. Sono le preoccupazioni delle nostre imprese della filiera della moda in Toscana. Le porteremo - con modalità diverse – ma con forza, a partire dalla riunione convocato dal presidente Giani lunedì prossimo e le porteremo sul tavolo del Governo”.
Riguardo all’indispensabilità di salvaguardare l’intera filiera, dalle aziende artigiane ai grandi brand, ecosistema unico, nel panorama mondiale, per capacità e valore di filiera, il presidente di Confindustria Toscana ha sottolineato che “servono più strumenti, sia per superare il momento di crisi contingente, a partire dagli ammortizzatori sociali per tutte le imprese e per un periodo più lungo, fino alle moratorie fiscali e sul credito; sia per consentire una trasformazione dei modelli produttivi, in relazione ai cambiamenti dei mercati. Serve più formazione per gli imprenditori e per i lavoratori, così come misure di sostegno agli investimenti e all’innovazione”.
“Allo stesso tempo – ha concluso Bigazzi -, non ci sfugge la necessità di un coinvolgimento pieno di tutti gli attori della filiera, perché - da parte di tutti - ci sia la consapevolezza delle difficoltà, soprattutto delle piccole e medie e imprese; e ci sia uno sforzo fattivo per mantenere il più possibile integre queste filiere”. In conclusione, viene ribadita “la grande attenzione volta alle istanze e alle preoccupazioni che oggi ci rappresentate. Vi daremo seguito per tutto quanto rientra nelle nostre competenze, nei nostri ruoli, e con le modalità relative”.
Eugenio Giani interviene e assicura: “L’allarme lanciato dai sindacati non resterà inascoltato. La Regione è pronta a fare la sua parte e non solo continuando a chiedere al Governo di mettere in campo tutti gli strumenti necessari a cominciare da ammortizzatori sociali adeguati: siamo pronti a lavorare a un progetto di reazione alla crisi e al tempo stesso di rilancio del distretto toscano della moda e del lusso. Vogliamo farlo con i sindacati dei lavoratori e con le imprese e le loro associazioni, comprese naturalmente le griffe alle quali chiedo la stessa collaborazione che la Toscana è pronta ad offrire oggi, in questo momento di difficoltà, così come abbiamo offerto negli anni passati quando il mercato tirava.
È il momento di ripensare il nostro distretto, conservando i tratti identitari che sono parte della nostra storia ma al tempo stesso trascinandolo sul terreno dell’innovazione provando ad innalzare la qualità e contemporaneamente lavorando sulla legalità. Il tavolo che ho già convocato per il 18 sarà l’occasione per iniziare a lavorare insieme a questo progetto”.
“Siamo dalla parte dei lavoratori e delle imprese del settore della moda che stanno vivendo una fase particolarmente critica. Stamani, nell’ambito dello sciopero e mobilitazione di oggi, abbiamo incontrato rappresentanti delle sigle sindacali in Consiglio regionale assieme agli assessori Marras e Nardini. Abbiamo proposto di discutere della crisi della moda nella seduta di domani del Consiglio regionale in modo da mettere al centro del dibattito politico regionale il problema che investe circa 110 mila toscani tra dipendenti diretti e indotto.
Dalla maggioranza ci siamo sentiti rispondere di no e che non fosse possibile! Invitiamo quindi il Presidente del Consiglio regionale a mettere come primo punto dell’ordine del giorno di domani un atto sulla crisi del comparto. Altrimenti i consiglieri regionali di centrodestra sono pronti a non entrare in Aula e a recarsi nelle aziende colpite dalla crisi per portare la loro vicinanza e trovare soluzioni concrete” affermano in una nota congiunta Vittorio Fantozzi, Elena Meini e Marco Stella, capogruppo rispettivamente di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia nel Consiglio regionale toscano.
