La saga degli autovelox non ha sosta. Non passa giorno che tanti giudici diano ragione a chi fa ricorso perché mancano le omologazioni, previste dalla legge per garantire la precisione degli apparecchi. E il ministero non si decide a fare i decreti attuativi, nonostante sentenze autorevoli di Cassazione. L’argomento, essendo attuazione di una legge già in vigore, non è stato trattato dalla recente cosiddetta riforma del codice della strada.
Le notizie di questi ultimi giorni,, relative al fatto che la Provincia di Pistoia ha dichiarato di non aver rilasciato nessun Nulla Osta al Comune di Pistoia per l'Istituzione del limite di velocità di 40 km/h nella via Sestini a Pistoia, sta portando molte persone a pensare che basti solo questo o una semplice domanda al Comune, per ottenere il rimborso di quanto pagato per i verbali illegittimi.
"Molti cittadini ci chiedono un semplice modello da presentare al Comune di Pistoia per il rimborso. Ma così non è. Non basta presentare solo una semplice domanda, bensì occorre che sia dichiarata l'illegittimità e la nullità dei verbali, obbligando il Comune di Pistoia al rimborso" parla Marco Migliorati vicepresidente regionale della Confconsumatori Toscana "Stiamo lavorando da tempo per presentare l'esposto alla Procura della Repubblica affinché verifichi come si sono svolti i fatti in base ai nostri dubbi e alle nostre richieste di controllo, se sono state rispettate tutte le regole previste dal Codice della Strada e dal Regolamento di Esecuzione del Codice della Strada, compreso la corretta apposizione della segnaletica verticale e la corretta omologazione dell'autovelox utilizzato e della sua taratura.
Confconsumatori Toscana APS, sapendo questo, ha fin dall’inizio dato incarico ai suoi legali e ai suoi tecnici per studiare la migliore strategia da seguire, aprendo già una mail dedicata autoveloxpontenuovo@gmail.com dove le persone possono inviare i verbali già pagati e le ricevute di pagamento per poter fare una azione collettiva, così da diminuire i costi delle spese necessarie di una azione legale.
Anche Aduc continua ad assistere i cittadini che, vittime di questa situazione, fanno ricorso: "E non è solo una questione di sparute sentenze di giudici di pace, ma anche di corte d’Appello a cui, nell’ultimo caso, ha fatto ricorso il Comune di Firenze, perdendo con beneplacito di spese che -dichiara Vincenzo Donvito Maxia, presidente dell'Associazione Diritti Utenti e Consumatori- paga il contribuente. Il ministero non decide su questi decreti attuativi perché lascia la possibilità di fare cassa alle amministrazioni comunali, che a loro volta continuano ad installare autovelox facendo finta che la norma sull’omologazione non esista. Sembra proprio di essere in Italia.
Non ci rassegniamo perché crediamo che gli autovelox siano importante strumento di sicurezza, ma andrebbero usati con certezza di diritto, prerogativa oggi assente. Anche perché i tribunali, allo stremo anche grazie a questi ricorsi (la situazione a Firenze, per esempio, è penosa e drammatica), non hanno proprio bisogno di continuare ad essere ammortizzatori di volontà politiche poco interessate a buona amministrazione e sicurezza".