Il Comitato Pendolari Valdarno Direttissima scrive una lettera aperta al presidente regionale Enrico Rossi e all'assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli per esprimere soddisfazione per l'aggiunta della settima carrozza al treno 6604, dopo il loro sopralluogo nel Valdarno, ma sottolinea la preoccupazione, che emerge anche dalla recente lettera all'a.d. di Ferrovie Moretti, per i rischi della perdita dell'uso della linea Direttissima per i treni dei pendolari del Valdarno. Oggi ci sarebbero state addirittura due "sperimentazioni" sulla linea lenta con la deviazione dei treni dei pendolari di prima mattina, 3164 e 6604, che sono arrivati a Firenze con ritardi fra i 12 e i 10 minuti. Ecco il testo della lettera aperta. "il vostro sopralluogo del 4 dicembre scorso sul treno Vivalto 6604 ha dato dei risultati: la carrozza aggiunta al Vivalto 6604 e la recente lettera all'a.d.
di Ferrovie Mauro Moretti. Quale portavoce del Comitato Pendolari Valdarno Direttissima esprimo soddisfazione per la settima carrozza che è stata aggiunta al Vivalto 6604, avvenuta il 6 dicembre dopo appena due giorni dal vostro sopralluogo sullo stesso treno. La settimana carrozza porta a 840 i posti a sedere disponibili, anche se non sembra aver risolto l'affollamento del treno, visto che nella tratta S.Giovanni Valdarno-Firenze Rifredi vengono riscontrate da 900 a 1.100 persone a bordo, in base ai giorni e ai periodi dell'anno.
E' forte il flusso quotidiano di pendolarismo dal Valdarno verso Firenze e lo testimoniano il treno che precede il 6604, il Chiusi-Firenze 3164, "doppio" (caso unico in Toscana) con 12 carrozze (considerate da lei, presidente, nella sua lettera Moretti come "vecchie e riciclate") con 912 posti disponibili, e il treno successivo (dopo 50 minuti), il Foligno-Firenze 3152, con 8 carrozze e 600 posti disponibili, perchè viaggiano anche al di sopra delle loro possibilità, con pendolari in piedi (specialmente sul 3152).
Risulta perciò evidente la necessità di individuare ulteriori altri interventi per affrontare l'affollamento dei treni del Valdarno. Alla soddisfazione per il 6604 aggiungo però la mia preoccupazione per i rischi di perdita dell'uso della linea direttissima per i treni regionali del Valdarno e di Arezzo. Preoccupazioni che emergono anche dalla lettera che lei, presidente, ha inviato recentemente all'a.d. Mauro Moretti, con la quale chiede informazioni su soluzioni e interventi per affrontare le soste e i ritardi che i treni regionali fanno a causa delle interferenze dei treni Alta Velocità sulla linea Direttissima.
Tra l'altro non si tratta solo di soste dei treni regionali, ma sempre più spesso, ogni giorno, di deviazioni dalla direttissima alla linea lenta aretina, passante per Pontassieve, con conseguenti ritardi dai 7 ai 20 minuti, che spesso non risultano ufficialmente perchè vengono largamente recuperati nelle tratte successive delle linee, grazie ai tempi di percorrenza ampi. Stamani ci sarebbero state addirittura due "sperimentazioni" sulla linea lenta con la deviazione dei treni dei pendolari di prima mattina, appunto i sopracitati 3164 e 6604, che sono arrivati a Firenze con ritardi fra i 12 e i 10 minuti. RFI minimizza sulle deviazioni dei treni regionali sulla linea lenta, considerandole occasionali e con ritardi contenuti.
Su queste interferenze dei treni AV sarebbe stato aperto un tavolo di confronto Regione-Ferrovie, dal maggio 2012, ma non sono stati resi noti i risultati. Ma le soluzioni e gli interventi, di cui Presidente chiede informazioni a Moretti, sono già previsti nel quadro degli accordi sull'Alta Velocità fiorentina. L'ultimo accordo del 3 agosto 2011, sottoscritto da Ministero dei Trasporti, RFI, Regione Toscana Provincia e Comune di Firenze, prevede all'articolo 5, che "R.F.I. S.p.A. s’impegna a procedere, entro due anni dalla sottoscrizione del presente Accordo, ad una sperimentazione in esercizio di un sistema di distanziamento “a sezioni ridotte” che interessi la tratta “Rovezzano Campo di Marte” e precisa che "in particolare dovrà essere garantito il mantenimento dell’attuale offerta di servizi regionali in transito sulle tratte DD/AV fra Rovezzano e Valdarno Nord".
