La società ex Gkn di Firenze, oggi Qf, ha già venduto lo stabile, ma non lo ha comunicato. Il fatto, clamorosamente sfuggito per mesi a ogni soggetto istituzionale, è stato da poco scoperto da Rsu e organizzazioni sindacali. L'atto di compravendita è del 12 marzo scorso.
“Mesi in cui l’assemblea permanente ha resistito, denunciando in continuazione proprio il pericolo di operazioni a sfondo immobiliare, con gli operai lasciati senza stipendio e un intero mondo solidale che –denuncia la RSU – ha elaborato un piano di reindustrializzazione dal basso, teso alla conversione ecologica, ai diritti sociali, al benessere di questa stessa area geografica.
Lo stabilimento, di cui da mesi il liquidatore Franchi, nominato da Francesco Borgomeo parla ossessivamente, continuando a chiederne una presunta liberazione senza mai chiarire cosa vuole farne, non è più della società che lui rappresenta già da sette mesi. Tutto quello che è accaduto in questi mesi, denunce, droni, ecc., è stato fatto con l’immobile già venduto.
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E non è stato venduto a qualcuno che passava per strada. È stato comprato da Tuscany Industry Srl e Sviluppo Immobiliare Toscana Srl. Numerose evidenze suggeriscono una potenziale commistione tra questi soggetti e la stessa proprietà di Qf.
Tutte società che hanno ormai sede legale fuori dalla Toscana. Così come Qf, che domani comparirà di fronte alla Regione Toscana, ma ha spostato la propria sede legale a Roma. E per quanto è dato vedere dalla visura camerale, non ha più nemmeno una sede operativa.
Se si tratta di un raggiro, coinvolge veramente tutti: lavoratori, territorio, Campi Bisenzio, Firenze, Toscana ma anche potenzialmente istituzioni e Tribunale del Lavoro. Non sappiamo, ad esempio, a che titolo oggi il liquidatore di Qf parli dello stabilimento o vi abbia acceduto finora, in alcuni casi addirittura coinvolgendo le forze dell’ordine.
Avevamo previsto tutto e ora ne abbiamo l’ufficialità: la partita è stata probabilmente sin dall’inizio immobiliare ed è per questo che non comincia mai la discussione sulla reindustrializzazione. Chi invece si è voltato dall’altra parte, l’ha fatto per distrazione o coscientemente?” dice la Rsu “Oltre che il problema del chi e del come, c’è anche il tema della tempistica che getta una ulteriore luce inquietante sull’intera vicenda dal punto di vista politico, sociale ma potenzialmente anche legale”.
Il 12 marzo, giorno della vendita, si doveva tenere l’incontro al Mimit tra parti sociali e Qf. Avviene però un rinvio. Nella mail di convocazione ci sono tutti gli indirizzi aziendali, tranne quello del liquidatore Franchi. Un vizio di forma totalmente secondario, ma sufficiente perché il Mimit acconsenta al rinvio dell’incontro. I lavoratori percepiscono subito la gravità dell’accaduto, tanto che lo stesso giorno salgono per protesta sulla torre di illuminazione della Stazione di Santa Maria Novella.
La notizia della vendita dello stabilimento ex GKN ha lasciato sbigottita l'amministrazione comunale. Il sindaco di Campi Bisenzio, Andrea Tagliaferri, ha espresso preoccupazione e sconcerto per la situazione, dichiarando, come appreso dalla stampa, che la cessione sarebbe avvenuta a favore di una società immobiliare: "Questa notizia ci coglie di sorpresa e ci preoccupa profondamente - dichiara il Sindaco Andrea Tagliaferri -. Non eravamo a conoscenza di questa transazione, e ciò solleva seri dubbi sul futuro dell'azienda e, soprattutto, sul destino dei lavoratori e delle lavoratrici ancora impiegati da QF.
Chiediamo a QF di chiarire immediatamente quali siano le intenzioni per il futuro di questo stabilimento e di assumersi le proprie responsabilità. La priorità assoluta - ha aggiunto il Sindaco - è quella di garantire i diritti dei lavoratori, compresa la tutela dei pagamenti degli stipendi, la dignità dei lavoratori non può essere messa in discussione e vigileremo affinché tutti i diritti economici vengano rispettati fino alla fine".
L'amministrazione comunale sottolinea, inoltre, la propria ferma volontà di mettere in campo tutti gli strumenti necessari per tutelare il territorio e contrastare eventuali speculazioni. "Il nostro obiettivo è che quello stabilimento continui a essere un centro produttivo, a beneficio della nostra comunità. Non permetteremo che interessi puramente speculativi compromettano il futuro del territorio e i posti di lavoro", ha concluso Tagliaferri.