Firenze– “Siamo di fronte a danni molto, molto rilevanti. Una prima valutazione di circa 300 milioni di euro che, con il passare delle ore e con maggiori dati raccolti, appare senz’altro sottostimata”. Lo ha dichiarato l’assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini nella sua comunicazione al Consiglio regionale, leggendo i dati in tempo reale direttamente sul proprio ipad. L’assessore ha precisato che i fenomeni temporaleschi, con carattere auto generativo, hanno scaricato sulla Toscana centrale una quantità di acqua imponente, che ha messo in crisi soprattutto il reticolo idrografico minore.
Per dare un’idea di quanto è successo, Bramerini ha ricordato che si sono registrati 360 mm di pioggia a Barga, 324 mm a Gallicano, 263 mm a Monticiano, 248 mm a Monteroni d’Arbia, con un’intensità che, in alcuni casi, ha raggiunto 129 mm in un’ora, causando allagamenti, frane, collegamenti interrotti, case evacuate, edifici inagibili. Tra sabato 19 e lunedì 21 ottobre ci sono state tre allerte, con 17 aggiornamenti. Sono stati interessati la Valle del Serchio, il Medio e Alto bacino dell’Arno, l’Ombrone pistoiese e grossetano, il Bisenzio, l’Ema, la Greve, l’Elsa e l’Era.
Il presidente Enrico Rossi ha firmato il decreto per dichiarare lo stato di emergenza regionale su tutte le dieci province della Toscana. I comuni coinvolti, soprattutto nelle province di Lucca e Firenze, dovrebbero essere circa settanta. L’assessore, annunciando la visita del ministro per venerdì prossimo, ha sottolineato la necessità di definire in tempi rapidi il reticolo idrografico regionale, comprensivo dei corsi di acqua minori, ed ha assicurato il proprio impegno in questo senso. Il consigliere Gabriele Chiurli (gruppo Misto) ha illustrato brevemente una propria mozione per aderire al protocollo d’intesa tra protezione civile e ordine dei geologi, che si sono proposti come ‘sentinelle del territorio’.
“La gente questa volta era preparata, ma ha dovuto far fronte ad una situazione dieci volte più critica della precedente” ha rilevato Ardelio Pellegrinotti (Pd), raccontando la propria esperienza di questi giorni a Gallicano. “L’evento è eccezionale, ma l’uomo ci ha messo del suo” ha affermato, sottolineando che il tombamento, pur rifatto recentemente, si è rivelato insufficiente a ricevere tutta l’acqua, complice l’apertura della diga dell’Enel a monte. Pellegrinotti ha ricordato, inoltre, le molte difficoltà nell’utilizzare i fondi a disposizione dalla scorsa volta.
“La prevenzione del rischio idrogeologico deve essere una priorità” ha affermato Giuseppe Del Carlo (Udc), secondo il quale la riorganizzazione dei consorzi di bonifica è un elemento fondamentale per intervenire sul reticolo minore. Una valutazione condivisa da Antonio Gambetta Vianna (Più Toscana/ Federazione dei cristiano popolari), preoccupato dall’abbandono delle zone montane e dalla conseguente cattiva manutenzione del bosco. “La manutenzione non c’è. Il fiume Versilia è aumentato di livello di oltre un metro per l’accumulo di detriti” ha aggiunto Marina Staccioli (FdI), sottolineando la necessità di fare prevenzione.
A suo parere la legge varata dopo le alluvioni in Lunigiana, con divieti tassativi di edificazione nelle zone a rischio, andava nella giusta direzione, ma “ci sono state rimesse le mani per ben due volte”. Secondo Gianfranco Venturi (Pd) sono tre gli elementi di valutazione da tenere ben presenti: i cambiamenti climatici, che ci pongono di fronte ad una realtà nuova; la mancanza di manutenzione, su cui occorre intervenire, partendo dalla recente riforma dell’attività di bonifica e dalla definizione del reticolo idrografico; l’incapacità di spendere soldi, che pure sono a disposizione.
“Non è solo colpa della legge di stabilità – ha rilevato - ma anche delle procedure”. Per questo Venturi ha proposto di fare una riflessione complessiva, sulla base anche delle successive comunicazioni dell’assessore Bramerini, nella commissione Territorio ed ambiente di cui è presidente, per giungere ad una risoluzione organica del Consiglio. “Non si può più giocare allo scaricabarile istituzionale, non è un’emergenza di ieri” ha affermato Giovanni Donzelli (FdI), ricordando che perfino il sottosegretario Erasmo De Angelis ha accusato il Governo, di cui pure fa parte, di aver fatto troppo poco.
“Nella quotidianità si tocca con mano che non c’è chiarezza su chi deve fare manutenzione – ha osservato – Ci sono costruzioni abusive su cui non c’è stato alcun intervento”. “Con la riforma dei consorzi di bonifica abbiamo fatto chiarezza sulla manutenzione e su chi deve fare che cosa - ha replicato l’assessore Anna Rita Bramerini – Qualche problema rimane per l’esercizio del controllo”. L’assessore ha precisato che la Regione sta lavorando insieme all’università ad uno studio dettagliato sui corsi d’acqua, per individuare interventi strutturali adeguati.
Resta aperto il problema delle procedure. “Siamo veloci per gli interventi di somma urgenza – ha commentato – Molto meno su quelli strutturali”. A quarantotto ore di distanza dall'evento di maltempo di lunedì 21 ottobre, la Provincia di Firenze fa un punto della situazione circa i principali impatti che hanno interessato il reticolo idraulico. "Si è trattato - afferma l'Assessore all’Ambiente e Difesa del Suolo della Provincia Renzo Crescioli - di un evento caratterizzato da una distribuzione sul territorio molto estesa con piogge orarie cumulate che in fasi successive hanno colpito praticamente tutta la provincia con eventi tipici del temporale.
