"I numeri dell'economia toscana mostrano che, anche per la nostra regione, sarà una difficile ripresa: la doppia recessione si attenua, ma spetta al sistema economico e al sistema territorio consolidare questa tendenza, perché è ancora presto per capire se abbiamo di fronte una reale inversione del ciclo o solo una tregua insidiosa" sottolinea Pierfrancesco Pacini, presidente di Confindustria Toscana. "La risalita sarà comunque difficoltosa, non solo perché la crisi ha bruciato ricchezza e posti di lavoro (il dato della cassa integrazione straordinaria ci preoccupa molto), ma anche per i cambiamenti irreversibili in atto negli assetti e nella capacità produttiva, per gli ostacoli dovuti alla restrizione del credito e al super Euro, ma soprattutto per il mercato interno che non accenna a ripartire, complice un caos fiscale pro-ciclico e vessatorio.
La politica fiscale è parte integrante della politica industriale; bene, dunque, la scelta di non prevedere nuove tasse nella manovra regionale e l’inserimento di alcuni sgravi fiscali che danno finalmente avvio all’attuazione della legge competitività, grazie a un nuovo stanziamento di risorse. Si tratta ora di rendere operativi questi primi sgravi e di continuare a lavorare in questa direzione nel 2014, proseguendo sulla strada della riduzione della spesa pubblica e della lotta all’evasione fiscale per liberare risorse a favore dello sviluppo". "Le politiche industriali dovranno, perciò, stare saldamente al centro delle agende di tutti i decisori pubblici, nessuno escluso, senza più rinvii e posticipi.
Va rilanciata, sia sul piano decisionale, sia su quello realizzativo, la crescita industriale, perché è l'unica in grado di sbloccare il Pil, anche in Toscana". "Accanto al nuovo Patto per lo sviluppo - in dirittura d'arrivo – riteniamo necessario un industrial compact regionale, un pacchetto di azioni per l'ultima parte della legislatura regionale, che sia anche l'ossatura della nuova programmazione dei fondi europei, articolato su cinque priorità: · più investimenti e più attrattività, perché la Toscana ha bisogno di attirare più investitori anche esteri per innalzare il proprio tasso industriale; · un'internazionalizzazione più efficace e mirata, dicendo basta alla frammentazione di iniziative, valorizzi le competenze dei privati e le eccellenze del settore pubblico e sostenga più efficacemente le imprese nei programmi rivolti ai mercati esteri; · infrastrutture per il sistema produttivo, dalla logistica all'intermodalità, con la massima integrazione fra sistemi portuale, ferroviario e aeroportuale; · semplificazioni misurabili e percepite dalle aziende, sia di carattere amministrativo che istituzionale; · più credito, con il necessario rilancio di un sistema della garanzia efficiente e coordinato fra strutture pubbliche e confidi privati e nuovi interventi che favoriscano la ricapitalizzazione delle imprese".