PRATO - Si chiude il quarto anno di governo della Giunta guidata da Roberto Cenni, un anno segnato dall’incertezza e dalla crisi economica - condizioni comuni al resto del Paese -, fra le pieghe delle quali si intravedono però concreti, incoraggianti segnali. La tragedia che ha scossa l’opinione pubblica, lo scorso 1 dicembre, ha riportato sotto i riflettori un problema che esiste da anni, ovvero quello della comunità cinese e della sua integrazione, a tutti i livelli, con la città. Il Sindaco ribadisce l’efficacia dei controlli svolti nelle aziende gestite da orientali, che hanno costituito l’unica azione preventiva sul territorio, in materia di evasione fiscale, immigrazione clandestina, sfruttamento del lavoro.
Eppure, polemiche strumentali li hanno classificati quali metodi discriminatori. Quello che manca, sottolinea Cenni, è la ferma volontà del governo di far cessare comportamenti del genere; a Prato servono strumenti legislativi ad hoc per combattere l’illegalità, cui deve seguire fattiva applicazione. La Polizia Municipale non può da sola sostenere un compito così gravoso, e dal recente incontro con il Viminale, sono stati assicurati impegni in tal senso; adesso si attende che si traducano in realtà.
Deve inoltre aver termine la connivenza con il Governo cinese, i cui interessi in Italia sono tuttora molto forti. Da parte sua, il Comune ha tentato di fornire una risposta all’emergenza dei tanti operai-schiavi che quasi giornalmente vengono scoperti nel Macrolotto. Sono stati infatti richiesti finanziamenti regionali per un piano edilizio di riqualificazione di ex capannoni industriali e cantieri dismessi, allo scopo di realizzarvi alloggi da destinare a questi operai, eliminando in tal modo il problema delle fabbriche-dormitorio.
Tuttavia, la Regione Toscana pone un vincolo ai finanziamenti, ovvero per ottenerli è necessario che il progetto riguardi edifici da costruire ex-novo. Un cavillo che, oltre a creare difficoltà all’amministrazione, contraddice le recenti affermazioni di Enrico Rossi sulla necessità di arrestare il consumo di suolo. Altra questione paradossalmente collegata a quanto sopra, è il nuovo aeroporto. Sulla sua non opportunità, il Comune di Prato si è gia ampiamente espresso; realizzare un nuovo aeroporto con una pista ridotta, significa fare passi indietro anziché avanti.
Inoltre, per il mega-progetto, la Regione ha vincolata un’area di 700 ettari nel territorio pratese, che viene così sottratta a qualsiasi altro scopo, anche la costruzione di alloggi di edilizia popolare, che riguardi gli operai cinesi, o tutti gli altri cittadini. L’emergenza casa in città è molto sentita, al momento le situazioni più delicate sono 480, mentre altre 2000 persone usufruiscono del canone agevolato. C’è necessità di nuovi appartamenti, ma non sempre la politica regionale viene incontro alle proposte pratesi.
Nel complesso, l’amministrazione ha spesi 19.257.811 Euro per i servizi sociali nel loro insieme. Un impegno non da poco, anche in considerazione del fatto che i trasferimenti statali sono passati dai 51 milioni del 2010, a meno della metà per il 2013. Da parte sua, il Comune ha risposto all’emergenza riducendo sensibilmente la spesa corrente, ad esempio riunendo gli uffici in stabili di proprietà, evitando di pagare la locazione, o eliminando le auto di rappresentanza, e utilizzandone di noleggiate.
Tuttavia, nonostante questa difficoltà, e nonostante la crisi economica si faccia sentire, Cenni manifesta segni di ottimismo perché, comunque, la tenacia della città sopravvive, la si può toccare con mano nella voglia di reinventarsi che l’economia ha saputo mostrare. A fianco dell’adesione ai progetti europei quali Texmedin, PLUSTEX, CreativeMED - rivolti all’innovazione e alla creatività del settore tessile, in particolare per le giovani imprese -, la città ha avuto il coraggio di percorrere altre strade, quali l’innovazione tecnologica, che oggi conta circa 400 aziende.
L’emergenza lavoro resta, ma da una parte sono stati portati in città circa 25 milioni di Euro di ammortizzatori sociali, a sostegno dei tanti che hanno perso il loro impiego, dall’altra sono state intraprese iniziative per rivitalizzare l’economia cittadina, quali il Settembre Pratese, per la cui durata il centro storico è stato frequentato da cittadini di ogni età; far circolare a Prato i soldi pratesi, è questa la strategia, preferibile alla dispersione nei centri commerciali appena fuori città.
Fra gli obiettivi centrati nel 2013, la riapertura, lo scorso settembre, di Palazzo Pretorio, con una mostra di livello internazionale che ha portato Prato sotto i riflettori di tutto il mondo. Per questo, Cenni rivolge un apprezzamento alla macchina comunale, che in tre anni ha lavorato forsennatamente per concludere i restauri e organizzare la splendida Officina pratese. Oltre alla valorizzazione del patrimonio artistico locale, la mostra ha portati in città migliaia di visitatori, il che si è tradotto in una boccata d’ossigeno per ristoratori, albergatori, e commercianti.
Del resto, poiché Prato non può più permettersi di essere città a vocazione soltanto industriale, sfruttare il patrimonio artistico, paesaggistico ed enogastronomico è una delle vie privilegiate per superare la crisi. Ma la cultura è anche un potente strumento di crescita sociale, offre momenti di condivisione, riflessione, dialogo. In tal senso, il potenziamento della Biblioteca Lazzerini ha portato alla nascita di una delle biblioteche più efficienti d’Italia, nonché importante centro d’aggregazione per i tanti giovani, o meno giovani, che ogni giorno la frequentano.