Ha messo a dura prova il nostro territorio, confermandone la fragilità e la necessità di risorse per la prevenzione infinitamente superiori a quelle disponibili. Allo stesso tempo - prosegue Crescioli - la macchina del Servizio di Piena e della Protezione Civile della Provincia, coadiuvata dalla fitta rete del volontariato, si è dimostrata all’altezza, e meritevole ancora una volta di un encomio e ringraziamento. La situazione, in queste ore è sotto controllo, e stiamo monitorando e risolvendo con tempestività le criticità che si sono create nelle opere di difesa idraulica, anche in considerazione dell’allerta meteo prevista per le prossime ore.
La polizia idraulica - conclude l’Assessore - sta poi verificando eventuali responsabilità in ordine a opere irregolari che possano aver comportato problemi alla funzionalità idraulica”. Venendo ai dettagli, la fase di emergenza di lunedì ha avuto avvio alle ore 5.30, momento in cui si è aperta anche la Centrale Operativa del Servizio di Piena della Provincia di Firenze presso la Sala di Protezione Civile Provinciale dell’Olmatello, a seguito del superamento dei livelli di guardia nei fiumi Ombrone Pistoiese e Bisenzio, con la connessa mobilitazione di personale e mezzi della Direzione Difesa del Suolo e Protezione Civile della Provincia di Firenze, in collaborazione con il volontariato.
Gli eventi che hanno interessato i due corsi d’acqua sono risultati, per le portate massime rilevate, molto importanti. L’Ombrone ha difatti toccato al colmo di Piena il livello di 6,10 m alle ore 7.30 a fronte di un livello di magra di 0.30 m alle ore 03:00 mentre il Bisenzio all’Idrometro di San Piero a Ponti in Comune di Campi Bisenzio, partendo da un livello di magra di circa 1,00 m alle ore 4.00 ha raggiunto il colmo di piena di 6,12 m alle ore 6.30. Su ambedue i corsi d’acqua la fase acuta dell’emergenza è terminata nel pomeriggio, e le successive verifiche alle opere idrauliche non hanno rilevato particolari problematiche.
La situazione dell'Arno non ha destato preoccupazione, avendo raggiunto all’Idrometro Regolatore degli Uffizi in Comune di Firenze il colmo di piena di 3,05 alle ore 20.00 ed essendo rapidamente rientrato sotto il primo livello di guardia. Nel contempo durante la mattinata gli eventi hanno interessato, spostandosi dalla fascia appenninica verso l’interno, anche le aree del Chianti e del Valdarno provocando un rapido innalzamento dei livelli idrici nei corsi d’acqua minori oltre alle aste principali della Greve e dell’Ema.
L'esondazione di alcuni affluenti dell'Arno a Figline, quali Ponte Rosso e altri rii minori, hanno provocato ingenti danni alle abitazioni e allagamenti oltre a innescare il franamento di un argine del torrente Cesto che ha richiesto l’attivazione di un intervento in somma urgenza a carico della Provincia al fine di mettere in sicurezza un numero cospicuo di abitazioni. Per quanto riguarda il comprensorio Greve e Ema, lo stesso è stato interessato da precipitazioni intense che hanno provocato un notevole aumento dei livelli innescando locali allagamenti in particolare nell’area del Ferrone.
Il Torrente Mugnone, che ancora risulta interessato dai lavori di RFI, ha visto un improvviso innalzamento dei livelli nella tarda mattinata. Questo ha provocato l’allertamento dei responsabili del cantiere da parte del personale della Difesa del suolo della Provincia che ha provveduto a impartire disposizioni per una messa in sicurezza d’emergenza del cantiere stesso. Numerosi i casi di esondazioni, in qualche occasione anche con rotture arginali, che hanno interessato il reticolo nell’Empolese Valdelsa.
Lo stato di attenzione rimane alto in relazione all’allerta meteo diramato per le prossime ore (dalle ore 00 per tutta la giornata di domani giovedì 24 ottobre) per tutto il territorio della provincia. Il giorno dopo la violenta ondata di maltempo che ha colpito gran parte della Toscana nella giornata di lunedì, l’agricoltura conta i danni. Il primo report della Cia Toscana, che fin dalla mattinata di lunedì ha monitorato l’intera regione, non è ancora definitivo, ma i danni che emergono sono ingenti in molte province.
«E’ necessario – commenta Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana – che venga intanto riconosciuto lo stato di calamità e che si proceda ad un riconoscimento dei danni subiti dalle aziende agricole, che come avviene ormai troppo spesso sono le più colpite. Quindi è il momento, anche se purtroppo lo diciamo da molti anni, di fare serie politiche di gestione del territorio, bisogna investire sulla prevenzione e sulla manutenzione, per non dover ogni anno ritrovarsi in uno stato di emergenza.
I nuovi disastri di questi giorni – aggiunge Pascucci – sono un nuovo richiamo alla politica ed alle istituzioni: sulla difesa del suolo bisogna fare presto e bene» Rimangono ancora sospesi i collegamenti sulle linee Siena – Chiusi e Siena Grosseto. Terminata la verifica dei danni, i tecnici di Rete Ferroviaria Italiana sono al lavoro per ripristinare le condizioni di circolazione in sicurezza dei treni. Sono stati pesanti, infatti, i danni provocati all’infrastruttura da allagamenti e smottamenti e dalle scariche atmosferiche che hanno colpito l’area.
I lavori dureranno ancora nei prossimi giorni. Per garantire la mobilità prosegue il servizio sostitutivo con autobus, con possibili variazioni di fermata e dei tempi di percorrenza, più lunghi rispetto al treno, e legati alle condizioni di percorribilità della rete stradale.