Consorzi industriali: il Consiglio approva la proposta di legge

Una nuova fase cruciale per lo stabilimento GKN. Il sindaco Andrea Tagliaferri: “Noi siamo pronti ad espropriare"

Redazione Nove da Firenze
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21 dicembre 2024 17:45
Consorzi industriali: il Consiglio approva la proposta di legge

Firenze – Il Consiglio regionale, nel corso della notte, ha approvato a maggioranza la proposta di legge per la “costituzione e il funzionamento dei consorzi di sviluppo industriale finalizzati alla realizzazione di poli per specifici settori industriali. Strumenti per il sostegno a recupero cooperativistico d’impresa e del tessuto economico e sociale del territorio”, presentata da Silvia Noferi (Movimento 5 stelle), che ha proposto il primo testo poi rielaborato e condiviso con Gianni Anselmi e Vincenzo Ceccarelli (Pd).

La Pdl è stata poi sottoscritta anche da Maurizio Sguanci (Italia Viva). In aula hanno votato a favore Pd, M5s, Italia Viva e, in difformità con il suo gruppo, il consigliere di Fratelli d’Italia Diego Petrucci. Contrari Lega e Fratelli d’Italia. Nel corso delle votazioni dell’articolato di legge, sono stati respinti gli emendamenti presentati dal gruppo della Lega, decaduti quelli presentati dal gruppo di Fratelli d’Italia perché i proponenti non erano in aula.

La discussione e la votazione si è svolta mente sotto la sede del Consiglio regionale si svolgeva una manifestazione degli ex lavoratori della Gkn, dalla cui crisi ha preso le mosse, almeno nella sua prima stesura, la proposta di legge presentata da Silvia Noferi.

Ad illustrare il testo all’aula, il presidente della commissione Sviluppo economico e rurale, Gianni Anselmi (Pd), che ha ricordato che la proposta di legge è stata licenziata dalla seconda commissione nella penultima seduta, prima della sessione di bilancio, con parere a maggioranza. “La proposta, la cui prima firmataria è la collega Noferi – ha spiegato – riguarda la costituzione di consorzi e si configura come uno strumento di politica industriale”.

Anselmi ha ricordato il lavoro comune tra i firmatari, con il supporto degli uffici legislativi, “per conformare il testo alla scheda di legittimità che aveva riguardato la sua prima stesura e anche per superarla, alla luce dei contributi che strada facendo si aggiungevano”. Il provvedimento, ha poi spiegato, “decolla da una situazione di crisi, largamente conosciuta ai colleghi, e in questa serata anche largamente udita”, ha detto riferendosi ai rumori, udibili in aula, della manifestazione della rappresentanza degli ex lavoratori Gkn sotto la sede del Consiglio.

“Ma è una iniziativa di legge - ha continuato a spiegare – che, se prende le mosse da una crisi industriale localizzata e conosciuta, ha acquisito, nel corso della sua istruttoria, un carattere molto più generalista, è cioè una misura che non si applica solo a una fattispecie critica di natura industriale, ma in via di principio a contesti nei quali una politica attiva di politica industriale può trovare le ragioni di una propria presenza” e in questo senso la legge è una sorta di “riflessione sulla funzione delle politiche industriali in questo paese e in questa regione, che molto spesso sono evocate e che molto molto spesso si traducono solamente in deboli sostegni finanziari con i fondi statali o con i fondi comunitari che sostengono gli investimenti in particolar modo sul fronte dell’innovazione, della transizione digitale o della transizione ecologica degli impianti”.

Secondo Anselmi, la legge “non qualifica una sostituzione del pubblico nella gestione di impresa, ma qualifica la costituzione di strumenti di intervento per creare condizioni favorevoli alla rigenerazione industriale, all'attrazione d'impresa o a nuovi insediamenti produttivi. Per questo si fa riferimento ad esperienze esistenti, anche in riferimento alla normativa nazionale che ha generato, nel contesto nazionale, già alcune esperienze più o meno fortunate di consorzi”. Ma la declinazione Toscana, ha aggiunto, prevede “un intervento misto pubblico privato di cui possono far parte la Regione, i comuni interessati, rappresentati d'impresa, le Camere di commercio.