“Il problema - prosegue Fantozzi - è che la Regione Toscana e in generale il Pd, tende a rimandare tutto al Governo nazionale, attribuendogli anche responsabilità non sue. Sul piatto dei Ministeri di Lavoro e Made in Italy è ben presente la situazione, tanto che è già stata concessa la cassa integrazione in deroga per otto settimane per arrivare al 2024. L’obiettivo è costruire politiche industriali che permettano al settore di essere solido rispetto alle sfide del mercato internazionale.
Discutere domani mattina del Terzo Reich o del sottosegretario Gemmato, sarebbe un affronto alle aziende e ai lavoratori. Se la maggioranza del Consiglio preferirà discutere di Terzo Reich, noi andremo ad incontrare le aziende e i lavoratori delle province di Firenze, Prato Pisa e Arezzo che sono i territori più colpiti dalla crisi”.
“La problematica è talmente rilevante - sottolinea Meini - che abbiamo, proposto come Centrodestra di dedicare i lavori del Consiglio di domani proprio per approfondire le varie criticità in essere. La Lega si è sempre mossa con spirito di collaborazione e di rispetto verso il settore e tutti i rappresentanti di questo annoso problema. Invece, in modo perentorio, ci hanno risposto che, eventualmente, se ne potrà discutere fra quindici giorni. I lavoratori si attendono, giustamente, invece, risposte immediate da chi amministra la Regione ed è nostro dovere affrontare il tema oggi.
Altro modus operandi gradito ai piddini è quello di “mandare la palla in tribuna” per dilatare le tempistiche. Viceversa, non c’è più tempo da perdere perché i lavoratori meritano rispetto e concretezza, quindi rapidi aiuti regionali”."Abbiamo la consapevolezza - conclude Stella - che il Governo ha attivato immediatamente la cassa integrazione, otto settimane di Cig per dare una prima risposta immediata, è del tutto evidente che nelle more delle risorse del bilancio dello Stato attiveremo nel 2025 la cassa integrazione per sostenere i distretti industriali toscani.
Ma il tema vero è: la Regione Toscana, cosa ha fatto? Non solo non ha fatto niente, ma non vuole nemmeno discutere del tema, dicendo che c'è bisogno di tempo. Ma il tempo è già scaduto per le famiglie, per i lavoratori che sono in cassa integrazione. Il governo di centrodestra sta mettendo in campo tutte le pratiche di politica industriale, perché senza l'impresa e senza gli imprenditori non ci sarebbero i lavoratori e i dipendenti, che sono parte fondamentale del processo produttivo".
"Siamo al fianco delle migliaia di lavoratori del comparto moda che oggi, a Firenze, hanno scioperato e manifestato civilmente, mettendo in luce la grave crisi che il settore sta attraversando. Questa è una crisi strutturale, che richiede misure urgenti, concrete ed efficaci per tutelare prima di tutto i posti di lavoro. Il calo dei mercati sta minando la capacità produttiva delle nostre aziende, e tra i settori più colpiti vi è il distretto conciario nel territorio pisano, che sta soffrendo in modo particolarmente pesante.
Stiamo parlando di un comparto fondamentale del sistema economico e produttivo della Toscana, che occupa circa 110 mila addetti, all’interno di una filiera articolata, composta da molte aziende di piccole e piccolissime dimensioni. Preservare le competenze e le professionalità di queste aziende è cruciale. La speranza è che nel 2025 i mercati riprendano e che le produzioni possano tornare a crescere. La Regione Toscana farà la sua parte, continuando a sostenere politiche attive del lavoro, e puntando su una formazione sempre più qualificante e favorendo processi di aggregazione aziendale.
A fronte di questo impegno regionale, è indispensabile un’azione forte e coordinata da parte del Governo, per garantire gli ammortizzatori sociali adeguati e per il periodo necessario. Allo stesso tempo, è fondamentale che le aziende ed i grandi gruppi della moda investano in innovazione e qualità, perché questa è la cifra distintiva del successo della moda italiana , ed è ciò che può garantire un rilancio stabile e sostenibile” dichiara Andrea Pieroni, consigliere regionale Pd.