Inoltre si indica che "al fine di consentire il mantenimento sulla tratta Firenze - Figline Valdarno degli attuali servizi, sia in termini di quantità che qualità (instradamento, tempi di percorrenza), anche a seguito dell’entrata a regime del sistema complessivo dell’AV/AC, si rende necessario studiare i possibili interventi per incrementare la capacità di tale tratta, valutando anche la possibilità di utilizzare treni regionali in grado di raggiungere velocità di 200 chilometri ora". In sintesi l'accordo di due anni fa conferma le attuali tracce dei treni regionali sulla Direttissima e individua prossime soluzioni come un sistema di distanziamento a sezioni ridotte e i treni regionali con la velocità di 200 km/h.
Quindi non si parla di progetti di velocizzazione della linea lenta aretina passante per Pontassieve, come invece accennato dal dirigente RFI Esposito, alla riunione del 4 luglio scorso fra Regione, Ferrovie e comitato Valdarno, alla presenza dell'Assessore Ceccarelli. Tale velocizzazione della linea lenta comporterebbe la deviazione ed espulsione definitiva dei treni regionali dalla linea Direttissima, cosa inaccettabile per i pendolari del Valdarno e di Arezzo" Maurizio Da Re, portavoce del Comitato Pendolari Valdarno Direttissima Pendolaria 2013 il rapporto presentato ieri da Legambiente.
"Non abbiamo alcuna intenzione di abbassare la guardia - ha detto l'assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli - ma almeno abbiamo la consapevolezza che la battaglia che io e il Presidente Rossi stiamo facendo è per migliorare un servizio che oggi è il migliore a livello nazionale. Quello che emerge dal rapporto è un quadro che premia le scelte fatte dalla Toscana che, insieme alla Lombardia, viene descritta come il lato buono del trasporto pubblico su rotaia in Italia e fa piacere leggere queste cose in un rapporto dove di solito non si perdona niente a nessuno". Secondo l'analisi dell'associazione ambientalista la Toscana è una delle Regioni italiane in cui il numero degli utenti del servizio ferroviario è in aumento (con i suoi circa 80.000 pendolari e 754 treni regionali ( che nel frattempo sono divenuti 824), la Toscana è tra le prime quattro regioni italiane in cui si concentra la maggiore domanda di trasporto pendolare, preceduta solo da Lombardia, Lazio e Campania), non sono state chiuse linee (scelta, invece, assunta da altre importanti realtà come il Piemonte e la Campania), è con la Lombardia la Regione che più ha investito nel settore in generale e nel rinnovo del parco rotabile in particolare (investiti nel solo 2012 oltre 50 milioni di euro nel servizio e 22,3 milioni per nuovi mezzi rotabili, che sono diventati ben 80 nel servizio e 129 nei nuovi treni nel 2013). Altro fattore estremamente positivo evidenziato dal rapporto è che nessuna delle 10 linee peggiori d'Italia è toscana.
Il riferimento alla linea Porrettana, riportato in alcuni resoconti, è errato in quanto la tratta inclusa nella lista dei 10 peggiori servizi è quella Bologna-Porretta e non la Porretta-Pistoia. Si ricorda che sul tratto toscano della Porrettana, la Regione sta lavorando con il sistema locale per un servizio che integra ferro e gomme, con Pracchia come nodo di smistamento, ovvero la soluzione auspicata da Legambiente. Tra i fattori evidenziati da Legambiente, anche il fatto che la Toscana è stata l'unica Regione italiana a introdurre il criterio della progressività nell'aumento del prezzo dei biglietti.
In pratica, in tutte le Regioni il taglio dei fondi statali ha portato ad aumentare le tariffe, ma in Toscana è stata sperimentata la tariffa Isee, caso unico nel panorama nazionale, che esenta dagli aumenti chi ha un reddito familiare certificato inferiore a 36.000 euro. Legambiente sottolinea inoltre che la Toscana, l'Emilia Romagna e la Lombardia sono state le uniche tre Regioni ad aver anticipato risorse del proprio bilancio per fronteggiare i tagli governativi e ed evitare la necessità di una drastica riduzione del servizio o la chiusura di alcune linee. Sono inoltre apprezzate sia la disponibilità al dialogo con l'utenza, che l'attenzione agli aspetti di 'qualità del servizio' (pulizia, modernità dei convogli, frequenza).
Si sottolinea in particolare l'importanza dei contratti di servizio, ribadendo che soltanto Toscana, Emilia Romagna e Lombardia hanno previsto nei loro contratti forme di controllo che permettono di recuperare - tramite penali - soldi da Trenitalia e trasformali in bonus o servizi aggiuntivi in favore dei pendolari. Da segnalare, purtroppo, un'inesattezza contenuta nel rapporto che riguarda la linea Faentina via Vaglia, che fortunatamente da molti mesi non rientra più tra le linee con minore affidabilità, ma grazie al Piano antiritardi messo in campo dalla Regione, ha una puntualità superiore al 90%, equivalente a quella di una linea elettrificata.
Inoltre un netto miglioramento della qualità e dell'affidabilità del servizio è stato dato dalla sostituzione dei vecchi treni con i nuovi Minuetto.