“Firenze, città solidale, di accoglienza e di pace respinge con forza il razzismo e la violenza”. Con queste parole il presidente del Consiglio comunale Eugenio Giani ha aperto la cerimonia di stamani in piazza Dalmazia, dove due anni fa furono brutalmente assassinati Mor Diop e Modou Samb. Nel piccolo giardino, accanto alla targa che ricorda le due vittime senegalesi, oggi il Comune ha deposto una grande corona di fiori. Insieme al presidente Giani era presente anche il presidente del Quartiere 5 Federico Gianassi e i consiglieri Tea Albini (Pd), Susanna Agostini (Pd), Cecilia Pezza (Pd), Valdo Spini, Eros Cruccolini (Sinistra per Firenze), Mario Tenerani (Forza Italia), Bianca Maria Giocoli (Noi con Matteo Renzi), Andrea Vannucci (Pd), Leonardo Bieber(Pd), l’onorevole Riccardo Nencini che insieme a tanti cittadini presenti, si sono raccolti in un minuto di silenzio in memoria delle vittime.
“Firenze – ha detto Giani- ricorderà ogni anno questo momento pensando ogni volta a questi due ragazzi vittime della follia razzista, una follia e una degenerazione che la nostra città, operatrice di pace, respingerà sempre con forza. Erano due giovani, come tanti, in cerca di speranza e di lavoro. E una mano armata d’odio e violenza, ha spezzato per sempre tutti i loro sogni. Sono stati uccisi al mercato, simbolo di scambio e in un Quartiere, quello di piazza Dalmazia, che ha rappresentato l ‘incontro fra culture di solidarietà.
Da qui più forte arriva anche il nostro grido di dolore, ma anche di forza, di vicinanza e fratellanza”. Anche il presidente Federico Gianassi ha sottolineato “la ferita al Quartiere, al mercato- ha detto Gianassi - luogo simbolo. Bisogna contrastare sempre la degenerazione razzista, anche se la sfida è complicata. Ma l’obiettivo fermo è quello di costruire una città sempre più unita, solidale e forte. Di fronte alla crisi che incombe non si può rispondere con la violenza, ma è necessaria una forza morale.
Dobbiamo ricordare e reagire – ha aggiunto Gianassi - , unirci per costruire una società sempre più forte e più bella. "La tragedia dei senegalesi uccisi a Firenze è una memoria viva contro radici velenose di paura" Samb e Diop "sono per noi una memoria viva e un motivo di unità nella nostra comunità civica". Piero Giunti, Presidente del Consiglio provinciale di Firenze, ricorda la tragedia avvenuta due anni fa a Firenze, in piazza Dalmazia, "come qualcosa di germinato sulla radice velenosa della chiusura, di una cultura malata che ha canali da purificare con l'unica proposta possibile: la coesistenza, una gestione intelligente e umana dell'immigrazione, un impegno a tutti i livelli contro i conflitti e le povertà che sono all'origine di disperazione e della legitttima ricerca di un futuro migliore con gli altri".
In particolare "bisogna rigettare l'espressione 'clandestino', perché rende anonimo chi ha una nome, un cognome, una storia, una speranza di vita. L'uso di un linguaggio violento alimenta il razzismo e crea ostilità: due morti e tre feriti ci dicono a cosa ci porta tutto questo". Siamo vicini ai nostri fratelli senegalesi. Così i consiglieri Giuseppe Scola e Stefano Di Puccio del gruppo Prima Firenze insieme a Federico Perugini vicepresidente del Q5 (gruppo“PSI”), ricordano l'anniversario della strage di due anni fa.
"Tale ricordo vuole testimoniare la vicinanza del popolo fiorentino ai fratelli senegalesi.Purtroppo il razzismo è un germe ancora presente nella nostra società; l'unico antidoto - hanno concluso Scola, Di Puccio e Perugini- è l'educazione all'integrazione e alla convivenza tra i cittadini in un mondo che mira alla globalizzazione, cercando con una costante azione politica di sensibilizzazione di debellare divisioni e razzismo".