La nuova normativa sugli ammortizzatori in deroga colpisce principalmente i giovani escludendo dai sostegni sociali gli apprendisti e indirizzando le aziende al licenziamento degli ultimi assunti. Una norma che, secondo le Regioni, colpisce soprattutto i precari, che sono in maggioranza giovani. Scappano dall'Italia? Come mai? Quali sono i motivi che spingono le nuove generazioni a voltare le spalle ad un paese così bello? Domande affascinanti da farsi, ma basterebbe cercare le risposte. Le Regioni dicono no al decreto del governo sui nuovi criteri per gli ammortizzatori sociali in deroga.
E, se il governo non accoglierà la richiesta di certezze sull'integrale copertura finanziaria e la modifica delle novità procedurali previste, rimetteranno al governo le funzioni fino ad oggi esercitate, vale a dire la gestione, per conto dello Stato, delle autorizzazioni per Cassa integrazione e mobilità in deroga. Il parere delle Regioni, presentato dall'assessore toscano al lavoro Gianfranco Simoncini, coordinatore delle Regioni per il settore, è stato approvato oggi nella riunione della Conferenza delle Regioni e consegnato al governo nel corso della seduta della Conferenza Stato-Regioni . "E' incomprensibile – commenta l'assessore Simoncini – il fatto che, mentre da un lato si discute di garanzia Giovani, dall'altro, con l'esclusione dai benefici della deroga degli apprendisti, dei lavoratori in somministrazione e, fra gli altri, anche degli studi professionali, si vadano a colpire proprio i giovani spingendo le imprese in difficoltà a licenziare, appunto, i lavoratori più giovani che sono poi quelli che rientrano fra le figure escluse". L'assessore Simoncini sottolinea come la situazione attuale sia pesantissima, una situazione che le Regioni nel parere definiscono di "grave tensione sociale", con rischi per "l'ordine pubblico".
"Migliaia di lavoratori non riceveranno le indennità loro dovute - spiega - perchè gli stanziamenti messi a disposizione dal governo per il 2013 non sono sufficienti a soddisfare le richieste pervenute. Ma la prospettiva è ancora peggiore per il futuro. Di fatto si ridurranno le tutele, colpendo i soggetti più deboli del mercato del lavoro". "Il nuovo decreto – spiega l'assessore – acuisce le differenze fra le tutele verso i lavoratori delle aziende medio grandi e di quelli delle piccole.
Vi è poi un appesantimento burocratico che rischia di ridurre le Regioni ad un ruolo subordinato rispetto all'Inps". Le Regioni ritengono non più sostenibile il sistema degli ammortizzatori così com'è attualmente e sono d'accordo sulla necessità di una riforma. Ma la riforma dovrebbe garantire una copertura universalistica a tutti i lavoratori. La proposta di decreto del governo va invece in una direzione opposta. "Una volta approvati i nuovi criteri, che varranno per tutto il territorio nazionale – avverte Simoncini - deve essere garantita l'integrale copertura del fabbisogno, evitando la lotteria degli ammortizzatori e la ricorsa alle richieste nei primi mesi dell'anno che l'incertezza sulle risorse determinerebbe.
Per questo abbiamo fatto presente che, se le richieste sulla certezza di copertura finanziaria e di modifica della copertura e sulle procedure non saranno accolte, le Regioni diranno al governo di riprendersi le funzioni che riguardano le autorizzazioni". Le nuove norme introdotte dal decreto contestato dalle Regioni, prevedono l'esclusione di apprendisti e lavoratori in somministrazione: una norma che, secondo le Regioni, colpisce soprattutto i precari, che sono in maggioranza giovani. Le Regioni chiedono di reinserire i lavoratori con anzianità minima di 90 giorni e di precsiare la possibilità di usufruire dell'ammortizzatore anche per aziende interessate da procedure concorsuali (fallimento, liquidazione ecc) da riconversioni o cessazione.
La bozza di decreto prevede che la domanda venga presentata a Inps, mentre le Regioni insistono sul fatto che debba essere presentata esclusivamente alle Regioni stesse, entro il termone perentorio di 20 giorni dalla sospensione dal lavoro. Quanto alla mobilità in deroga, le Regioni chiedono una precisazione rispetto alla possibilità di utilizzare la mobilità a seguito di altri ammortizzatori per lavoratori di aziende interessate da processi di reinsediamento industriale o prossimi alla pensione. A seguito della grande mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori degli Appalti dei servizi di pulizia e sorveglianza nelle scuole statali, i cosiddetti “Appalti Storici”, del 12 dicembre 2013, nei giorni scorsi è stato approvato un emendamento del Governo che ha stanziato risorse aggiuntive per i mesi di gennaio e febbraio 2014 al fine di garantire sia la salvaguardia dell'occupazionale del reddito, sia l’attivazione immediata di un tavolo Governativo che deve trovare soluzioni definitive entro il 31 gennaio 2014, per questa lunghissima vertenza. "Alla luce dell’emendamento e delle risorse aggiuntive, stanziate dal Governo, il passaggio del personale deve avvenire alle stesse condizioni contrattuali individuali in essere. Oggi 19 dicembre 2013 l’Azienda aggiudicataria dell’appalto Dussmann Service ha chiesto, senza concordarlo, la convocazione in tempi strettissimi di un incontro presso la Direzione Regionale del Lavoro - Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per attivare la procedura di cambio di appalto. Solo in questa sede i sindacati sono venuti a conoscenza dell’intenzione di Dussmann Service di assumere il personale con un taglio consistente di ore, nonostante le risorse aggiuntive messe in campo dal Governo e senza avere ancora sottoscritto i contratti attuativi con tutti gli Istituti Scolastici. I sindacati ritengono tutto questo inaccettabile, contrario alle disposizioni del governo e in spregio delle lavoratrici e i lavoratori che hanno difeso attraverso la mobilitazione e gli scioperi la loro condizione già precaria.
Chiedono un atto di responsabilità verso le 1.200 lavoratrici e lavoratori della Toscana che fino ad oggi hanno contribuito con orgoglio a garantire servizi importanti all’interno delle scuole e che sono stanchi di una situazione che in passato ha portato a forte tagli e che adesso potrebbe sfociare in un vero e proprio dramma sociale". In concomitanza con il confronto tra l’Azienda e le organizzazioni sindacali, è previsto un presidio regionale delle lavoratrici e dei lavoratori a partire dalle ore 9,30 di lunedì 23 dicembre 2013 presso la sede DRL Regionale in viale Fratelli Rosselli, 20 a Firenze