"Ad una crisi che, nonostante la presenza di alcuni segnali di ripresa economica, si rivela ancora con un impatto sociale straordinario, abbiamo risposto con misure straordinarie: per la famiglia e la coesione sociale e per la crescita, risparmiando ma trovando anche le risorse necessarie per nuovi investimenti. E tutto questo senza aumentare le tasse ai cittadini: anzi, in molti casi rendendole per le imprese più leggere". Parte da qui l'assessore della Toscana Vittorio Bugli per spiegare la proposta di bilancio e la finanziaria 2014 che l'aula del consiglio regionale ha iniziato a discutere ieri e voterà nel pomeriggio. L'assessore ricorda come la manovra portata in aula, oltre alla straordinarietà del momento, ha dovuto necessariamente tenere conto dei tagli che ci sono stati: 500 milioni in meno l'anno dal 2011, a cui si aggiunge l'8 per cento tolto alla sanità dal 2010 ad oggi.
A conti fatti l'anno prossimo la Regione Toscana potrà spendere un po' meno di 9 miliardi, 300 milioni in meno dell'anno scorso: 6 miliardi e 600 milioni è da sola la spesa per la sanità. C'è poi un problema legato ai fondi europei, quelli per l'economia e il sociale. Si è chiuso un ciclo e le risorse per la programmazione per i prossimi sette anni arriveranno non prima della fine del 2014. Così la Regione, in parte, ha deciso di anticiparle di tasca propria. "Abbiamo retto - sottolinea Bugli - mantenendo inalterato il nostro sistema di welfare, senza aumentare le tasse e risparmiando risorse significative con un'attenta e razionale spending review su risorse e affitti.
Ma abbiamo anche provato a fare qualcosa di nuovo: aumentando gli investimenti e mettendo in campo provvedimenti innovativi". "Il nostro obiettivo - ha proseguito - era di tenere la barra dritta puntando su coesione sociale, crescita ed innovazione", le tre parole chiave che hanno ispirato questa manovra. Coesione sociale, crescita e innovazione per aiutare chi è più in difficoltà, "perché dalla crisi si esce tutti assieme", e "per farci trovare pronti quando la ripresa arriverà davvero": da un lato il welfare, il piano famiglia, i prestiti a tasso zero a chi è rimasto senza stipendio e il prestito sociale, giusto per fare qualche esempio, dall'altro gli aiuti alla crescita e ai giovani con il progetto Giovanisì, gli sgravi per le imprese che investono e i bonus per chi innova e prova a promuoversi all'estero. Dai bonus bebè agli sgravi sull'Irap, i provvedimenti più significativi del bilancio 2014 FIRENZE - Sostegno ai più deboli e aiuti per la crescita e le imprese, pubblica amministrazione più snella e bonus fiscali, senza inasprire la pressione fiscale.
Ecco in breve alcune tra le misure più significative del bilancio e della finanziaria 2014 proposta della giunta e che il consiglio regionale ha votato oggi. Bonus bebè, figli e prestiti - Il piano famiglia deciso dalla giunta conferma per il 2014 le misure varate ad agosto, ovvero 700 euro una tantum per ogni nuovo nato, 700 euro l'anno per ogni figlio disabile ed altrettanti per le famiglie con almeno quattro figli. Unico limite: avere un Isee non superiore a 24 mila euro.
A queste misure si aggiungono i prestiti, fino a tremila euro a zero interessi in tre anni, per chi ha perso il lavoro o non riscuote da almeno due mesi, e il prestito sociale (anche in questo caso fino a 3.000 euro) per le famiglie con maggiori difficoltà. Per maggiori dettagli collegati alla sezione Toscana solidale. Cento milioni per l'economia e fondi europei - L'assessore al bilancio Vittorio Bugli ricorda anche i 100 milioni, al netto delle risorse europee, con cui la Toscana sosterrà il sistema economico, il turismo, il commercio, l'agricoltura e le iniziative culturali sul territorio e appunto gli 82 milioni di anticipo sui fondi europei, in modo che in attesa delle risorse della prossima programmazione gli interventi e gli investimenti in corso non si interrompano. Autosufficienza e pubblica amministrazione più snella - La giunta ha proposto anche di rifinanziare con 78 milioni (destinati a diventare 85 nel corso dell'anno) il fondo per la non autosufficienza, privo da tempo oramai di risorse e coperture nazionali che erano state azzerate.
