PRATO – Popolazione, immigrazione, sanità, scuole e lavoro, sono i temi del Rapporto 2013 dell'Osservatorio sociale della Provincia dal titolo “Conoscere per capire: misurare i fenomeni sociali”, presentato ieri pomeriggio a Palazzo Buonamici. “I numeri in questo caso non sono aridi, rappresentano un supporto fondamentale alla comprensione della realtà e per affrontarne i problemi – ha detto aprendo la presentazione il presidente della Provincia Lamberto Gestri – Emergono molti elementi di preoccupazione dallo studio, ma la crescita esponenziale delle famiglie assistite dall'Emporio della Solidarietà è forse il dato più preoccupante”. “Agli effetti della crisi, evidenti nella crescita delle famiglie italiane che si rivolgono all'Emporio, si sommano quelli dell'integrazione con la vasta platea di comunità straniere.
Spero che il rapporto sia strumento di lavoro efficace per tutti coloro che operano nei tanti campi del sociale di cui si occupa” – ha aggiunto l'assessore al Sociale Loredana Ferrara. A illustrare i numeri del rapporto i ricercatori Andrea Sabatini e Enrico Brandi, che hanno scandagliato l'evoluzione della presenza delle comunità straniere nella Provincia sia dal punto di vista sociale, che da quello del lavoro, della scuola e degli ambiti culturali. La presenza di cittadini stranieri, che nel 2012 si attesta sul 15,4% rispetto alla popolazione italiana, raggiunge il 20% se si considera la popolazione scolastica (Prato è la prima provincia in Italia da questo punto di vista), purtroppo con un tasso di abbandono scolastico del 18,7%, che raggiunge anche il 60% nel caso degli studenti cinesi.
Sempre nel 2012 le imprese straniere sono il 24,6% del totale, oltre 8 mila sulle 33mila complessive. E se si guarda al tessile dal 2002 al 2012 le confezioni sono passate da 2000 a 4.200, mentre le aziende tessili da 5.500 sono scese a 2.900. In questo quadro si inserisce l'attività dell’Emporio della Solidarietà di Prato, illustrata dal coordinatore Marcello Turrini. Nel 2012 le famiglie assistite dall'Emporio sono state 1.550, nel 2013 hanno toccato le 1.738. Dal giugno 2008 al dicembre 2013 l'Emporio si è occupato di 2.900 famiglie, delle quali il 52% è di nazionalità italiana, 1.050 sono invece le mamme (con 344 bimbi fino a 18 mesi) di cui 138 italiane.
Sono italiane l'83% delle famiglie piccole e solo il 33% di quelle grandi, fra gli stranieri soprattutto pakistani e nigeriani, mentre i cinesi sono quasi assenti. L’Osservatorio sociale provinciale ha tra le sue attività anche quelle relative alla raccolta e analisi di dati e all’osservazione ed interpretazione dei fenomeni sociali. Il dossier statistico sociale è il prodotto di un lavoro di raccolta ed esposizione di dati ed informazioni provenienti da una pluralità di fonti presenti sul territorio (Anagrafi comunali, Istat, Inps, Inail, Prefettura, Questura, Centro per l'Impiego, Azienda Usl 4, Caritas, Osservatorio scolastico ecc.) ed è realizzato in stretta collaborazione con l’ufficio statistica della Provincia.
L'obiettivo è quello di presentare un quadro conoscitivo, il più possibile sistematico ed omogeneo, sulla realtà territoriale per fornire così uno strumento utile alla programmazione delle politiche sociali integrate ed alla diffusione delle conoscenze. E Firenze? Sono moltissime le associazioni che operano su Firenze per supportare e fornire assistenza a chi ne ha bisogno: di questa rete cruciale ma ai più sconosciuta si parla domani mercoledì 29 Gennaio alle 18.30 presso la Chiesa di San Jacopo in Campo Corbolini, via Faenza 43, in un incontro dal titolo “Poggio e buca fa pari: differenze sociali che si compensano, diversità associative che si completano". Ospiti dell'appuntamento il Vice Sindaco di Firenze Stefania Saccardi, nonché numerosi rappresentanti di associazioni e organizzazioni che operano sul territorio fiorentino. “Le reti sociali” commenta il portavoce di Gente di Firenze Lapo Cecconi “sono essenziali per contribuire ad attenuare le disuguaglianze della nostra società.
In tal senso, poggio e buca simboleggiano le diseguaglianze nella distribuzione del reddito, che può essere rimodulata attraverso strumenti perequativi e redistributivi, ma poggio e buca sono anche le differenti abilità, specializzazioni e capitali umano e sociale delle piccole e micro associazioni che insieme possono colmare l'una le lacune dell'altra”.