Da sottolineare come il potenziamento abbia prodotto un utile positivo, nel senso che le spese per la gestione della biblioteca sono paradossalmente diminuite rispetto al passato. Segno evidente che l’oculatezza, in politica, è possibile. Una grande città non può quindi prescindere dalla cultura, e oltre al nuovo Pretorio, le celebrazioni per il bicentenario di Giuseppe Verdi sono state una prestigiosa occasione per riscoprire la storia lirica della città. Accanto a questa, il Teatro Metastasio prosegue la sua attività con scelte coraggiose inserite in cartellone, confermando la sua vocazione di teatro che guarda al contemporaneo e all’Europa.
La direzione che dovrà seguire il nuovo Centro Pecci, la cui chiusura del cantiere è attesa per i prossimi mesi. Quando sarà operativo, potrà essere uno strumento privilegiato per rivitalizzare la presenza pratese sulla scena internazionale. Da ricordare, infine, i tanti interventi di riqualificazione urbana, dalla nuova Piazza San Francesco in corso di realizzazione, alla Piazza San Domenico da poco conclusa, così come i violetti del centro ripavimentati, interventi realizzati grazie al sostegno di sponsor privati. Oltre alla città, anche il contesto circostante ha la sua importanza, in particolare naturalistica: in questo senso sono stati presentati progetti di realizzazione dei parchi, quali le Cascine di Tavola e Gonfienti, che, superato l’esame del Ministero, attendono il conferimento dei fondi europei.
Opere, queste, che contribuiranno a estendere l’offerta del patrimonio turistico cittadino. Al termine, il Sindaco Cenni si esprime brevemente sulla sua possibile ricandidatura: una decisione ancora da prendere, vista la difficile situazione che stanno vivendo i partiti politici. Come ricorda, la sua candidatura avrebbe dovuto essere una situazione-ponte per unire il centro-destra attorno a un nome spendibile e conosciuto. Ad oggi, Cenni si sente ancora un candidato “libero”, senza legami con questo o quel partito, e tuttavia riconosce come siano strutture indispensabili alla vita istituzionale del Paese.
Ma data la scarsa credibilità di cui, per loro colpa, godono oggi, il Sindaco esita. Nonostante l’entusiasmo e la convinzione posti nel lavoro di ogni giorno, le incognite sono ancora troppe. Niccolò Lucarelli Il "caso Prato" e del distretto parallelo cinese saranno discussi a Bruxelles nella prossima riunione della Delegazione per le relazioni Europa-Repubblica popolare cinese, interna al Parlamento Europeo: il sindaco Roberto Cenni è stato invitato a partecipare alla riunione dell'organo insieme al presidente della Giunta Regionale Enrico Rossi e all'ambasciatore cinese dal presidente della Delegazione, l'europarlamentare Crescenzio Rivellini, giunto stamani in visita a Prato. A riceverlo c'erano il sindaco Cenni, il vicesindaco Goffredo Borchi, l'assessore alla Sicurezza Urbana Aldo Milone e l'assessore alle Politiche per l'Integrazione Giorgi Silli.
Dopo aver incontrato il prefetto di Prato Maria Laura Simonetti e l'assessore regionale al Welfare Salvatore Allocca in Prefettura, Rivellini è giunto in Comune e ha poi voluto visitare il luogo della tragedia del 1° dicembre al Macrolotto, in cui sono morti 7 cinesi tra le fiamme della fabbrica dormitorio in cui lavoravano e vivevano: tra le problematiche principali affrontate dalla delegazione Europa-Cina vi è infatti l'inserimento legale della comunità e delle imprese cinesi nel tessuto produttivo nazionale per combattere la concorrenza sleale: «Prato è un caso emblematico delle gravi difficoltà di integrazione che un amministratore locale si trova ad affrontare senza risorse e poteri adeguati - ha detto Rivellini - Oggi nella qualità di presidente della delegazione interparlamentare UE/Cina e come promotore di una proposta di legge per l'istituzione di uno Statuto europeo dei lavoratori, che tra l'altro prevederà una regolamentazione comunitaria sulla sicurezza del lavoro, ho visitato al Macrolotto di Prato l'azienda-dormitorio teatro del tragico rogo delle scorse settimane. Sono stato accompagnato sul luogo del disastro dall'assessore Aldo Milone apprezzando la sua esperienza e determinazione.
Nell'ambito della discussione della mia proposta di legge sullo Statuto europeo dei lavoratori, si è oggi deciso di organizzare a Bruxelles una riunione della delegazione che presiedo per affrontare le difficili tematiche delle tante aziende cinesi in Europa e in particolare in Italia che devono integrarsi per evitare disfunzioni come quella della città di Prato, dove migliaia di clandestini creano scompensi su una popolazione di meno di 200mila abitanti. L'invito è rivolto al governatore Rossi, al sindaco Cenni e all'ambasciatore cinese.
Sarà quella l'occasione anche per capire come si può avere un sistema in cui un imprenditore italiano non può' ritirare più di mille euro in contanti in banca e poi si stima che i cinesi abbiano "esportato" negli ultimi anni circa 5 miliardi di euro in Cina e come sia possibile che si stimi che dal 2007 al 2012 siano stati erogati oltre mille mutui a cinesi "nullatenenti". In parole povere occorre arrivare ad avere integrazione e libera concorrenza con pari diritto per tutti, anche dei nostri connazionali che a quanto mi è dato sapere dopo la mia visita, sono oggi la vera "minoranza" discriminata».