"Continueremo a risparmiare sulla spesa pubblica e in particolare sugli affitti -- aggiunge l'assessore -- ma vogliamo anche investire su una pubblica amministrazione efficiente, dinamica e capace di rinnovarsi, che paga i fornitori in tempi rapidi e che sia più snella, perché è l'elemento che può fare la differenza e rendere un territorio più competitivo". Minibond, pagamenti ed housing sociale - Nel bilancio e nella finanziaria trovano spazio i minibond: la Regione garantirà con 3 milioni chi sottoscriverà quelli emessi da imprese toscane.
Ci sono altri 2,5 milioni per il contributo in conto interessi da riconoscere ai fornitori del servizio sanitario regionale che presentino i loro crediti a società di factoring, riscuotendo prima. La Regione stanzia anche 5 milioni per aderire ad un fondo di housing sociale, dove pubblico, privato e privato sociale si mettono insieme per riattivare il mercato delle costruzioni e dare una risposta a chi cerca casa e non ha i requisiti per un alloggio popolare ma neppure può permettersi un affitto a prezzi di mercato. Tasse ferme e sconti - Quanto alla tasse non sono previsti aumenti.
Il bollo auto da pagare rimane lo stesso dell'anno scorso. Aliquote e scaglioni dell'addizionale regionale Irpef -- che si paga in modo differito, l'anno successivo per il precedente - rimangono quelle del 2013. Sull'Irap addirittura le agevolazioni e gli sconti aumentano di tre milioni, passando da 13 a 16 milioni. "Abbiamo deciso di ridurre le tasse alle imprese che decidono di investire in Toscana, a quelle che assumono, che vogliono crescere e alle imprese innovative" riassume Bugli.
Qualche esempio? "Le aziende che decideranno di investire in Toscana risparmieranno il 40% sull'Irap, le imprese high-tech addirittura non pagheranno niente di Irap per un anno". Sconti confermati anche per chi investe su cultura e paesaggio. Anticipati i fondi europei e stanziati 50 milioni per prevenire il dissesto idrogeologico FIRENZE - La Regione Toscana ha deciso di anticipare da subito 82 milioni del fondi europei per il ciclo di programmazione 2014-2020.
La scelta di anticipare, con risorse regionali, l'avvio del nuovo ciclo di programmazione comunitaria è per l'assessore al bilancio Vittorio Bugli una delle novità assolute del bilancio 2014, discusso oggi dall'aula del consiglio regionale. "Si tratta - sottolinea - di un tratto assolutamente distintivo della manovra". Di 82 milioni 42 sono già disponibili, mentre per gli altri 40 la Regione ricorrerà ad un prestito. L'approvazione dei programmi operativi del Fesr, Fse e Feasr, ovvero gli strumenti europei per lo sviluppo regionale, le politiche sociali e l'agricoltura, è prevista per l'autunno del prossimo anno.
L'obiettivo dell'anticipazione è mantenere alta la spesa nella fase di passaggio tra l'attuale ciclo, in scadenza, e quello successivo. Tra gli investimenti finanziati con il bilancio del prossimo anno l'assessore pone invece l'accento sulla tutela del territorio e la prevenzione del rischio sismico, a cui è stato riservato un posto di rilievo. La Regione continuerà a chiedere al Governo di liberare dai vincoli del patto di stabilità interno gli investimenti di prevenzione e messa in sicurezza perché, ha ricordato Bugli, "una regione come la nostra che quest'anno ha avuto tre eventi alluvionali gravi e un sisma non può affogare di patto di stabilità".
"Ma anche in questo contesto - ha rivendicato - abbiamo provato a trasformare le nostre fragilità in occasioni di crescita, stanziando risorse importanti, oltre 50 milioni, per interventi volti a prevenire il dissesto idrogeologico". Altri 3 milioni sono invece destinati ad alimentare un fondo in conto interessi per finanziare interventi privati per l'eco-efficienza energetica e la messa in sicurezza sismica, che si affiancheranno ai bonus nazionali sulla ristrutturazione. E' previsto anche un piano per adeguare gli edifici pubblici.