È un’interessante novità anche rispetto ad altre esperienze nel paese. E quei soggetti possono ingaggiare in questo percorso cooperative di lavoratori” a rischio di licenziamento o già licenziati a causa di una crisi di impresa. Si affianca cioè l'intervento pubblico ai bisogni espressi da un territorio, dove c’è “necessità di intervenire in situazioni o di crisi, oppure potenzialmente anche anticipatorie di crisi”. I consorzi vengono disciplinati “circa il perimetro di intervento, vale a dire l’infrastrutturazione e la strutturazione competitiva dei contesti quali possono essere i piani per gli insediamenti produttivi, oppure aree già espropriate dai Comuni e messi a disposizione di un gestore oppure aree industriali dismesse e quindi potenzialmente da rigenerare con strumenti anche di natura pubblicistica e tutta una serie di funzioni che riguardano l'intercettazione di investimenti”.

Quindi “i consorzi gestiscono il contesto e lo rendono più attrattivo, ma non si sostituiscono le attività di impresa che all'interno di quel contesto potranno insediarsi, comprese in via prioritaria, in caso di assegnazione con avviso pubblico di strutture e di volumi produttivi o di aree pubbliche, le cooperative neo costituite da parte dei lavoratori” disoccupati per crisi aziendali o che si trovino in contesti critici di impresa. “La norma – ha continuato - prevede per i consorzi la possibilità di proporre procedure espropriative di infrastrutture, di area adiacenti a quelle originariamente assegnate al consorzio o anche di volumi dismetti esistenti da rimettere a disposizione delle aziende che eventualmente si insediassero.

Possono proporre, non possono espropriare”, perché questo è potestà dei Comuni. “I consorzi, insomma – ha spiegato – sono uno strumento che la Regione mette a disposizione dei territori che vogliono organizzarsi per attivare risorse pubbliche e private” per rilanciare iniziative industriali. In chiusura ha ringraziato il collega Sguanci per aver sottoscritto la proposta di legge.Il sindaco di Campi Bisenzio, Andrea Tagliaferri, esprime soddisfazione per questo importante traguardo legislativo, ma lancia un appello chiaro e diretto a tutti gli enti coinvolti: “Non c’è più tempo da perdere.

Con questa legge in vigore, abbiamo le basi per avviare immediatamente il consorzio industriale nello stabilimento ex GKN”.

Noi siamo pronti. Se necessario, procederemo anche all’esproprio dello stabilimento, come previsto dalla nuova normativa - ha ribadito con forza il sindaco - In questo momento è necessario unire le risorse economiche, politiche e operative necessarie, nell'ottica di una visione condivisa e una determinazione collettiva insieme ai comuni della Piana Fiorentina e alla Regione Toscana. Il rilancio dell’ex GKN non riguarda solo Campi Bisenzio, ma l’intera area della Piana Fiorentina e il futuro del lavoro in Toscana. Adesso è il momento di fare sul serio, di dimostrare che le istituzioni possono lavorare insieme per il bene dei lavoratori, delle famiglie e del nostro tessuto produttivo. Questa è una chiamata all’azione, rivolta non solo agli amministratori locali, ma anche a tutte le forze sociali ed economiche del territorio. "

“L’approvazione della legge regionale è solo il primo passo. - ha concluso il sindaco - Ora spetta a noi trasformare le possibilità offerte dalla norma in risultati concreti. Campi Bisenzio è pronta: è tempo che anche gli altri attori facciano la loro parte. Il momento è adesso.”

“L’approvazione della legge sui Consorzi di Sviluppo Industriale pone la Toscana all’avanguardia sul piano nazionale anche per quanto riguarda il tema del lavoro. Questa legge, che trae origine dall'esperienza della ex-GKN e dalla nascita del Collettivo di Fabbrica, dà la possibilità, dove si assiste ad una deindustrializzazione e crisi che hanno portato alla chiusura di fabbriche, di far nascere una collaborazione tra pubblico, privato e cooperative di lavoratori volta a creare circuiti virtuosi, di reindustrializzazione e continuità occupazionale.

I lavoratori tornano ad essere così protagonisti, con il supporto del Consorzio, prendendo in gestione spazi produttivi rigenerati, rilanciando attività e costruendo innovazione. Non si tratta solo di rispondere alle crisi industriali: questa legge guarda anche agli impianti dismessi, abbandonati da tempo, e li restituisce ai territori, trasformandoli in centri di lavoro sostenibile e innovativo. Un modello che punta su energie rinnovabili, mobilità alternativa e che può diventare un esempio per l’Italia.

Come Partito democratico della Toscana, abbiamo creduto fino in fondo in questo percorso, perché il lavoro non è solo economia, è dignità, futuro e comunità. Ringraziamo quindi il Consiglio regionale per il lavoro svolto nel raggiungere l’obiettivo, ed in particolare modo il capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli, primo firmatario della legge con il consigliere Pd Gianni Anselmi e la consigliera del Movimento 5 Stelle Silvia Noferi” dichiara il segretario del Pd Toscana Emiliano Fossi.

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