“L’assessore Nardini potrebbe fare il parlamentare d’opposizione, peccato che il suo lavoro sia un altro e cioè l’assessore regionale al lavoro. Di fronte ai sindacati uniti che chiedevano di fare sistema per superare la difficilissima situazione del comparto della moda a conclusione della manifestazione di questa mattina, ha fatto la solita critica al Governo come se la Regione non avesse margini di azione.
Nardini utilizza una crisi che attanaglia le imprese e migliaia di lavoratori solo per fare una bieca propaganda contro il Governo Meloni. Quali sono gli strumenti, le risorse e le proposte messe in campo dalla Regione Toscana per contrastare la crisi? Nessuno. E non è vero che le Regioni non hanno competenze perché in alcuni casi hanno addirittura attivato la cassa integrazione. Anche la Regione e la Giunta Giani facciano la loro parte e riconoscano quanto fatto dal Governo finora“ dice il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Diego Petrucci.
“Siamo molto preoccupati dalla piega che sta prendendo il comparto moda in Toscana, così come a livello nazionale, dove si assiste ad un fenomeno di forte contrazione in questo settore del quale il governo ancora non si è completamente reso conto. Quanto sta accadendo, unito all’immobilismo di chi governa il nostro Paese che non mette in campo azioni concrete per contrastare, e ancor prima prevenire, questo tipo di fenomeno, che impatta e impatterà il sistema produttivo nella nostra regione, dove la moda rappresenta uno dei settori fondamentali e più trainanti dell’economia.
Questa mattina sono sceso in piazza insieme ad altri esponenti del Pd Toscana per manifestare la nostra vicinanza, sostegno e massima attenzione a tutte le vicende che sta attraversando la filiera produttiva della moda. La necessità di far fronte con urgenza alla crisi che sta attraversando il tessuto economico-produttivo toscano è strettamente legata al rischio che esploda una ‘bomba sociale’ e che le migliaia di persone ad oggi impiegate nel comparto moda perdano il loro posto di lavoro.
È bene che le Istituzioni, a tutti i livelli, pongano la massima attenzione sul tema e scongiurino questo rischio, mettendo in campo azioni che tutelino la produzione e le lavoratrici ed i lavoratori del settore. La Regione Toscana si sta impegnando per trovare soluzioni e sempre più lo farà, e prima che il sistema produttivo della moda collassi chiediamo al governo di intervenire mantenendo fede alle proprie responsabilità” dichiara il deputato dem e segretario regionale del Pd Toscana Emiliano Fossi, che questa mattina ha preso parte insieme alle lavoratrici e ai lavoratori al corteo organizzato in concomitanza dello sciopero di 8 ore indetto dai sindacati del settore moda.
"Otto settimane di cassa integrazione in deroga per le aziende, anche artigiane, al di sotto dei quindici dipendenti per fronteggiare la crisi del comparto moda, risorse che l'esecutivo ha trovato ad un mese dalla legge di bilancio, per il deputato Pd Emiliano Fossi sono, evidentemente, sinonimo di immobilismo del governo. Prendiamo atto, dall'ennesimo slogan di piazza dell'Onorevole, che, mentre il CDM approvava il 21 ottobre scorso il decreto legge immediatamente esecutivo per dare un po' di ossigeno alle imprese, dall'abbigliamento, al tessile, al calzaturiero e al conciario, che probabilmente fosse distratto.
Vogliamo crederlo, perché se fossimo astiosi proprio come lo è il Pd, penseremmo piuttosto che il deputato Fossi stia sciacallando su una crisi socio economica della quale il suo partito ha completamente sottovalutato, per lungo tempo, la portata. Il provvedimento della cassa integrazione in deroga per tutto il 2024 non è certo la soluzione definitiva per azzerare la crisi, ma di certo dimostra, in modo tangibile, che l’impegno del governo per il comparto sia massimo.
L'Onorevole Fossi, preferisce, invece, ed è evidente, futili annunci mediatici a ripetizione contro l'esecutivo" scrive, in una nota, il deputato e vice coordinatore regionale toscano di Fratelli d'Italia Francesco Michelotti.