Si punta in questo modo alla crescita di settori nuovi dell'economia. «I fatti parlano chiaro: di fronte all’opportunità di introdurre misure in grado di diminuire progressivamente le tasse, respingendo le nostre proposte il centrosinistra si è dimostrato sordo alle esigenze dei toscani, preferendo continuare a mettere le mani nelle tasche dei cittadini, soprattutto coloro che hanno redditi inferiori ai 55mila euro, aumentando il gettito Irpef di 124 milioni e quello Irap per le imprese di 100 milioni». Così i consiglieri regionali del gruppo del Popolo della Libertà subito dopo il voto negativo espresso dalla maggioranza sulla proposta di risoluzione al Documento di programmazione economica e finanziaria che prevedeva l’istituzione di un fondo per la riduzione della pressione fiscale finanziato dai proventi della lotta all’evasione (stimati in 120 milioni di euro all’anno), dalle dismissione delle partecipazioni azionarie della Regione, dalla dismissione del patrimonio immobiliare delle Asl (160 milioni) e dalla riduzione del 5% sulle indennità degli incarichi dirigenziali del sistema sanitario regionale (500mila euro).
Un fondo che si ispira ad una misura analoga adottata a livello nazionale dal Governo Letta. «Evidentemente ciò che si approva a Roma non va bene a Firenze. Ne prendiamo atto, non senza rimarcare l’incoerenza del Pd regionale, che evidentemente disconosce l’operato del Governo presieduto da un collega di partito, per di più toscano. Ma al di là delle contraddizione interne al centrosinistra, quel che conta è la conseguenza delle decisioni assunte dalla maggioranza: respingendo la nostra proposta di istituire il fondo e allo stesso tempo non toccando minimamente la spesa improduttiva il Pd ha confermato la sua linea di condotta “tassa e spendi” e la sua incapacità di ascoltare e fare propri gli appelli provenienti dalle famiglie e dalle imprese toscane», concludono i consiglieri del gruppo PdL. “C’è stata una riduzione evidente dei trasferimenti dallo Stato alle regioni, di cui ci siamo fatti carico e che abbiamo cercato di arginare con uno sforzo che, va riconosciuto, ancora manca a livello centrale e nazionale.
Per questo rivendico con soddisfazione quanto inserito nella legge finanziaria, che in tempi di così grandi difficoltà ha previsto misure stringenti per garantire l’inclusione sociale e fondi al welfare, il rilancio dell’impresa e la tutela dell’ambiente, con un’attenzione particolare per il rischio idrogeologico e sismico. Tratto distintivo di questa manovra è l’anticipazione con 82 milioni di euro del nuovo ciclo di programmazione comunitaria 2014-2020, un modo per portare avanti progetti in itinere che si sarebbero bloccati a causa del ritardo dell’erogazione di risorse comunitarie, segno evidente che è stata riconosciuta l’importanza dei fondi europei per lo sviluppo della nostra regione.
Un altro capitolo fondamentale riguarda la tutela dell’ambiente, con lo stanziamento di 50 milioni di euro per la difesa del suolo, e di tre milioni destinati a finanziare l’intervento di soggetti privati per l’adeguamento energetico e la messa in sicurezza sismica degli edifici, un contributo importante alla prevenzione e un sostegno a imprese che operano in questi settori. Mai venuta meno l’attenzione al welfare, con la conferma del ‘pacchetto famiglia’, del prestito sociale e del fondo per la non autosufficienza e alle necessità delle piccole imprese, che costituiscono il tessuto della nostra economia, con il rifinanziamento del microcredito” così Marco Ruggeri, capogruppo Pd Regione Toscana, intervenuto in aula durante la discussione sulla legge finanziaria nella seduta odierna del Consiglio regionale. “Il periodo è di una difficoltà eccezionale, anche se per la Toscana c’è qualche indicatore positivo in più.
