La storia di Firenze come non è mai stata raccontata, il legame tra l’Arno e la città, un romanzo sui grandi avvenimenti e cambiamenti naturali, paesaggistici, sociali e storici di Firenze, dalla Preistoria ad oggi con una chiave di lettura inedita: l'acqua e il fiume. E’ il nuovo libro di Erasmo D’Angelis, “La Signoria dell’Acqua” (Polistampa Editore), presentato oggi a Palazzo Vecchio dall’autore, Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti con delega alle infrastrutture idriche, dall’On.
Maria Elena Boschi, dal presidente del Consiglio Comunale di Firenze Eugenio Giani e dal presidente di Publiacqua Filippo Vannoni. 488 pagine intense e coinvolgenti di un inedito affresco di Firenze scritte con rigore scientifico e storico e con mano letteraria. Ci fanno scoprire vicende e storie, i mutamenti straordinari delle forme dell’acqua, dai grandi laghi preistorici che coprivano la piana occupata oggi da Firenze, Prato e Pistoia alle prime canalizzazioni etrusche, dal reticolo della centurazione e dal gustoso racconto della costruzione del primo acquedotto romano di Florentia lungo 16 chilometri ai ponti sull'Arno, dall'industria dei mulini e delle gualchiere medievali all'invenzione dei giardini medicei con giochi d'acqua meravigliosi.
Ma anche le trasformazioni urbanistiche, culturali e sociali viste attraverso la chiave di lettura della difficile conquista dell'acqua potabile raggiunta solo due decenni fa, dopo tragedie idriche, periodi drammatici di grande sete, esplosioni delle epidemie sociali. E quindi la vita e la potenza distruttiva dell'Arno. La storia di Firenze è sempre stata complicata dal fiume. Dalla prima grande alluvione descritta del 1177 fino all'ultima del 1966, se ne contano 180 che hanno duramente colpito la città.
Di queste, 56 sono state veri e propri diluvi che hanno allagato e devastato sempre l’area urbana, 8 volte distruggendola quasi completamente. Ma il fiume è sempre stato fonte di vita e di cibo, via d'acqua e di conoscenza, teatro e palcoscenico di scambi, storia e cultura, di feroci assedi, battaglie e tradimenti, di invenzioni e amori, grandi feste e gare. E' stato il fiume del mito e delle prime civiltà, degli Etruschi e dei Romani, di Leonardo e di Ser Brunelleschi, dei secoli d'oro del Rinascimento.
Per secoli, durante le estenuanti siccità, diventava sabbia e polvere oppure si gonfiava minaccioso con le piogge dilagando da devastore. Oggi il suo carattere torrentizio è finalmente regolato dalla grande diga di Bilancino, che simboleggia dall'alto la tutela del bene comune per eccellenza nella Toscana centrale, anche se ancora fa paura e ogni minuto di ritardo nella sicurezza idraulica lo rende più rischioso. E’ il fiume che ha lasciato il segno, tracce e colorazioni in alto sugli edifici di vie e piazze, e che mosse da ogni angolo del mondo gli Angeli del Fango. “Il libro – spiega Erasmo D’Angelis – è un omaggio all'Arno e a Firenze, a quanti testardamente si sono battuti per secoli per la conquista dell'acqua e per misure di sicurezza idraulica.
E’ la grande storia del nostro territorio in gran parte sconosciuta che meritava di essere raccontata anche perché tra pochi mesi, dopo due millenni, cambia la storia del rapporto tra il nostro fiume e i fiorentini che ormai lo amano come uno di famiglia, anche se dal carattere bizzoso e spesso difficile da gestire. Maggio 2014 sarà la data storica che tutti aspettavamo, Publiacqua concluderà la sua opera strategica e faremo di Firenze la prima area metropolitana depurata al 100%. Persino il sogno del tuffo in Arno diventerà possibile.
Si concluderà una storia medievale di scarichi e inquinamenti, e inizierà il futuro. La storia delle alluvioni ci impegna a fronteggiare un catalogo di fenomeni estremi contemporanei sempre più violenti e ripetuti: bombe dal cielo, improvvisi flash flood sempre più concentrate nel tempo e nello spazio. Dalla Sardegna arriva l'ultimo appello con il terribile corredo di vittime e danni. Il ritmo dei cambiamenti climatici è stato più veloce delle loro previsioni, con una accelerazione anche di vittime e danni economici impressionante direttamente proporzionali ai livelli di dissesto idrogeologico e all’assenza di azioni di difesa e prevenzione.
L’obiettivo da raggiungere - conclude D'Angelis - è la massima sicurezza possibile per il bacino dell’Arno concludendo le opere previste nel 2016, a 50 anni dalla piena più grande".