Non è però utile elencare solo i problemi, bisogna ripartire da quelle che sono le esperienze positive e in Toscana possiamo enumerare la farmaceutica, la chimica, il turismo”. Lo ha dichiarato Marco Spinelli (Pd) nel suo intervento, sottolineando che il lavoro, la coesione sociale e la crescita “sono i punti fondamentali da tenere al centro degli interventi”. Per Spinelli è necessario salvaguardare e incrementare gli investimenti nelle infrastrutture, nella solidarietà, nella scuola. “Invece il tema emerso con frequenza nel dibattito – ha detto il consigliere – è quello delle tasse.
Non che non vorremmo tutti abbassarle, e in qualche caso lo abbiamo fatto, ma per tre anni la Toscana ha subìto tagli lineari pesantissimi, e la vera sfida è quella di riuscire a mantenere in equilibrio i conti conservando i servizi. Questo è il risultato più importante”. Giuseppe Del Carlo (Udc) ha iniziato elencando una serie di note positive presenti nei provvedimenti in discussione: gli aiuti alle famiglie, alle imprese in difficoltà, i microprestiti, “interventi di carattere congiunturale che riguardano la solidarietà e l’equità”.
“Ma – ha avvertito il consigliere – tutte queste misure se non c’è una crescita sono destinate ad esaurirsi e a non avere sbocchi”. Dunque la crescita è e rimane il tema centrale. “E devo dire – ha proseguito Del Carlo – che la crescita nel Dpef non viene messa al primo posto. I dati sulla ricerca e innovazione in Toscana non sono confortanti, ad esempio siamo sotto la media nazionale per la quantità di brevetti registrati. C’è bisogno di sostenere di più la ricerca, gli incubatori tecnologici, i laboratori.
Così come il nodo dell’efficienza dei servizi pubblici è centrale. I problemi si conoscono benissimo da anni, non c’è bisogno di fare giri sui treni, dobbiamo agire concretamente”. Così come, secondo Del Carlo, è necessario intervenire sul problema del credito, visto che in Toscana vengono applicati tassi più alti che altrove, sulle partecipate, sulle terme. Stefano Mugnai (Pdl) si è concentrato soprattutto sui problemi che riguardano la sanità toscana. “Il quadro sta cambiando rapidamente – ha detto Mugnai – ma il piano sanitario è scaduto nel 2010.
Da parte della Giunta regionale non arrivano né spunti né iniziative, mentre è necessario prendere rapidamente delle decisioni. Per questo come consiglieri ci sentiamo di fare proposte”. Mugnai ha spiegato di avere presentato una mozione che ha l’obiettivo di “dare un governo nuovo alla sanità toscana” ponendo la parola fine all’esperienza delle Società della salute. Improcrastinabile anche la riorganizzazione delle aziende sanitarie. “Noi proporremo un’accelerazione della dismissione del patrimonio immobiliare delle Asl e una contrazione degli emolumenti alle figure apicali” ha spiegato il consigliere, concludendo che affrontare la questione della spesa sanitaria è cruciale.
“La Toscana – ha ricordato infine Mugnai – ha una spesa farmaceutica inferiore alla media nazionale, ma una spesa maggiore della media per quanto riguarda il personale e l’acquisto di beni e servizi”. Sintesi dell’intervento in aula del Presidente del Gruppo Nuovo Centrodestra Alberto Magnolfi: «Sono un uomo d’altri tempi e confesso di provare nostalgia per i tempi in cui quelli sui grandi atti erano momenti di alto confronto politico, senza limitarsi a sussurrare numeri ma provando a tracciare una visione prospettica analizzando risultati centrati o no.
Invece ho visto che adesso nelle commissioni i protagonisti sono i funzionari, che danno vita a colte accademie cui sovente i Consiglieri fanno da spettatori dando poi seguito a una mera presa d’atto». «Una volta in Consiglio, poi, i tempi sono talmente stretti che tocca parlare con un occhio all’orologio tentando di esprimere appena non altro che qualche rapida considerazione. Quando la politica non era una brutta parola e non ci si doveva quasi vergognare di essere Consiglieri regionali, senza chiedere permesso in punta di piedi per andare a Roma a incontrare un ministro; quando insomma essere qui era una cosa seria e importante anche i dibattiti come questo avevano, se non contenuti, per lo meno ambizioni diverse.
Oggi non è così, e credo sia un grave errore. In questa fase di grave crisi della politica, la politica deve recuperare il proprio ruolo e le proprie identità ideali, non solo intervenire nella scelta di direttori e funzionari di Asl e enti vari. Io vedo in questo anche il riflesso di precise difficoltà della maggioranza: io non ho mica capito fino in fondo quale sia la carta d’identità politica di questa giunta. Vedo un presidente della giunta che quando parla dal profondo rivela grande nostalgia per una sinistra piuttosto tradizionale, lontana dal mio punto di vista ma rispettabile nel suo essere popolare e operaista.
Io credo che alcune vostre difficoltà nascano da qui perché poi, quando uno si trova a fare i conti tra gli ideali ancorati alle tradizioni e le esigenze di modernizzazione beh… i conti non tornano. E allora alla fine non si sceglie niente, e non si realizza niente rispetto a ciò che si è promesso magari attraverso interviste di mezz’agosto». «Noi siamo a registrare un bilancio politico-amministrativo assolutamente carente. Non è una politica di tradizione e continuità a poter assicurare il cambiamento, possibile invece se uno chiarisce chi è e cosa vuol fare.
Su questo sì che si può costruire dibattito. In questa nebbia della politica sarebbe importante che ciascuno dicesse ciò che è; altrimenti prevarranno il tatticismo, il movimentismo spregiudicato e il populismo che è a mio avviso il vero pericolo di deriva della politica, che invece è fatta da posizioni plurali che si confrontano. Plurali, sì, perché non è pensabile nel nostro paese un bipartitismo secco, ma un bipolarismo plurale sì. Quale legge urbanistica, altrimenti, potete formulare? E sull’aeroporto di Firenze? E sul personale? Accoglierete le proposte che potrebbero segnare novità, o preferirete operazioni gattopardesche stabilizzando adesso per poi dichiarare un eccedenza di personale? Questo non sarebbe né trasparente né serio». «Io parlo per un gruppo che si è da poco costituito e lo ha fatto proprio nello sforzo onesto – e modesto, per carità – di presentarsi per quello che è.
noi ci presentiamo qui come un gruppo radicato nel centrodestra, alternativo alla sinistra ma che non vede nemici, piuttosto avversari, e pronto anche a collaborare sui singoli temi nell’interesse della Toscana, ponendo la dignità e la credibilità della politica come precondizione per la salvezza della Toscana e dell’Italia». «Il Dpef 2014 è un atto inconcludente e deludente. Manca la concretezza su temi fondamentali quali il lavoro, la crescita e lo sviluppo e non viene programmato in maniera certa il futuro della nostra regione».
È il commento del capogruppo di Più Toscana/Nuovo Centrodestra, Antonio Gambetta Vianna, sul Documento di programmazione economica e finanziaria per l’anno 2014 al voto in Consiglio regionale. «Per poter programmare il futuro – chiosa Gambetta Vianna – sarebbe auspicabile fare delle valutazioni oggettive degli errori del passato, andando ad intervenire su cosa non va, cercando di migliorarlo o direttimente di tagliarlo. Ma il non valutare a fondo le cose è il grande limite della Giunta toscana.
E l’assenza di valutazioni porta inevitabilmente a una cattiva programmazione. Questo atto continua ad essere troppo generico e vuoto; non si danno delle vere e proprie priorità, ma si dà un po’ a tutti per arrivare, alla fine, a bloccare la ripresa scontentando tutti». Secondo l’esponente del Nuovo Centrodestra, «se per esempio guardiamo al lavoro, la Giunta ha deciso di puntare ancora soprattutto sui Centri per l’Impiego senza, però, riformare il sistema della formazione professionale né quello delle politiche del lavoro.
Una politica, questa, estremamente fallimentare che va a sommarsi anche alla non calendarizzazione delle infrastrutture, che sono fondamentali per aumentare il lavoro». E, sulla Legge Finanziaria 2014, «la macchina regionale costa troppo. Per l’Amministrazione Regionale si arriva a spendere 5 volte di più rispetto a quanto si spende per l’economia e 10 volte di più rispetto a quanto si spende per le politiche ambientale. Così non va». “Sono d’accordo con il presidente Manneschi.
Dobbiamo chiedere con forza una deroga al patto di stabilità. Le istituzioni devono essere utili ai cittadini. Non sono solo un costo per la collettività, ma devono essere capaci di dare risposte ai problemi”, ha dichiarato Rosanna Pugnalini (Pd), che ha sottolineato come la crisi economica stia cambiando profondamente gli stili di vita dei cittadini, che riducono i consumi alimentari, ma anche le visite sanitarie specialistiche. A suo giudizio la Toscana è stata presente e questa manovra finanziaria conferma il suo impegno, con l’anticipazione dei finanziamenti comunitari, il progetto GiovaniSì, il ‘pacchetto famiglia’, i minibond e gli aiuti alle imprese.
Particolarmente significativi, secondo Pugnalini, gli interventi su cultura, turismo e commercio, come pure quelli per la difesa del suolo e la promozione della green economy, non solo sotto il profilo ambientale, ma anche come possibilità di rilancio del settore edilizio in grande difficoltà. “Poco si fa, se non nella direzione sbagliata” ha dichiarato Marina Staccioli (FdI), sottolineando che la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli elevatissimi, con punte del 65 per cento nella provincia di Massa-Carrara.
“Si finanzia il servizio civile con 7,5 milioni di euro – ha osservato – Meglio destinarli a sgravi fiscali ad aziende che assumono”. A suo parere non producono risultati gli investimenti in ricerca ed innovazione, a causa dello scarso collegamento con le imprese, come dimostra la vicenda di Etruria Innovazione. “Si continua a dare soldi a ciò che non funziona” ha affermato, ricordando l’intero settore della formazione, Firenze Fiera spa, le terme e l’interporto di Guasticce. Staccioli ha sollecitato, infine, controlli più stringenti sulla società partecipate e l’inizio di nuove opere pubbliche solo dopo la conclusione di quelle in corso da troppo tempo.
Un giudizio positivo sui provvedimenti a favore del sistema economico e della competività delle imprese, a partire dall’anticipazione dei finanziamenti comunitari, è stato espresso da Ivan Ferrucci (Pd): “Il prossimo anno avremo una scadenza decisiva per la programmazione di Regione ed Enti locali sulla formazione ed il mercato del lavoro” ha rilevato, auspicando una riforma complessiva del settore, a partire dai centri per l’impiego. A suo giudizio occorre valutare con attenzione come sono stati impiegati i fondi europei, non solo settore per settore, ma anche prodotto per prodotto, per capire come sta evolvendo il mercato economico ed attuare interventi più mirati per attrarre investimenti. “In questa finanziaria non troviamo aumenti.
Bastano ed avanzano quelli introdotti con la Finanziaria 2013. Troviamo solo tagli e nessuna misura per la crescita” ha affermato Gabriele Chiurli (gruppo Misto). A suo giudizio gli sgravi Irap “sono solo per pochi eletti” e gli aiuti alle famiglie “sono ben poca cosa di fronte ai sacrifici che stiamo chiedendo loro”. Chiurli ha ricordato che la Toscana, “la regione più vecchia d’Italia” ha una disoccupazione giovanile da record: 102mila quelli che non trovano lavoro, più di 60mila i ragazzi che non studiano e non lavorano, pari al 19% degli under 34.
“Abbiamo messo nel bilancio 32 milioni per tirocini e servizio civile – ha rilevato – Su più di 10mila tirocini finanziati, solo 130 si sono tradotti in un posto fisso. E continuiamo sulla stessa strada”. A suo giudizio la Giunta regionale dovrebbe promuovere iniziative per uscire dall’Unione Europea e dalla moneta unica. “Il dibattito dovrebbe tener conto delle limitate competenze regionali -ha rilevato Paolo Bambagioni (Pd) – Cerchiamo di mantenere buoni livelli d’intervento con le poche risorse che abbiamo, con una revisione profonda e scelte innovative”.
In questo quadro Bambagioni ha ricordato che “i bilanci sono in equilibrio e sono certificati”. “Finanziamo sanità, welfare, sistema delle imprese, famiglie in difficoltà – ha osservato - Mantenere inalterata la pressione fiscale può essere banale, ma non è scontato”. Non solo. Secondo Bambagioni si tenta anche di promuovere la crescita, come nel caso del social housing e degli interventi sul rischio idraulico. “Chiedo formalmente un maggiore impegno della Giunta regionale sulle risorse umane – ha concluso – Ci sono professionalità all’interno dell’ente Regione che devono essere valorizzate”.
“La Toscana continua a fare scelte importanti per dare risposte ai più deboli e per la rivalutazione del territorio come risorsa per lo sviluppo sostenibile”. È questo il giudizio di Marta Gazzarri (Idv) sulla legge Finanziaria 2014 e il bilancio di previsione della Regione. Gazzarri ha giudicato positivamente la scelta di considerare “l’agricoltura di qualità e il turismo due punti focali da sostenere”. Così come “è bene continuare a investire nella green economy, dove gli enti pubblici dovrebbero fare scelte ancora più decise, e nella geotermia”.
Infine, positivo il giudizio sugli stanziamenti legati al piano dei rifiuti, perché permetteranno “la nascita dell’industria del riciclo, da cui nasceranno nuovi posti di lavoro”. Andrea Agresti (Ncd) ha giudicato “un’anomalia la mole di residui passivi, pari 2 miliardi e 370 milioni, relativi alla spesa corrente e agli investimenti”. Il dato, secondo Agresti, “dimostra l’incapacità di progettazione e di spesa della Regione e quindi richiamare a scusante i vincoli del patto di stabilità c’entra poco o nulla”.
Non solo, “essere incapaci di spendere, vuol dire essere in ritardo sugli investimenti che riguardano le strategie territoriali, ambientali e infrastrutturali”. Per Giovanni Donzelli (FdI), “la Finanziaria in discussione manca di un disegno e lancia solo segnali da pre-campagna elettorale”. Donzelli ha affermato di ritenere “inutile, in un momento di crisi come questo, finanziare la lotta alla povertà o le attività per la conoscenza dei valori della resistenza e dell’antifascismo.
Questi sono tutti finanziamenti che servono a trasferire fondi ad associazioni” vicine al governo regionale. “Manca”, ha aggiunto, “un disegno coerente su temi importanti, come ad esempio la sanità, in particolare sulle Società della salute, sugli accorpamenti delle Asl e sulla compravendita degli immobili da parte delle aziende sanitarie”. Donzelli ha chiesto dove siano finiti “i soldi per la bretella Prato-Signa” e ha criticato alcune modalità di spesa della Regione: “Nel 2012 abbiamo speso 1,6 milioni per l’impianto di riscaldamento di questo palazzo e il risultato è che non funziona”. Marco Taradash (Ncd) ha richiamato la conclusione dell’illustrazione della legge Finanziaria fatta ieri in aula.
“Il consigliere Manneschi”, ha detto Taradash, “sottolineava quanto poco sia il potere delle Regioni e richiamava a un cambio di ruolo necessario. Per me, le Regioni costano molto e possono poco e se non ne ridefiniamo il ruolo davvero non hanno alcuna utilità”. Secondo Taradash aver trascurato il rapporto Ue sulla capacità di intervento del sistema regionale europeo, “dove la Toscana naviga in posizioni poco lusinghiere, è stato un grave errore”. Il consigliere ha giudicato la Finanziaria regionale “priva di voli pindarici e di idee nuove” e ha aggiunto che “non risolve importanti questioni aperte, come il futuro dell’aeroporto di Peretola o dell’ospedale di Livorno, per i quali si mettono risorse a bilancio senza aver chiaro cosa si realizzerà o si potrà realizzare”.
Taradash ha anche invitato la Giunta “a decidere cosa farne delle società partecipate non strategiche e a valutare il superamento delle Società della salute”. La Regione, ha aggiunto, “ha i soldi della sanità e dei fondi europei. Dovrebbe concentrarsi su questo e darsi impegni precisi in questi ambiti”. Infine, “se vogliamo tenere sotto controllo i costi della politica, facciamo attenzione ai costi indiretti che, ad esempio, derivano dal sistema elettorale proporzionale con le preferenze”. Marco Ruggeri (Pd), in relazione ai costi della politica citati da Taradash, ha affermato che “siamo stati troppo timidi nell’affermare i tagli che abbiamo fatto riducendo le spese del Consiglio e il numero dei consiglieri che nella prossima legislatura siederanno in quest’aula, o riformando le funzioni dei gruppi”.
Rispetto ai temi posti da “una crisi economica senza eguali, la Regione si è fatta carico di parte dei tagli ai trasferimenti statali. Abbiamo a nostra volta tagliato i trasferimenti agli enti, ma dovremmo chiedere con forza che si faccia altrettanto a livello centrale. Faccio un esempio: ora che la gestione è delle Regioni, non è ammissibile che il ministero della Sanità abbia la stessa struttura di quando la gestione del sistema era nazionale”. Riguardo alla Finanziaria, Ruggeri ha sottolineato come siano importanti gli interventi a favore delle famiglie e dei lavoratori in difficoltà, il sostegno al mondo dell’economia, la copertura dell’annualità non ancora finanziata dei fondi europei, il finanziamento della legge per la competitività delle imprese e gli investimenti in campo ambientale.
Sul tema della sanità Ruggeri ha affermato che “ci sono le condizioni per superare le Società della salute, a condizione di non disperdere le realtà positive che ci sono per farne un punto di partenza per un nuovo modello, meno costoso e più efficiente, per la gestione dei servi socio-sanitari”. Infine, Ruggeri ha affermato che “siamo pronti a discutere di riorganizzazioni delle Asl, ma all’opposizione, che su questo è sempre pronta a sollecitare la maggioranza e la Giunta, chiediamo poi di non far seguire la solita lista di interrogazioni, ordini del giorno e manifestazioni a fianco dei comitati che si oppongono ai disegni di riordino.
Perché il tema su cui confrontarci è quello di ritrovare un sistema della sanità per la Toscana, che garantisca la cura dei cittadini e accesso ai servizi”. “Le entrate tributarie dei primi nove mesi 2013, pur in presenza di una congiuntura economica negativa – ha detto il presidente della commissione Affari istituzionali Marco Manneschi (Idv) – risultano sostanzialmente invariate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ammontano a 291 milioni di euro (-895 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2012)”.
“Nel 2013 – ha aggiunto il consigliere – la crisi economica e finanziaria ha continuato il suo percorso, non ha allentato la morsa. In particolare, il gettito Iva risulta in flessione, con 3 miliardi e 600 milioni di euro in meno per un volume d’affari che si attesta attorno ai 15 miliardi di euro. Questo dato – ha precisato il presidente – rileva una diminuzione progressiva delle attività economiche ma con la tenuta delle entrate tributarie e con una pressione fiscale che non va a colpire tutte le fasce di reddito, ma coinvolge soprattutto i lavoratori dipendenti e i pensionati”.
Manneschi fa appello ad un’inversione di rotta, perché la Regione diventi un ente più “leggero che fa meno cose ma in modo migliore”. “Questa manovra – conclude – mostra una traccia in questa direzione ad esempio nella decisione di anticipare i fondi comunitari”. “È un bilancio a cui mancano 500 milioni di euro”, così ha aperto il suo intervento l’assessore regionale Vittorio Bugli. “Questa finanziaria dice cose importanti – ha proseguito Bugli –. Intanto, facciamo tutti gli investimenti possibili e vediamo in termini di Pil cosa hanno prodotto.
Manteniamo l’esistente a difesa della coesione sociale e mettiamo qualcosa di nuovo per il futuro, per la crescita, per essere pronti quando arriva la ripresa”. Bugli ha fatto riferimento al mantenimento del “sistema di welfare”, al rifinanziamento del cosiddetto “pacchetto famiglia”, al microcredito a sostegno delle imprese in difficoltà e del prestito per i cassaintegrati che ancora devono riscuotere. Sugli interventi per la crescita, l’assessore ha detto: “C’era il rischio che la Toscana restasse senza fondi europei, abbiamo stanziato 82 milioni di euro come anticipo”.
“Inoltre – ha aggiunto Bugli – trasformiamo le nostre fragilità in una visione di crescita. Per una regione che ha sopportato alluvioni e terremoti abbiamo fatto un piano di investimenti di 5 anni per la salvaguardia del territorio dal rischio idraulico: questa deve essere un’occasione per rilanciare l’edilizia”.